Un mondo fatto di atomi e di
vuoto, di responsabilità e felicità tutte umane che rendeva inutile
l'intervento divino e attaccava i pregiudizi irruppe nella cultura europea e ne
ridefinì i valori: e’ il mondo di Lucrezio Caro, gigante della letteratura
latina. Epicuro aveva impresso al materialismo antico, e a quello
moderno una svolta decisiva: Gli atomi,
spiegava, non si muovono lungo un'immutabile linea retta, ma deviano
casualmente e impercettibilmente: solo così si spiega la miriade di
aggregazioni atomiche possibili; solo così, soprattutto, si spiega la libertà
d'azione dell'uomo, una «volontà libera dal fato / in virtù della quale
procediamo dove il piacere ci guida». La tesi di Karl Marx non sarebbe mai
stata scritta se quattro secoli prima, all'altro capo della Germania, un
segretario papale di alterne fortune, Poggio Bracciolini, non avesse sfruttato
le pause nei lavori del concilio di Costanza per perlustrare le biblioteche
della zona e trarne capolavori di cui non restavano altro che la memoria e
qualche citazione: l'epica di Silio Italico, tutto Quintiliano, il poema
astronomico di Manilio.E soprattutto se il caso non avesse aggiunto un'opera
grandiosa che da qualche secolo aveva quasi del tutto fatto perdere le tracce
di sé, il poema Sulla natura del discepolo romano di Epicuro, Lucrezio.

"Questo blog, nasce a Grottaglie e per Grottaglie, è e sarà rispettoso delle manifestazioni dell'altrui pensiero, da qualunque parte provengano, purché espresse onestamente e chiaramente. In questo spazio ho l'onore di avere autori di spessore culturale di grande livello. Potete scrivermi su: lillidamicis@libero.it e/o su : lillidamicis@gmail.com
mercoledì 22 ottobre 2014
lunedì 20 ottobre 2014
"Caino e Abele" di Borges
Proposto da Francesco Annicchiarico
"Abele e Caino s’incontrarono dopo la morte di Abele.
Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano, perché erano ambedue
molto alti.
I fratelli sedettero in terra, accesero un fuoco e mangiarono.
Tacevano, come fa la gente stanca quando declina il giorno.
Nel cielo spuntava qualche stella, che non aveva ancora ricevuto il suo nome.
Alla luce delle fiamme, Caino notò sulla fronte di Abele il segno della
pietra e lasciando cadere il pane che stava per portare alla bocca chiese
che gli fosse perdonato il suo delitto.
domenica 12 ottobre 2014
Un lirico greco moderno: Costantino Kavafis
Il tormentato Costantino Kavafis,
giornalista e poeta della conquista del sé, nasce nel 1863 ad Alessandria
d’Egitto, sotto il segno di un destino severo e spesso arduo da
ammaestrare, sebbene esorcizzato proprio grazie alla scrittura (prima
giornalistica, poi squisitamente poetica). Ultimo di nove figli, Constantino
vive di un perenne sguardo sull’altrove, in parte perché i genitori conducono
un’avviata ditta import-export (interfacciandosi quindi con industriali e
professionisti dalle diverse nazionalità e culture), in parte perché
attraversato da un primigenio senso di inadeguatezza al contesto e chiusura
verso gli altri. Nel 1873 muore suo padre, evento che modificherà
vertiginosamente, tra l’altro, la condizione economica della famiglia, tanto da
obbligare i Kavafis ad allontanarsi da Alessandria
(dove Constantino però ritornerà, e dove vivrà fino alla
morte), già preda di pericolose rivolte nazionaliste. Omosessuale consapevole
fin da giovanissimo, diventa presto scomodamente anticonvenzionale e
polemicamente scettico rispetto ai rigidi dettami della religione cristiana,
che sempre istillerà nel poeta un perturbante quanto antico senso di colpa. Dal
corpus poetico (che consta di 154 composizioni, pubblicate postume) emerge con
chiarezza la concezione salvifica (e sottilmente aristocratica) della
cristallizzazione poetica della memoria come mezzo per elevare l’uomo dalla
propria condizione disperante.
mercoledì 8 ottobre 2014
Forte provocazione di Pierfranco Bruni al Convegno a Roma sul Mediterraneo e le etnie
di Pierfranco Bruni
“Perché continuane a parlare di Magna Grecia dei popoli e delle civiltà quando il mondo attraversa conflitti tra Oriente ed Occidente che hanno ormai la dissolvenza dei confini?”.Provocatoria e stimolante relazione ha sviluppato Pierfranco Bruni nell’aprire il Convegno di studi su “Le etnie, il Mediterraneo e le donne tra il mare e il deserto nella letteratura del Novecento” svoltosi a Roma nella Sala di Palazzo Sora.
