mercoledì 13 giugno 2012

Un Pascoli nicciano e proustiano nell’alchimia del Mediterraneo quello di Bruni e Cavallo

Pierfranco Bruni: “Pascoli tra il Dio è morto e la persuasione della Grazia”
 
 
Ben articolato e costruito su tesi e questioni tematiche l’incontro dedicato a Giovanni Pascoli letto da Pierfranco  Bruni e Marilena Cavallo con “Nel mare di Calipso. La dissolvenza omerica e l’alchimia mediterranea in Giovanni Pascoli”, edito da Pellegrini – Cosenza, svoltosi alla Provincia di Taranto in occasione delle celebrazione del centenario del poeta romagnolo. La serata si è innestata  anche tra i vari servizi culturali della Rai, nei programmi di Rai Parlamento “Dieci Minuti di”, con il coordinamento scientifico di Pierfranco Bruni. 
Non un Pascoli “scolastico” o “consumato” in lezioni prettamente antologiche e tardo liceali ma un Pascoli nella modernità attraversato completamente dalla interpretazione nicciana e zambraniana oltre alle veggenze metaforiche rimboudiane di Pierfranco Bruni che ha concluso i lavori con una vera lezione sul rapporto tra filosofia, poetica “del nulla” e alchimia tra Pascoli, la tradizione e il contemporaneo.
 La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione culturale “Leonida Repaci” di Taranto in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per i beni librari, gli istituti culturali e il diritto d’autore. I lavori sono stati introdotti da Pietro Stella, vice presidente dell’Associazione, seguito da Raschillà, giornalista e scrittore che ha delineato la visione ideologica del Pascoli tra Otto e Novecento. Le relazioni sostate affidate a Mario Guadagnolo, Storico contemporaneo, e a Marilena Cavallo, Docente nei Licei e coautrice, con Bruni, del saggio su Pascoli, mentre le conclusioni sono state affilate da Pierfranco Bruni, Responsabile del Progetto “Pascoli e il Plurilinguismo” del MiBAC.

Un Pascoli, dunque, innovativo. La contestualizzazione nelle temperie storica è stata tracciata con vigore da Guadagnolo, il quale nella sua relazione ha tratteggiato tutta l’epoca risorgimentale sino all’età giolittiana. Dentro questo contesto il Pascoli, nato nel  1855 e morto nel 1912, ha vissuto le varie fasi del socialismo, comprese quelle dell’anarchismo prima, come sottolineato da Raschillà, utopistico e nazionalista in una stagione in Giolitti ha formato l’Italia del Novecento, ha detto Guadagnolo proiettando il poeta nel Novecento.
E sul suo novecentismo decadente si è soffermata con acume critico Marilena Cavallo scavando nelle radici omeriche di un Pascoli che lascia morire Ulisse tra i capelli di Calipso rivoluzionando sia il mito di Omero che quello di Dante. La Cavallo non ha però trascurato il Pascoli “scolastico” recuperandolo ad una lettura innovativa.
Ed è su questo che Pierfranco Bruni si è soffermato capovolgendo però la tradizione pasco liana e sostenendo che in molti sostegni letterari è molto più importante e necessario il suo pensiero poetico e politico che il testo poetico stesso. E per fare questo ha “infilato” l’anima di Pascoli in un intreccio di straordinaria forza e originalità con la lettura che Pascoli ha fatto di Dante tirando nella danza delle riflessioni la formazione orientale del Pascoli esoterico, sufico e mediterraneo. Il bui della Minerva, il velame che nasconde, la visione che diventa mirabile chiama in causa, ha sostenuto Bruni, il concetto di tempo proustiano orizzontale e verticale ma in modo particolare si è soffermato sul Dio che è morto e che soltanto il simbolo può dare la consapevolezza della persuasione.
Un discorso quello di Bruni molto forte e autentico che va oltre ogni scuola di pensiero perché rileggendo Pascoli, ha sostenuto, è necessario azzerare tutto quel Novecento impartito sotto le lezioni devianti sia di Croce che di Russo e recuperare il Novecento debenedettiano che è il vero maestro di una critica coraggiosa e in questo modello la cultura orientale pasco liana non è soltanto nel plurilinguismo ma nell’atto profetico, esoterico e alchemico in un Mediterraneo tra cristianesimo e sufismo a cominciare dalle prime pagine del “fanciullino”.
Insomma, una serata interessante e di alto spessore culturale che si collega, ormai, ad un pensiero  “forte” di un Pascoli che il Mibac con il saggio di Cavallo e Bruni ha posto all’attenzione  in campo europeo.

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