Oggi è il 17 febbraio 2012 e quattrocentododici anni fa, il 17 febbraio 1600, Giordano Bruno, con la "lingua in giova", cioè serrata da una morsa perché non potesse parlare, venne condotto in piazza Campo dei Fiori a Roma e dopo essere stato denudato, legato a un palo, venne arso vivo e le sue ceneri gettate nel Tevere. La morale di questa triste storia, secondo me, risiede nelle parole che lo stesso Bruno indirizzò ai giudici, dopo che gli fu letta la sentenza che lo condannava al rogo. "Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza, che io nell'ascoltarla".
Sono parole di condanna rivolte ai giudici, da parte di un uomo, che non ha paura della legge umana in nome della quale si commettono le peggiori atrocità, consapevole (da eretico?), che esiste una sola legge giusta a cui guardare: quella DIVINA.
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