Proprio analizzando l’opera di Oriana Fallaci, di Marie Cardinal e di Matilde Serao ha fortemente catapultato il concetto “nostalgico” di Magna Grecia, addossando tutte le responsabilità di una incomprensione culturale a chi considera ancora il concetto di Magna Grecia radicato in una geografia diventata geo-politica.
“La Magna Grecia non c’è più, ha dichiarato Pierfranco Bruni, perché è finita nel momento in cui è crollato il Regno di Napoli, nel momento in cui si è concesso di stravolgere la tradizione fortemente Mediterranea e di affidare l’identità greco – latina a quelle appartenenze austro – ungariche”.
venerdì 3 ottobre 2014
Un breve excursus su “Grottaglie amministrativa “:e’ sempre meglio sapere che ignorare!
“Con la legge 8 agosto 1806 n. 132 il Regno di Napoli fu
suddiviso in province, distretti e comuni, questi ultimi amministrati da un
sindaco titolare del potere esecutivo, da un numero variabile di
"eletti" e dal decurionato, organo in cui risiedeva la rappresentanza
comunale. La definizione del numero e della circoscrizione amministrativa dei
singoli comuni fu fissata dal decreto del Regno di Napoli 4 maggio 1811 n. 922,
dal quale risulta che il comune di Grottaglie era incluso nell'omonimo
circondario, comprendente anche i comuni di Montemesola e Monteiasi,
all'interno del distretto di Taranto, in provincia di Terra d'Otranto (cfr. F.
Assante, "Città e campagne nella Puglia del secolo XIX", in Quaderni
Internazionali di Storia Economica e Sociale, Genève, Librairie Droz, 1975, p.
338). Nel successivo decreto del Regno delle due Sicilie 1 maggio 1816 n. 360
Grottaglie era ancora annoverato con la stessa circoscrizione amministrativa
risultante dal precedente decreto e, poiché la popolazione residente ammontava
allora a 5042 abitanti, era classificato tra i comuni di seconda classe, ossia
quelli con una popolazione compresa fra i 3000 e i 6000 abitanti.
giovedì 2 ottobre 2014
“Pensieri sottovoce” di Cosimo Fornaro. Un poeta vero da rileggere nel Novecento italiano
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Foto: Andrea Papa |
Un ricordo molto dolce di José Minervini, sua allieva. Saluti istituzionali dell’assessore alla cultura del Comune di Taranto Cisberto Zaccheo. Indirizzi introduttivi con una lettera del Cardinale Ravasi e affascinante viaggio tra poesia e musica con le voci narranti di Stefano De Luca e Federico
Tra favola e Realtà
di Filomena Russo
La cigale et la fourmi - La cicala e la formica
La cigale, ayant chanté - La cicala, avendo cantato
Tout l’été, - tutta l’estate
Se trouva fort dépourvue - si trovo’ sprovvista di tutto
Quand la bise fut venue: - quando l’inverno arrivò :
Pas un seul petit morceau - non un piccolo pezzo(boccone)
De mouche ou de vermisseau: - di mosca o di vermiciattolo:
Elle alla crier famine - lei andò a dire che moriva di fame
Chez la fourmi sa voisine, - dalla formica sua vicina,
La priant de lui prêter - pregandola di prestarle
Quelque grain pour subsister - qualche chicco per sopravvivere
Jusqu’à la saison nouvelle: - sino alla nuova stagione :
-Je vous paierai, lui dit-elle, - -io vi pagherò, le disse,
Avant l’août, foi d’animal, - prima di agosto, parola d’onore d’ animale
Intérêt et principal. - Interesse e capitale.
La fourmi n’est pas prêteuse: - La formica non presta volentieri :
C’est là son moindre défaut ! - è un suo piccolo difetto !
--Que faisiez-vous au temps chaud? - –Che facevate quando faceva caldo ?
Dit-elle à cette emprunteuse. - Disse a colei che chiede un prestito.
--Nuit et jour, à tout venant, - -giorno e notte, per tutti,
Je chantais, ne vous déplaise. - Io cantavo, non vi dispiaccia.
--Vous chantiez ? j’en suis fort aise. - Voi cantavate ?Ne sono lietissima .
Eh bien! Dansez maintenant! - Ebbene ! Adesso ballate!
J . DE LA FONTAINE