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mercoledì 21 gennaio 2015

Il culto di San Ciro in Padre Longaro degli Oddi



A proposito del culto di San Ciro, introdotto da San Francesco De Geronimo,ripropongo(l’ho gia’ fatto due anni fa) di leggere cio’ che scrive Padre Longaro degli Oddi,nel 1806,nella “sua Vita” del Santo grottagliese:…C A P O I V... *Introduce la divozione di San Ciro, e ne promuove il culto per tutte le Provincie del Regno*.“…1 Volendo noi nel decorso di questa Istoria far frequente menzione dell' inclito Martire e glorioso Campione della Fede San Ciro, eletto dal Beato di Girolamo per prorettore e compagno del suo Apostolato; ragion vuole , che io ne dia qui una succinta notizia, accennando ancor la ragione, che mosse il Beato Francesco a prendere a petto il culto di questo Santo, a promuoverlo, e crescerlo quanto gli fu possibile in ogni parte .2. Nella Chiesa della nostra Casa Professa di Napoli, detta volgarmente il Gesù Nuovo , a lato destro del maggior Altare, in una Cappella dedicata alla Santissima Vergine , e alla Madre di lei la gloriosa Sant'Anna, riposano i Cori Corpi di censessanta gloriosissimi Martiri , ciascuno iti una sua urna particolare di elegante struttura, e vagamente disposti a'due lati dell'Altare, onde faccian corona alla Divina Signora e loro Regina . Fra questi v' ha il Corpo del Martire San Ciro, di cui qui si ragiona .3. Fu questi prima Medico di professione.
Indi per alcuni anni menò vita eremitica; per infin a tanto che , mossa da'Gentili una sanguinosa persecuzione contro la santissima nostra Fede ^ uscito dalla solitudine , si prese a difenderla con gran zelo, fortificando i deboli, rassodando i vacillanti, animando tutti a mantenersi fedeli a Dio , e a dar volentieri la vita per Gesù Cristo . Nel qual pietoso uffizio mentre con gran fervore si esercitava, caduto in mano degl' Idolatri, dopo aver coraggiosamente sofferti tormenti orribili, in Canopo Città di Egitto conseguì la palma del. Martirio, ucciso con più altri Compagni il dì 31. di Gennajo 1' anno di nostra salute 283. Il secondo Concilio Niceno conta più diversi miracoli operati da questo glorioso Martire in difesa delle Sacre Immagini - Leggasi la sua vita scritta , e data alle stampe dal Padre Francesco Ansatone della nostra Compagnia; e di lui ampiamente si.parla negli Atti compilati dal Bollando sotto il dì 31. di Gennajo. 4. Or questi é quel prodigioso San Ciro scelto dal Beato di Girolamo per istrumento principalissimo, con cui operar cose grandi a gloria di Dio, e in salute di anime innumerabili. Qual poi si fosse il motivo, che V indusse a chiamare in suo ajuto questo Santo sopra di ogni altro, io non saprei accertarlo . V ha chi dice averne lui avuto un interno particolarissimo impulso da Dio . Altri han creduto , che il Santo istesso se -gli desse a vedere, e gli promettesse tutta la sua assistenza nelle fatiche del suo ministero . Interrogato sopra di ciò lo stesso Uom di Dio, altro mai non rispondeva , se non che , attendendo egli alla salute delle anime, trascurar non doveva quella de'corpi, mezzo forse infra tutti il più efficace a guadagnare a Dio le stesse anime. Il che presupposto, essersi lui a tal' effetto scelto in ajuto un Santo, che esercitato aveva  uno, e 1 ' altro impiego, e che dell' arte , che professava di guarire i corpi, si era sempre valsuto in benefizio delle anime é  5. Se pure non voglia dirsi, come a molti ne parve , essere stata una tale scelta uno stratagemma finissimo dell'Uom di Dio, suggerito a lui dalla sua profonda umiltà, affinché la gloria de' stupendi prodigi, che l'amante Signore per suo mezzo operava, non tornasse sopra di lui, ma attribuita fosse ai meriti, e alla protezione del Santo Martire . Ma comunque ciò sia, parve che da quel punto San Ciro, e il Beato Francesco patteggiasser fra loro, e s'impegnassero San Ciro ad accordare al Beato Francesco quanto gli avesse chiesto per se, e per altri; e il Beato Francesco a proccurare in ogni possibil maniera tutto 1' onore a San Ciro.6. E per cominciare dal Beato di Girolamo. Tolti dall' urna, in cui riposa il Corpo del Santo Martire , alcuni pezzetti di quelle sacre Ossa, fece chiudergli in un decente piccolo reliquiario da portar sempre seco, e averlo inseparabil compagno in tutte le sue azioni. Non passava mai dì, che in più modi non 1' onorasse. Con lui concertava quanto disegnava di fare a gloria di Dio; da lui prendeva consiglio in tutti i dubbj; a lui ricorreva per conforto ne'suoi travaglj; in lui finalmente tutta aveva riposta la sua fiducia, pregandolo a volere assisterlo in tutte le sue incombenze, per non errare 

