venerdì 20 gennaio 2012

Amministrazione controllata per la Kodak: ha fotografato tutta un'epoca

Ringrazio il professor Elio Francescone per "lo sfogo dell'Anima" che i ricordi di Elvis Prisley e di quello che non abbiamo più, gli hanno portato a galla dal quel "pentolone di Medea" che è la nostra memoria. I ricordi servono a spaziare nella nostalgia per il passato, ma spaziano anche nel terrore per il futuro. E' questo quello che mi viene in mente, in questo momento leggendo della messa in amministrazione controllata di un grand brand: la KODAK. "Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto" era lo slogan col quale George Eastman, fondatore della Kodak, promosse nel 1888 la prima fotocamera concepita per essere utilizzata anche dai non professionisti. La fotocamera si è evoluta in macchina digitale, fagocitando tutto ciò che le era intorno e dopo Agfa e Polaroid ha fatto un'altra vittima illustre la Eastmann Kodak Company. La compagnia che conta 19.000 dipendenti sta per fallire. A proposito sapevate che Kodak è una parola onomatopeica, infatti imita il rumore che emetteva la fotocamera quando veniva schiacciato il pulsante di scatto. Con quello scatto si cercava di catturare , sfruttando 24 o 36 pose, il tramonto più bello, i passi traballanti di nostro figlio o la folata di vento che sollevava...la nostra fantasia. Conservatele quelle foto che ci ricordano un tempo passato, ma stampato su carta Kodak. Questo per quanto riguarda la nostalgia per il passato. Il terrore per il futuro? 19.000 dipendenti che stanno per perdere il loro posto di lavoro.





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