BARI, 15 DIC - 'Il diritto all'informazione, la libertà d'informazione e la tutela della persona costituiscono tre facce del valore fondamentale della democrazia. Se, invece, informazione e diritti inviolabili della persona diventano polarità distinte e separate si crea un corto circuito in cui saltano le regole fondamentali della libertà e della convivenza civile'. È quanto afferma il presidente del consiglio regionale pugliese, Pietro pepe, a proposito del convegno organizzato dal corecom Puglia, 'La giusta informazione'.
Il convegno - dice Pepe - 'ha rappresentato l'occasione per far punto su una questione centrale del dibattito politico-culturale nel nostro Paese.
'La democrazia - prosegue Pepe - si nutre dell'informazione libera, che non s'inchina ad alcun tipo di potere, che si pone dalla parte del cittadino e che dà voce a chi non ha voce. Una pratica dell'informazione, così intesa, rappresenta la linfa di una società aperta. Ma, anche la galassia dell'informazione, al pari della politica, rischia il buco nero dell'autoreferenzialità , se smarrisce i cardini della propria missione si rinchiude nelle proprie dinamiche interne'.
Il presidente Pepe sottolinea che 'sarebbe sin troppo facile raccontare i tanti episodi che alimentano la lunga serie dei processi in televisione, lo straripamento di star e starlette, la creazione di bolle mediatiche in cui sconosciuti – più o meno illustri - occupano per giorni e giorni gli spazi di giornali e di televisioni, lo stillicidio di intercettazioni in cui persone che non hanno nulla a che vedere con le indagini scoprono il loro nome sui giornali. Dobbiamo costruire le condizioni per fronteggiare questi fenomeni senza intaccare il diritto alla libertà d'informazione e senza evocare censure o autocensure'.
Sul diritto di rettifica, aggiunge che 'la legge sulla stampa, quell' istitutiva dell'Ordine dei giornalisti,la Carta dei Doveri e il codice di deontologia previsto dal testo unico in materia di protezione dei dati personali ne disciplinano modalità e tempi'.'Ma sullo sfondo - conclude - resta sempre il senso di inappropriatezza e di parzialità. Oltre al rispetto delle norme, quindi, è necessario ripristinare il valore della responsabilità individuale verso tutti e, a maggior ragione, verso i più deboli, i minori, i portatori di handicap e le minoranze di ogni tipo'.(ANSA).
Il convegno - dice Pepe - 'ha rappresentato l'occasione per far punto su una questione centrale del dibattito politico-culturale nel nostro Paese.
'La democrazia - prosegue Pepe - si nutre dell'informazione libera, che non s'inchina ad alcun tipo di potere, che si pone dalla parte del cittadino e che dà voce a chi non ha voce. Una pratica dell'informazione, così intesa, rappresenta la linfa di una società aperta. Ma, anche la galassia dell'informazione, al pari della politica, rischia il buco nero dell'autoreferenzialità , se smarrisce i cardini della propria missione si rinchiude nelle proprie dinamiche interne'.
Il presidente Pepe sottolinea che 'sarebbe sin troppo facile raccontare i tanti episodi che alimentano la lunga serie dei processi in televisione, lo straripamento di star e starlette, la creazione di bolle mediatiche in cui sconosciuti – più o meno illustri - occupano per giorni e giorni gli spazi di giornali e di televisioni, lo stillicidio di intercettazioni in cui persone che non hanno nulla a che vedere con le indagini scoprono il loro nome sui giornali. Dobbiamo costruire le condizioni per fronteggiare questi fenomeni senza intaccare il diritto alla libertà d'informazione e senza evocare censure o autocensure'.
Sul diritto di rettifica, aggiunge che 'la legge sulla stampa, quell' istitutiva dell'Ordine dei giornalisti,
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