A proposito del culto di San Ciro, introdotto da San
Francesco De Geronimo,ripropongo(l’ho gia’ fatto due anni fa) di leggere cio’
che scrive Padre Longaro degli Oddi,nel 1806,nella “sua Vita” del
Santo grottagliese:…C A P O I V... *Introduce la divozione di San Ciro, e ne promuove il culto per tutte le
Provincie del Regno*.“…1 Volendo noi nel decorso di questa Istoria far
frequente menzione dell' inclito Martire e glorioso Campione della Fede San Ciro, eletto dal Beato di Girolamo per prorettore e
compagno del suo Apostolato; ragion vuole , che io ne dia qui una succinta
notizia, accennando ancor la ragione, che mosse il Beato Francesco a prendere a
petto il culto di questo Santo, a promuoverlo, e crescerlo quanto gli fu
possibile in ogni parte .2. Nella Chiesa della nostra Casa Professa di Napoli, detta
volgarmente il Gesù Nuovo , a lato destro del maggior Altare, in una Cappella
dedicata alla Santissima Vergine , e alla Madre di lei la gloriosa Sant'Anna,
riposano i Cori Corpi di censessanta gloriosissimi
Martiri , ciascuno iti una sua urna particolare di elegante struttura, e
vagamente disposti a'due lati dell'Altare, onde faccian corona alla Divina
Signora e loro Regina . Fra questi v' ha il Corpo del Martire San Ciro, di cui qui si ragiona .3.
Fu questi prima Medico di professione.
Indi per
alcuni anni menò vita eremitica; per infin a tanto che , mossa da'Gentili una
sanguinosa persecuzione contro la santissima nostra Fede ^ uscito dalla
solitudine , si prese a difenderla con gran zelo, fortificando i deboli,
rassodando i vacillanti, animando tutti a mantenersi fedeli a Dio , e a dar
volentieri la vita per Gesù Cristo . Nel qual pietoso uffizio mentre con gran
fervore si esercitava, caduto in mano degl' Idolatri, dopo aver coraggiosamente
sofferti tormenti orribili, in Canopo Città di Egitto conseguì la palma del.
Martirio, ucciso con più altri Compagni il dì 31. di Gennajo 1' anno di nostra
salute 283. Il secondo Concilio Niceno conta più diversi miracoli operati da
questo glorioso Martire in difesa delle Sacre Immagini - Leggasi la sua vita
scritta ,
e data alle stampe dal Padre Francesco Ansatone della nostra
Compagnia; e di lui ampiamente si.parla negli Atti compilati dal Bollando sotto
il dì 31. di Gennajo. 4. Or questi é quel prodigioso
San
Ciro scelto dal Beato di Girolamo per istrumento principalissimo, con
cui operar cose grandi a gloria di Dio, e in salute di anime innumerabili. Qual
poi si fosse il motivo, che
V indusse a chiamare in suo ajuto questo
Santo sopra di ogni altro, io non saprei accertarlo . V ha chi dice averne lui
avuto un interno particolarissimo impulso da Dio . Altri han creduto , che il
Santo istesso se -gli desse a vedere, e gli promettesse tutta la sua assistenza
nelle fatiche del suo ministero . Interrogato sopra di ciò lo stesso Uom di
Dio, altro mai non rispondeva , se non che , attendendo egli alla salute delle
anime, trascurar non doveva quella de'corpi, mezzo forse infra tutti il più
efficace a guadagnare a Dio le
stesse anime. Il che presupposto, essersi
lui a tal' effetto scelto in ajuto un Santo, che esercitato aveva
uno, e 1 ' altro impiego, e che dell' arte
, che professava di guarire i corpi, si era sempre valsuto in benefizio delle
anime
é 5. Se pure non voglia
dirsi, come a molti ne parve , essere stata una tale scelta uno stratagemma
finissimo dell'Uom di Dio, suggerito a lui dalla sua profonda umiltà, affinché
la gloria de
' stupendi prodigi, che l'amante
Signore per suo mezzo operava, non tornasse sopra di lui, ma attribuita fosse
ai meriti, e alla protezione del Santo Martire . Ma comunque ciò sia, parve che
da quel punto
San Ciro, e il Beato Francesco
patteggiasser fra loro, e s'impegnassero
San Ciro ad
accordare al Beato Francesco quanto gli avesse chiesto per se, e per altri; e
il Beato Francesco a proccurare in ogni possibil maniera tutto 1' onore a
San Ciro.6. E per cominciare dal Beato di Girolamo. Tolti
dall' urna, in cui riposa il Corpo del Santo Martire , alcuni pezzetti di
quelle sacre Ossa, fece chiudergli in un decente piccolo reliquiario da portar
sempre seco, e averlo inseparabil compagno in tutte le sue azioni. Non passava
mai dì, che in più modi non 1' onorasse. Con lui concertava quanto disegnava di
fare a gloria di Dio; da lui prendeva consiglio in tutti i dubbj; a lui
ricorreva per conforto ne'suoi travaglj; in lui finalmente tutta aveva riposta
la sua fiducia, pregandolo a volere assisterlo in tutte le sue incombenze, per
non errare
7. Ad ottener poi, che ancor da altri fosse onorato , non
risparmiò fatica , non trascurò industria, non lasciò intentato alcun mezzo. Ma
poiché tutto ciò non ostante , ben conosceva la sua insufficienza; impegnò il
buon Santo a farsi largo da se tra. le genti, e comperarsi , dirò, i lor'
osséquj a prezzo di grazie. Ad ottener le quali non visitava infermo, che noi benedicesse
colla Reliquia del Santo Martire, esortandolo ad implorarne la protetezione col fare a lui qualche ossequio. Per lo stesso fine
inventò egli tre altri mez2i poderosissimi, e furono il distribuir l'Olio, che
in un gran vaso fatto a maniera di lampana ardeva prima per qualche tempo
innanzi al Deposito del Santo; l' Acqua benedetta colla Reliquia del medesimo;
e i Fiori stati sopra il suo Corpo, e poscia seccati , e ridotti in polvere.8.
