di Filomena Russo
La Rochefoucauld, moralista francese del XVII secolo
dice: ”L’amicizia,la più disinteressata non è che un commercio(calcolo) nel quale il nostro amor proprio
si propone sempre qualcosa da guadagnare”. La
parola amicizia oggi è molto inflazionata, come anche la parola stima. Si è
amico di qualcuno senza conoscerlo, senza conoscere l’altro. Di
quel qualcuno si conosce appena il nome, forse dove abita,il numero del suo telefonino, ma
della persona in questione non si sa chi sia,né cosa pensi,quali le sue motivazioni di vita, né i sentimenti
che albergano nel suo cuore.
Quel qualcuno
potrebbe essere un mostro e noi neanche ce ne accorgeremmo,presi come siamo del nostro “io” immenso,del nostro voler essere protagonisti a
tutti i costi di qualcosa di non ben definito, forse solo dello smodato desiderio di apparire.
Ecco apparire e basta, se oltre all’apparire ci fosse qualcos’altro,per esempio”l’essere”,ma,questo
sembra non interessare nessuno.
Tutto si svolge come in un film,le immagini si susseguono come
fotogrammi non ancora coordinati, figure più o meno sbiadite,o colorate,vanno,vengono, si
muovono con una accelerazione smodata senza sapere
come e quando fermarsi o sostare. Fermarsi significa riflettere, pensare, e
ciò, desta, forse,qualche
preoccupazione, e per la maggior parte di noi, presi come siamo dal nostro bello apparire è qualcosa da non tenere in alcuna considerazione.
Pure, sostare e riflettere significa gustare e appropriarsi di quel tempo che inesorabilmente
scorre e fugge,portandosi via quella parte di noi che non conosciamo, che non palesiamo,gelosi
come siamo di ciò che ci appartiene. In sostanza,però,non possediamo nulla,perché non abbiamo
nulla se non quello che siamo, e quello che offriamo agli altri.
Già gli altri,tanti noi
stessi più o meno belli, più o meno veri, nei confronti dei quali, di quel noi stessi,ognuno di noi si
sente migliore, poiché la valutazione nel bene e nel male è sempre molto soggettiva. E per rifarsi
sempre a La Rochefoucauld il quale dice:
“Le plus
grand effort de l’amitié n’est pas de montrer nos défauts à un ami, c’est de
lui faire voir les siens”.
Trad. "Il
più grande sforzo dell’amicizia non è
mostrare i nostri difetti a un amico, è di fargli vedere i suoi”.
E Saint-Evremond, sempre a proposito dell’amicizia, dice:
“Sans la confiance d’un ami, la félicité du ciel serait ennuyeuse”
Trad: "Senza
la fiducia di un amico, la beatitudine(felicità) del cielo sarebbe noiosa.”
E
Mademoiselle De Scudéry dice : "le plus sensible plaisir
est dans le choix d’un
ami de distinction, en qui on puisse avoir la dernière
confiance, de qui on puisse recevoir des conseils et à qui on puisse en
donner,à qui on puisse montrer son coeur à
découvert et confier tous ses secrets, me^me ses propres faiblesses,en un mot,
un autre soi-même.”
Trad: "Il
piacere più vero é nella scelta di un amIco di valore nel
quale si possa avere una fiducia estrema, da cui si possa ricevere dei consigli
e a cui si
possa darne e a cui si possa palesare liberamente
il proprio cuore e confidare tutti i propri segreti, persino le proprie debolezze,
in unaparola
, UN ALTRO SE STESSO.
Ma per ritornare al concetto iniziale “amici
o conoscenti”? è sempre valido il vecchio adagio:
“Chi trova un vero amico trova un tesoro”.
Nessun commento:
Posta un commento
blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis