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Foto Ciro Quaranta |
Credo che sia interessante, nonché doveroso, preannunciare l'imminente festa di San Ciro a Grottaglie, attraverso gli scritti di un grottagliese illustre,il prof. D.Giuseppe Petraroli, studioso e fecondo oratore, nato a Grottaglie il 27 agosto 1874 e morto nel 1953.
Da una delle sue tante opere del 28.8.1938 traggo:
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Nel 1709, reduce da Napoli, Francesco seppe della grave difficoltà e recatosi sul luogo vi fissò di propria mano quella pietra che la baronale audacia non potè più smuovere. Fu condotta cosi per miracolo a termine quella cappella
che forma ancora la parte piu' ricca e piu' artistica del Duomo di Grottaglie,per la preziosità dei dipinti (velette della cupola di Paolo de Matteis e il bellissimo quadro della vergine del Rosario) nonchè per l'armonia dell'architettura, nonostante che un vandalismo pietoso,per una incuria deplorevole, abbia dissipato questi ricchi e delicati lavori.
Una lapide murata dalla parte dell'attuale Piazza Regina Margherita nel 1709 così ricorda l'avvenimento:
D.O.M.
DIVUS FRANCISCUS DE HYERONIMO
UT INTER SUOS CONCIVES CULTUM
ERGA SANCTUM CYRUM CHRISTI MARTIREM
CONFOVERET
SACELLUM HOC E FUNDAMENTIS EREXIT
ET PRIMUM HANC LAPIDEM
CRUCE OBSIGNATA
AD HOSTES PROFLIGANDOS
SUA MANU POSUIT MDCCIX
(trad) A DIO L'OTTIMO IL MASSIMO
PER PROMUOVERE TRA I SUOI CONCITTADINI
IL CULTO DI SAN CIRO,MARTIRE DI CRISTO,
SAN FRANCESCO DE GERONIMO
ERESSE QUESTO TEMPIETTO DALLE FONDAMENTA
E PER PRIMO POSE DI SUA MANO
QUESTA LAPIDE,
DOPO ESSERSI FATTO IL SEGNO DI CROCE
PER SCONFIGGERE I NEMICI 1709
L'idea di rimetterla nel pristino splendore è degno di ogni encomio e ai Grottagliesi se non manca il buon volere,non faranno difetto i mezzi. Questa cappella fu abbellita per opera dell'arciprete D.Tommaso De gironimo,fratello del Santo, col concorso dei cittadini e della congregazione del Rosario,della quale S.Francesco era confratello................
................Le modalità della festa furono stabilite per pubblico istrumento rogato dal notaio Tommaso Giurì al 1 agosto 1722........."
Questo quanto scritto da Don Giuseppe Petraroli, sacerdote ed autore di numerose studi su personaggi e monumenti locali, sul quale e' sceso l'ingiusta dimenticanza della Storia e dei suoi conterranei. Ma, poichè "il tempo è anche galantuomo, e rimette ogni cosa al suo posto", spero che questo personaggio, dotato di cultura e amore della sua terra, possa un giorno non lontano rivivere attraverso le parole che i posteri di buona volonta' vorranno spendere per riportarlo alla luce del sole, certi che quanto da lui scritto possa dare la stessa calda fiamma di una lucerna antica sottratta all'affettuoso e criptato abbraccio della madre terra.
un bellissimo articolo.Complimenti
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