Egli é ben vero però , che mirando il Sant' Uomo a giovare con tali industrie
più alle anime, che a' corpi di quanti a lui ricorrevano; prima di benedirli
colla Reliquia del Santo Martire , o dar loro alcuna delle suddette cose: ecco,
diceva ad essi, che in questa Reliquia io vi porgo un rimedio
potentissimo contro ogni morbo: ma acciò faccia in voi tutto il buon
effetto, convien prima mondar V anima da peccati, ordinaria cagione di tutti i
mali: è senza più ne udiva le confessioni, e li riconciliava con Dio.9. Non
contento però di veder rendere al Santo Martire questo culto privato; tanto si
adoperò, che ottenne di renderlo pubblico. E perciò che il giorno della sua
morte cadeva nel più rigido Inverno, tempo, come ognun vede, poco opportuno ad
ottenere il concorso, ch' egli bramava , massimamente dalle Terre, e Casali
vicini; colle necessarie licenze fissò per tal Festa la terza Domenica di
Maggio , stagion più mite, e giorno già destinato per la Comunion Generale, e
però già per se stesso di un concorso grandissimo io. Moveva poi a tenerezza insieme e a
divozione il vederlo in tal dì quasi estatico e mezzo fuori di se per l"
allegrezza, alto spuntar dell'alba scendere in Chiesa, raccomandarsi a' Padri
Operaj di trovarsi pronti al Confessionale, insister co'Sagrestani perché
riuscisse la Festa con la maggior pompa possibile; prendendo sopra di se tutta
la spesa, l'accorrer di tratto in tratto alla porta della Chiesa a ricever le
numerose Compagnie, che sotto i loro respettivi stendardi, cantando le divine
lodi, venivano a ricevere il Pa n degli Angeli, e a venerare il Santo Martire:
trovarsi in somma in ogni Uiogo, acciò andassero le cose con tutto il buon
ordine: né per tutto ciò la sua divozione si dette per soddisfatta per sino a
tanto che non ebbe ottenuto per mezzo di un divoto ricco benefattore di
lasciare un fondo stabile, "col cui frutto, ancor lui morto, continuar si
dovesse in perpetuo la detta Festa.11. Ma neppur di tanto appagossi il suo
insaziabile zelo per la gloria del Santo Martire A lasciare un monumento
perenne della sua venerazione verso il medesimo ,' e affinché gli occhi de'
divoti avessero il suo pascolo col rimirarne 1 ' effigie; colle limosine di pia
diversi benefattori fé lavorare una grande Statua d' argento rappresentante il
Santo Martire in piedi in abito di Eremita con nella sinistra mano una palma,
insegna del suo martirio, e con la destra levata in alto, di peso di
cenquaranta libbre , di elegante e vago lavoro , e di prezzo presso a tremila
scudi , da collocarsi il dì della Festa sopra nobile piedestallo al lato destro
dell' Aitar maggiore in vista di tutti. E fu questa V ultima esterna
dimostrazione , ch' ei desse, dell* amor suo al Santo; conciossiacché andando
il lavoro assai lento, non la vide compita che moribondo . Al vedersela recare
in camera, le andò incontro con tutta V anima affacciata su gli occhi.
Con lui fece gli ultimi suoi complimenti , pregandolo a non abbandonarlo su
quei1 ' estremo, e chiedendogli quasi scusa di non averlo servito conforme al
suo desiderio
12. Come poi il Santo Martire corrispondesse all'amor del
suo Servo, e con quanta usura di benefizj ripagasse ogni ossequio da lui
ricevuto, prova più autentica e più autorevole non saprei qui addurne , che il
testimonio dell' istess' Uom di Dio . Visitato egli nelf ultima sua malattia da
Monsignor Girolamo Vicentini Arcivescovo di Tessalonica , e Nunzio Pontificio ,
parzialissimo del Beato Francesco; al timor, che quegli mostrava, che al mancar
di lui seccar si dovesse la vena di tante grazie, che il Santo Martire a suo
riguardo faceva a tanti per tutto il Regno gno: Monsignore,
rispose 1' infermo , sìa certo che non v e di che temere , e sì
assicuri, che il Santo non lascerà di proteggere questo Regno. Sappia, che a
voler calcolare le sole grazie , che per mezzo di me misero peccatore ha egli
fatte a suoi divoti, passan queste le diecimila, e tra queste
assaissime sopra le forze, e /' ordine di natura . Il certo é alla
perfine , tante essere state le grazie compartite dal Santo a chiunque implorò
il suo patrocinio, che gli guadagnarono, vivente tuttavìa il Beato di Girolamo
, i gloriosi titoli di comune benefattore, di fugator di ogni morbo, di
sovvenitore libéralissimo in tutti i bisogni. Ma di queste mi riserbo a
parlarne più per disteso nel Libro seguente…”
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