“Privatizzare l’acqua è in un certo senso come privatizzare l’aria. Non si tratta di una semplice battuta. Forse non riflettiamo mai abbastanza riguardo questo elemento che pur costituisce gran parte del nostro stesso corpo. Eppure pochi dati basterebbero a dare la misura delle preziosità dell’acqua, o dell’ ‘Oro Blu’, così come sempre più spesso viene definita. Il 97, 5% dell’acqua sul nostro pianeta è salata; del rimanente 2, 5% di acque dolci il 70% per cento è costituito dai ghiacci situati ai due poli. Ciò vuol dire, in sostanza, che a disposizione dell’uomo vi è solo un misero 0, 007%. Vale altresì la pena di ricordare che il 20% dell’umanità (quindi qualcosa come 1,2 miliardi di persone) non ha accesso all’acqua in modo soddisfacente per i propri bisogni.
I demografi calcolano che nel 2025 i due terzi della popolazione mondiale vivrà in aree dove vi saranno risorse idriche limitate. Considerando che oggi in molte zone dell’Africa gli abitanti percorrono in media 8 km a piedi per accedere all’acqua, e che ogni anno quasi 4 milioni di bambini muoiono a causa di diarrea associata a mancanza di acqua o per aver bevuto acqua inquinata o di pessima qualità, vi è davvero di che angosciarsi.
A maggior ragione non dovrebbe restar tranquillo un pugliese, un abitante cioè di una regione che per secoli ha serbato la triste nomea di terra ‘sitibonda’, ovvero luogo drammaticamente carente del prezioso liquido senza il quale non è neppure pensabile una vita e un’ economia decente. Nei prossimi anni, come del resto appare chiaro dalla politica degli Stati del Vicino e Medio Oriente, l’acqua assumerà un valore politico forse ancor più preponderante del petrolio.
In vista dei referendum di giugno, ribadisco quindi con la massima convinzione che l’acqua deve restare un bene pubblico! E, considerato lo spreco che contraddistingue la nostra rete idrica, auspico che pubblica sia per noi pugliesi anche la preoccupazione per un corretto uso dell’acqua in agricoltura. A partire dall’irrigazione a goccia, tecnica mai abbastanza incentivata, così come il riciclo dell’acqua potabile per usi agricoli. Il sacrosanto diritto all’acqua per le future generazioni dipende solo da noi”.
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