Adagiata su un piccolo rilievo a guardia di una consistente sezione della Val d’Orcia, Pienza rappresenta un felice esempio di coesione tra architettura, storia e ambiente. Ma, soprattutto, essa concretizza la “città ideale”. Questo concetto è alla base dei motivi che hanno spinto il Comitato UNESCO ad iscrivere, nel 1996, il sito nella Lista del Patrimonio Mondiale. La targa marmorea posizionata nel portico del Palazzo del Comune avverte: “Il Comitato ha deciso di iscrivere tale bene sulla base dei criteri culturali. considerando che il luogo è di elevato valore universale sia perché rappresenta la prima applicazione della concezione umanistico rinascimentale dell’urbanistica, sia perché occupa una posizione determinante nello sviluppo della concezione del progetto della “città ideale” che ha giocato un ruolo significativo nei successivi sviluppi urbani in Italia e non solo. L’applicazione di questo principio a Pienza, ed in particolare al gruppo di costruzioni intorno alla piazza centrale, risulta essere un capolavoro del genio creativo umano”.
Alla base di tutto ciò è una figura ,come gia’ detto,di
spicco del ‘400: Enea Silvio Piccolomini (Corsignano, oggi Pienza 1405 – Ancona
1464), umanista e letterato, ben presto sulla scena della diplomazia italiana
ed europea. Figura decisa ed aperta alle intuizioni del tempo, abbracciò la
carriera ecclesiastica sino alla sua elezione a papa con il nome di Pio II.
Egli aveva un sogno, quello di tornare nella terra natia e di innalzarvi la sua
residenza. Ma non si fermò lì: con il contributo di Bernardo Gambarelli, detto
il Rossellino, allievo di Leon Battista Alberti, ricostruì completamente il
borgo, anzi ad esso dette un’impronta urbanistica e architettonica talmente innovativa
che Pienza divenne un vero e proprio esempio di sensibilità nell’arte. I lavori
vennero condotti con speditezza e si conclusero nel giro di tre anni. La piazza
Pio II è l’anello di congiunzione del tessuto urbano. Ad essa il prof. Jan
Pieper, dell’Università di Aquisgrana, ha dedicato un eccellente volume dal
titolo Pienza, una visione umanistica del mondo.
A forma trapezoidale, sul suo disegno reticolare si
affacciano i principali monumenti della città, a partire dalla Cattedrale di
ispirazione classica, con tre suddivisioni coniugate da lesene verticali. I sei
riquadri delle sezioni inferiore e mediana sono segnati da eleganti colonnine.
Al centro del frontone primeggia lo stemma papale. L’esecuzione e le risultanze
si affidano ad una straordinaria purezza. Era questo il risultato che il
Piccolomini voleva. All’interno concorrono elementi gotici e rinascimentali
esaltati da giochi di luci proiettati dalle vetrate. I dipinti portano la firma
di Giovanni di Paolo, Matteo di Giovanni, Lorenzo di Pietro e Sano di Pietro.
Oltrepassata la navata si ha la sensazione del disorientamento. Ciò è dovuto
all’abbassamento della parte absidale, già notato dallo stesso Pio II al
termine dei lavori. E’ questa l’essenza di Pienza e del suo territorio, dove la
storia e l’arte non si concludono con il centro voluto dal Piccolomini, ma si
esternano negli altri borghi, come Monticchiello, e nelle altre emergenze (il
Castello di Spedaletto, la Pieve di Corsignano, il Romitorio, il Monastero
Olivetano di S.Anna in Camprena). In soli tre anni, dal 1459 al 1462, sorse
Pienza, la Città d'Autore, la Città Ideale, la Città Utopia. Se l'ordine è il simbolo della perfezione, allora
Pienza non può che confermare la regola, là dove strade, chiese e palazzi si
dispongono, precise, intorno alla piazza centrale. Il progetto iniziale
prevedeva infatti la costruzione degli edifici più importanti, e cioè la
Cattedrale, il Palazzo Gentilizio Papale, il Municipio e il Palazzo Vescovile.
Posizioni e costruzioni vennero studiate nei minimi particolare, tutto parte di
un processo architettonico che non poteva escludere il paesaggio circostante.
Il Duomo di Pienza, Con-cattedrale di Santa Maria Assunta, è uno
degli edifici più significativi del Rinascimento italiano. Venne realizzato
dallo stesso Rossellino, ma è qui chiara l'influenza esercitata da un altro
personaggio di spicco, figura importante nella storia di Pienza: il genovese Leon
Battista Alberti, umanista rinascimentale, architetto, scrittore e
matematico (ma anche filosofo, linguista, crittografo, musicista, archeologo),
una delle menti italiane più geniali della storia e di cui il Rossellino fu
allievo. La forma della chiesa è pressoché in stile francescano, ma da questo
si distingue per l'elegante facciata in travertino, simile ad un grosso blocco
di marmo scolpito. Nel suo interno, gotico, sono custoditi dipinti di pregio di
diversi artisti dell'epoca, si noti in particolare l'Assunzione delle
Vergine di Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta.
Per la bellezza del suo centro storico rinascimentale nel
1996 Pienza è entrata a far parte dei Patrimoni naturali, artistici, culturali
dell'UNESCO, seguita poi nel 2004 dalla stessa zona valliva in cui sorge: la
Val d'Orcia.
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis