mercoledì 3 gennaio 2018

«Bartolo Longo a Grottaglie» (Lulu editore, pp. 230) di Francesco Occhibianco

«Bartolo Longo a Grottaglie e tre lettere inedite del beato».
È questo il titolo del volume riccamente illustrato scritto da Francesco Occhibianco, giornalista e docente nella Secondaria di Primo grado.

Protagonista è il Commendatore Bartolo Longo (1841-1926), originario di Latiano, fondatore del Santuario di Pompei, beatificato da papa Giovanni Paolo II il 26 ottobre del 1980.
“Zio Bartolino”, come è noto, visitò spesso Grottaglie ed alloggiò nella casa ubicata in zona Capone (poi contrada Campitelli, oggi via delle Regioni), ospite della sorella uterina Maria Campi (1857-1926), detta Marietta, originaria di Mesagne, nata dal matrimonio della madre Antonia Luparelli con l’avvocato Giovanni Campi di Mesagne.
Mariannina si era sposata con il direttore didattico Ciro Peluso (1851-1926), un benemerito della scuola di Grottaglie, una gloria fulgida della città della ceramica che diede ai propri figli una solida formazione cristiana; dal loro matrimonio nacquero Ninetta, che per trent’anni diresse la Schola cantorum al Santuario di san Francesco de Geronimo, Teresa, Antonietta, Adele e Giuseppe, che divenne gesuita e che zio Bartolino sostenne economicamente per il completamento degli studi. L’aria salubre che si respirava attorno alla villa di campagna che il Peluso aveva acquistato (l’edificio è stato demolito nel 2005 per far posto ad una palazzina), era una vera boccata di ossigeno.
Nel suo giardino, popolato di nespoli, melograni, aranci e limoni, il beato recitava il rosario insieme alle nipoti; poi, nel pomeriggio, si recava al Santuario, per incontrare i suoi “cari amici” gesuiti Felice Tanzarella e Gennaro Bracale: con entrambi ebbe anche una corrispondenza epistolare. Ai Padri regalò, nel 1897, una magnifica tela della Vergine del Rosario, esposta nel Santuario. Inoltre, incoraggiò i grottagliesi a costruire la chiesetta della Madonna di Pompei, alla periferia di Grottaglie, sulla strada per Francavilla.
Nella seconda parte del volume, Occhibianco pubblica alcune lettere inedite che il beato scrisse al professore di Modena Pier Biagio Càsoli (1852-1905) nel 1893, in occasione di un convegno nazionale sulla Carità, che si tenne nella Valle di Pompei.
Nel libro, infine, l’autore si sofferma sul profilo biografico di tre gesuiti vissuti a Grottaglie e morti in odore di santità: Felice Tanzarella (1851-1931), Giuseppe Coppa (1860-1902) ed Agostino Liguori (1860-1940).


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