7. Ad ottener poi, che ancor da altri fosse onorato , non risparmiò fatica , non trascurò industria, non lasciò intentato alcun mezzo. Ma poiché tutto ciò non ostante , ben conosceva la sua insufficienza; impegnò il buon Santo a farsi largo da se tra. le genti, e comperarsi , dirò, i lor' osséquj a prezzo di grazie. Ad ottener le quali non visitava infermo, che noi benedicesse colla Reliquia del Santo Martire, esortandolo ad implorarne la protetezione col fare a lui qualche ossequio. Per lo stesso fine inventò egli tre altri mez2i poderosissimi, e furono il distribuir l'Olio, che in un gran vaso fatto a maniera di lampana ardeva prima per qualche tempo innanzi al Deposito del Santo; l' Acqua benedetta colla Reliquia del medesimo; e i Fiori stati sopra il suo Corpo, e poscia seccati , e ridotti in polvere.8. Egli é ben vero però , che mirando il Sant' Uomo a giovare con tali industrie più alle anime, che a' corpi di quanti a lui ricorrevano; prima di benedirli colla Reliquia del Santo Martire , o dar loro alcuna delle suddette cose: ecco, diceva ad essi, che in questa Reliquia io vi porgo un rimedio potentissimo contro ogni morbo: ma acciò faccia in voi tutto il buon effetto, convien prima mondar V anima da peccati, ordinaria cagione di tutti i mali: è senza più ne udiva le confessioni, e li riconciliava con Dio.9. Non contento però di veder rendere al Santo Martire questo culto privato; tanto si adoperò, che ottenne di renderlo pubblico. E perciò che il giorno della sua morte cadeva nel più rigido Inverno, tempo, come ognun vede, poco opportuno ad ottenere il concorso, ch' egli bramava , massimamente dalle Terre, e Casali vicini; colle necessarie licenze fissò per tal Festa la terza Domenica di Maggio , stagion più mite, e giorno già destinato per la Comunion Generale, e però già per se stesso di un concorso grandissimo  io. Moveva poi a tenerezza insieme e a divozione il vederlo in tal dì quasi estatico e mezzo fuori di se per l" allegrezza, alto spuntar dell'alba scendere in Chiesa, raccomandarsi a' Padri Operaj di trovarsi pronti al Confessionale, insister co'Sagrestani perché riuscisse la Festa con la maggior pompa possibile; prendendo sopra di se tutta la spesa, l'accorrer di tratto in tratto alla porta della Chiesa a ricever le numerose Compagnie, che sotto i loro respettivi stendardi, cantando le divine lodi, venivano a ricevere il Pa n degli Angeli, e a venerare il Santo Martire: trovarsi in somma in ogni Uiogo, acciò andassero le cose con tutto il buon ordine: né per tutto ciò la sua divozione si dette per soddisfatta per sino a tanto che non ebbe ottenuto per mezzo di un divoto ricco benefattore di lasciare un fondo stabile, "col cui frutto, ancor lui morto, continuar si dovesse in perpetuo la detta Festa.11. Ma neppur di tanto appagossi il suo insaziabile zelo per la gloria del Santo Martire A lasciare un monumento perenne della sua venerazione verso il medesimo ,' e affinché gli occhi de' divoti avessero il suo pascolo col rimirarne 1 ' effigie; colle limosine di pia diversi benefattori fé lavorare una grande Statua d' argento rappresentante il Santo Martire in piedi in abito di Eremita con nella sinistra mano una palma, insegna del suo martirio, e con la destra levata in alto, di peso di cenquaranta libbre , di elegante e vago lavoro , e di prezzo presso a tremila scudi , da collocarsi il dì della Festa sopra nobile piedestallo al lato destro dell' Aitar maggiore in vista di tutti. E fu questa V ultima esterna dimostrazione , ch' ei desse, dell* amor suo al Santo; conciossiacché andando il lavoro assai lento, non la vide compita che moribondo . Al vedersela recare in camera, le andò incontro con tutta V anima affacciata su gli occhi. Con lui fece gli ultimi suoi complimenti , pregandolo a non abbandonarlo su quei1 ' estremo, e chiedendogli quasi scusa di non averlo servito conforme al suo desiderio

12. Come poi il Santo Martire corrispondesse all'amor del suo Servo, e con quanta usura di benefizj ripagasse ogni ossequio da lui ricevuto, prova più autentica e più autorevole non saprei qui addurne , che il testimonio dell' istess' Uom di Dio . Visitato egli nelf ultima sua malattia da Monsignor Girolamo Vicentini Arcivescovo di Tessalonica , e Nunzio Pontificio , parzialissimo del Beato Francesco; al timor, che quegli mostrava, che al mancar di lui seccar si dovesse la vena di tante grazie, che il Santo Martire a suo riguardo faceva a tanti per tutto il Regno gno: Monsignore, rispose 1' infermo , sìa certo che non v e di che temere , e sì assicuri, che il Santo non lascerà di proteggere questo Regno. Sappia, che a voler calcolare le sole grazie , che per mezzo di me misero peccatore ha egli fatte a suoi divoti, passan queste le diecimila, e tra queste assaissime sopra le forze, e /' ordine di natura . Il certo é alla perfine , tante essere state le grazie compartite dal Santo a chiunque implorò il suo patrocinio, che gli guadagnarono, vivente tuttavìa il Beato di Girolamo , i gloriosi titoli di comune benefattore, di fugator di ogni morbo, di sovvenitore libéralissimo in tutti i bisogni. Ma di queste mi riserbo a parlarne più per disteso nel Libro seguente…”


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