venerdì 13 aprile 2012

“Santa Maria in Silvis” - La Mutata (cenni storici)

di Filomena Russo
Al centro della zona detta  Foresta, ai primordi del Cristianesimo vi fu una cappella dedicata a Santa Maria in Silvis. La sua storia prima del 1359 é tutta nella notte dei tempi e nella leggenda. Nel tempo della Iconoclastia, i cristiani nascosero nei boschi e nelle foreste le Iconi della Vergine. Lo racconta il teologo Carmelo Pignatelli che ha raccolto la tradizione dell’arciprete  Maranò. Santa Maria in Silvis nel 1359 fu detta della Mutata. Si narra che nel giorno di Pentecoste (dal greco pentékosté  heméra cinquantesimo giorno, la settima domenica dopo Pasqua) la Madonna fu trovata sul muro rivolta verso Grottaglie(Cafforio).   E’ una versione, ce ne sono altre . L’immagine  della Vergine era stata venerata in luoghi nascosti, nel periodo dei Goti, dei Saraceni e degli Iconoclasti. Passato il pericolo, i cristiani mutarono il luogo dove era posta la Icone nella zona di  S.Vittore.  Per questo fu chiamata “Mutata” e tante fanciulle ebbero questo nome. Venti anni dopo la Vergine ebbe un tempio (al centro di Casalgrande) col nome di Maria S.S. Annunziata(1379).  Nella zona detta “Gualco” poi “Foresta” confinante con i monti Papagiru (m.385 s.l.m.) e i monti Trazzonara (m.425 s.l.m.) oltre che con Montemesola, sorge un vero gioiello: Santa Maria Mutata che fu elevato a dignità di Santuario  solo  nel 1954.
La chiesa a pianta a croce greca: é la risultante dell’organismo longitudinale con quello centrale. L’altare maggiore é sormontato  da un Crocifisso  del XV secolo e da un armadio a due ante. Il Crocifisso é di un tale  Antonello G azini.  Il Barocco floreale  é del ‘600. Alla statua di pietra raffigurante la vergine col bambino (XII sec.)  aderiscono le leggende della Mutata ,oltre quelle del dipinto. L’altare della Mutata ha varie  epoche.
L’immagine del X secolo é completamente travisata  da diversi restauri. Il frontespizio  è del  1483. Le corone in argento sovrapposte sono del 1578.La decorazione della cupoletta (l’incoronazione della Vergine) è databile dal 1600 al 1700. Il pavimento con formelle in ceramica é la testimonianza  della pregevole arte degli antichi figuli grottagliesi. La facciata é alta 12 m. preceduta da un cortiletto. La costruzione che risale al periodo Barocco, fu eretta sul luogo di una antica chiesa basiliana. Luogo stupendo per un itinerario turistico culturale-religioso.
La domenica che succede alla Pasqua é nella tradizione grottagliese “Pasca  tl  palomme”. La tradizione popolare contadina voleva una Pasqua campagnola e, dopo il pellegrinaggio a piedi alla “Mutata” ,si consumava nei pressi della chiesa, “la palomma” per  terra sotto gli alberi (il moderno pic-nic). La tradizione vuole anche che nei decenni passati, nel secolo scorso, quando non pioveva per molto tempo, si facessero delle processioni alla “Mutata”, per propiziarsi la pioggia per intercessione della Madonna.  Nella domenica in Albis sono le confraternite di Montemesola a recarsi in processione presso la  “Mutata”con gli abiti di rito mentre le confraternite di Grottaglie lo fanno il giovedì precedente. Poi tutti insieme i pellegrini di Grottaglie e di Montemesola, ma anche molti fedeli seguono  il rito della Santa Messa.
Ora tutto è cambiato, la “Mutata” la si raggiunge comunque, ma in macchina e la “Palomma” la si mangia sfilando davanti alle bancarelle.

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