lunedì 25 giugno 2012

La porta d’Oriente si apre alla ceramica di Grottaglie

Ceramica Pop, curata da Simone Mirto e Mimmo Vestita, fino al 30 settembre presso il Castello Aragonese di Otranto (Le)


L’installazione è inserita all’interno della rassegna Summer Pop Otranto 2012, evento collaterale alla mostra di Andy Warhol, curato da Raffaela Zizzari

Ceramica pop è il titolo scelto per questo breve ma significativo percorso espositivo attraverso la ceramica popolare prodotta a Grottaglie (Ta)  tra  Ottocento e  Novecento. I colori brillanti ed i freschi motivi decorativi dei manufatti in mostra sembrano infatti accomunare in qualche modo questa produzione artigianale dell’Italia Meridionale con la più nota corrente artistica della Pop Art sviluppatasi nella seconda metà del XX secolo.
La copiosa produzione di ceramica popolare sfornata in “quantità industriale” nel corso dei secoli dai camini di Grottaglie viene raccontata attraverso tre diverse sezioni: quella della  robba gialla, verde e bianca. Una installazione di cento piatti reali chiude il percorso espositivo, a memoria delle sterminate distese di manufatti che i ceramisti collocavano negli spiazzi antistanti le botteghe per accelerarne l’essiccazione.
L’antica attività delle botteghe dei figuli di Grottaglie, collocate  a semicerchio ai piedi del trecentesco Castello Episcopio nel suggestivo Quartiere delle Ceramiche, emerge chiaramente in documenti d’archivio risalenti al 1463. Nel  Libro della Regia Dogana di Taranto sono registrate infatti le “stoviglie” prodotte nella vicina Grottaglie che commercializzate nel porto tarantino erano sottoposte a tassazione in uscita. Il primo censimento ufficiale dei ceramisti di Grottaglie viene riportato in un Catasto del 1567 dal quale emerge l’attività di numerosi “cretari” e “stazzonari” (fabbricanti di stoviglie). La produzione ceramica nella cittadina jonica non sembra arrestarsi nel corso dei secoli e continua ad incrementare il numero di occupati nel settore tanto che tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, risultano operanti quarantadue botteghe artigianali con relazioni commerciali estese fino ai paesi dell’Asia Minore, della Grecia, della Turchia e dell’Albania. Per secoli la ceramica d’uso prodotta in modo massiccio e destinata a soddisfare la continua richiesta del mercato, veniva accatastata in attesa di essere venduta sui tetti delle botteghe, rendendo uniche e brillanti le terrazze dell’intero Quartiere delle Ceramiche di Grottaglie. 

Info e prenotazioni:
199.151.123

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