Cosa è stato il contesto storico 1911 - 1914? Cosa è stato in una Italia che ancora non aveva ben compreso il processo politico nato dal 1861?
Cosa stata la letteratura che racconta la falsa rivoluzione garibaldina e il Garibaldi tradito in un raccontare in cui il Risorgimento è attraversamento di epoche successive e di epoche decadenti che verranno?
Il contesto dei primi quattordici anni del Novecento sono anni di un forte dibattito tra dialettica e polemiche. Sono gli anni in cui Benito Mussolini non aderisce alla guerra Italo - Turca, mentre Il discorso di Pascoli di Barga resta un riferimento centrale nel 1911.
È la temperie in cui Mussolini spacca, nel 1914, i socialisti e apre una vertenza tra nazionalisti, massimalisti, riformisti e sindacalismo. Gli scrittori non si allontanano da questa discissione.
C'era stato un Edmondo De Amicis che ha legato la letteratura alla storia e un Verga che ha superato il naturalismo passando attraverso il realismo e andando verso un forte appiglio decadente. Come il grande processo innescato da D'Annunzio e anche da Pirandello.
Ma resta Mussolini il grande protagonista della scissione socialista. Partecipa alla Grande Guerra da socialista. È un dato assolutamente da non trascurare. Come non è da trascurare la posizione di Gaetano Salvemini e Giovanni Amendola che restano interventisti nel dibattito, ma anche nella posizione sulla guerra.
Una questione tutta aperta è quella sia di Nitti che di Gobetti. Ma sono gli intellettuali ad essere interventisti tanto che si forma una vera e propria cultura dell'interventismo.
Si tratta di in'idea portante che condizionerà il pensiero del primo ventennio del Novecento. Proprio per questo bisogna uscir fuori dallo stupidume del ricordare, un concetto astratto banale e ignorantemente qualunquista, un evento, e mai una parantesi, come la Grande Guerra considerando fortemente l'idea della celebrazione.
Per i socialisti ci fu il Mussolini che spezzò il qualunquismo. Problema con il quale la Grande Guerra e la discussione su di essa dovrà fare ancora i conti. La letteratura non potrà e non dovrà smettere di confrontarsi con la storia. Mussolini resterà socialista e nazionalista per tutta la durata della Grande Guerra. Rese, da socialista, nazionalista la Prima Guerra Mondiale.
La letteratura di quegli anni è dentro la storia perché gli scrittori e i poeti che la fecero parteciparono alla Grande Guerra. Anche la linea che va da Rebora a Cesare Giulio Viola.
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