sabato 27 giugno 2009

Inchiesta sanità: Spuntano altri nomi eccellenti, tremano i politici

Scritto da Antonio Romano Sabato 27 Giugno 2009 10:52 su Paese Nuovo

Bari (Puglia) – Sono iniziati gli interrogatori da parte del pm Desirè Digeronimo: sono tante le voci che si rincorrono sul presunto coinvolgimento di esponenti della giunta regionale pugliese.

Tutto è iniziato dall’inchiesta dei festini, nelle residenze priva­te del Presidente del Consiglio Silvio Berlu­sconi, per approdare a nomi nuovi ed eccel­lenti iscritti nel registro de­gli indagati dell’altra indagine sulla sa­nità pugliese, quella firmata dalla pm antimafia Desirè Di­geronimo.

Due i politici im­portanti della giunta regiona­le finiti sotto la lente della magistratura: voci che si rincorro­no ma che non trovano conferme e a tal proposito la magistrata Dige­ronimo che in questi giorni ha dato il via agli interrogato­ri per far luce sul malaffare della sanità, non ha fatto commenti. Non conferma e neppure smentisce la notizia di due nuove iscrizioni nel re­gistro degli indagati e dei nuovi avvisi di garanzia pronti per essere notificati dai carabinieri. Quella della pm Digeronimo - emerge da indiscrezioni- ­svelerà intrecci politici, pro­messe e scambi di favore che coinvolgeranno l’Italia che conta. Tutte indiscrezioni. Al­meno per ora.

Gli accerta­menti al momento vedono coinvolto l’ex assessore Tede­sco, si è dimesso a febbraio scorso subito dopo aver sa­puto di essere finito nel regi­stro degli indagati, sono par­titi invece da un’altra indagi­ne che ruota intorno alla ge­stione degli appalti sui rifiuti ad Altamura, comune della Murgia barese. Nell’inchie­sta sono indagate una quindi­cina di persone tra imprendi­tori, funzionari regionali e di­rettori delle Asl pugliesi. Il malaffare - secondo la procu­ra - ruotava intorno all’asses­sorato di Alberto Tedesco da dove sarebbero partite le 'in­dicazioni' a direttori genera­li e manager delle aziende sa­nitarie che in qualche modo dovevano seguire quelle 'in­dicazioni' per non rischiare il loro posto di lavoro.

Lo sco­po della lobby sarebbe stato quello di mantenere il potere politico ed economico. Sono stati messi in luce gli 'stra­ni' rapporti delle Ausl di Ba­ri, Bat e Taranto con due im­prese lucane che offrivano servizi di riabilitazione domi­ciliare, 'Cmr' di Bernalda, in provincia di Matera e il cen­tro 'Rham' di Matera. Secon­do le indiscrezioni emerse, ci sarebbero inoltre due delibe­re di affidamento diretto (fi­nite sotto inchiesta) da un milione di euro ciascuno, fat­te nel 2008 dalla Asl Bari (di­rettore generale Lea Cosenti­no indagata nell’inchiesta) con la Cmr e la Rham. Pare che la società di Barnalda di Diego Rana, offrisse servizi alla Ausl di Taranto (dg Do­menico Colasanto) in base ad un contratto di 550mila euro. La Rham, offriva inve­ce servizi riabilitativi per la Bat diretta da Rocco Canosa con un fatturato via via cre­scente.

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