mercoledì 8 giugno 2011

Festa di San Francesco di Paola


3 commenti:

  1. Non ci facciamo mancare proprio niente: dopo quella della madonna delle grazie, ecco quella di san Francesco di Paola. E tra un po' ci sarà anche quella della madonna del carmine.Clerical connection of course!

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  2. Caro anonimo,
    le feste sono tradizioni popolari e come tali devono essere preservate e custodite:sono lo specchio di un popolo,della sua cultura,della sua osservanza,della sua fede.

    Il problema e' come vengono fatte:devo dire che quella di S.Francesco di Paola, rispetto alle altre due citate, e' la piu' sobria,la "meno pagana",la piu' vicina alla vecchia tradizione.

    Una festa religiosa deve servire a mantenere l'attaccamento e la fede verso il Santo e non a rimpizzare lo stomaco con salciccie ed affini o a tramutarla in business.

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  3. Un santo non ha bisogno di una festa, la sua fetsa è la gloria di cui gode presso Dio, chi ne ha bisogno è l'uomo a cui non va negato l'aspetto ludico che è una componente essenziale del suo essere persona. Chi festeggia è un popolo che fa parte di una comunità, in tal caso di una comunità parrocchiale, che ha bisogno di vita fraterna, di amicizia, noi cristiani la chiamiamo "comunione". Ecco a cosa serve una festa: a tirare l'uomo fuori dall'abitudinario e a riconsegnarli la sua appartenenza ad un popolo. Se in una festa religiosa si inserisce qualcosa di cosiddetto civile come un concerto, una sagra...tutto questo serve ad aiutare la persona a relazionarsi. Non si tratta di stabilire se una festa sia sobria o meno, se la gente offre del denaro per una festa deve essere impiegato per essa. Ogni festa religiosa ha sempre un programma abbastanza serio: una novena predicata, celebrazioni di ss. Messe, confessioni, catechesi, adorazioni eucaristiche. L'aspetto esterno viene sempre dopo quello interno; prima si cura l'anima e poi il corpo.
    Mi pare che anche i partiti politici abbiano al loro interno simili manifestazioni. E poi diciamo la verità, a Grottaglie quando si mangia ci siamo tutti e diventiamo più amici!
    Ciò che dovrà farci preoccupare e se un giorno, spero molto lontano, dovessimo perdere la voglia di scendere in piazza e dovessimo sentire sempre meno l'appartenenza ad un popolo. E un altra cosa temo: la chiusura mentale per partito preso, giusto perché disturbano le feste religiose. La tolleranza ci rende più moderni e ci fa apprezzare il bene che viene fatto, da qualunque parte esso provenga, anche da chi la pensa in modo diametralmente opposto al mio.

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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis