Che ora è ?

domenica 11 gennaio 2015

Una dichiarazione di ...amore!



“Non si impara il latino e il greco per parlarli, per fare i camerieri, gli interpreti, i corrispondenti commerciali: si apprendono per conoscere direttamente la civiltà dei due popoli, quindi il passato, ma presupposto necessario della civiltà moderna, cioè per essere se stessi e conoscere se stessi, consapevolmente” (A. Gramsci). Ma siamo davvero convinti che questo mondo abbia ancora bisogno di illimitato e continuo progresso tecnologico, senza alcun tipo di argini, delegando la sfera delle "scienze umane" (ora va di moda dire così) solo a mero piacere estetico prima di chiudere gli occhi e dormire? Ma davvero pensate che l'educazione morale, l'educazione al rispetto dell'essere umano come parte del più ampio sistema mondo, sia così facilmente accantonabile nell'angolo remoto del "passatempo"?Allora forse ci meritiamo davvero questo "secol superbo e sciocco".Ma relegare la cultura classica, la letteratura e la filosofia a mero esercizio retorico è una bestemmia, oltre che una mancanza di rispetto per le proprie origini non solo patrie, ma umane.
Nel mondo greco e latino, nella storia della filosofia (che insegna che la logica è primaria all’opinione, mi dispiace contraddirla) sono contenute in nuce tutte le grandi Verità, ogni forma di pensiero, anche contemporaneo.È un enorme errore dipingere la cultura classica come il luogo dove il progresso viene messo in secondo piano. Senza i greci non avremmo il teatro, non avremmo la politica, non avremmo nemmeno la democrazia. Senza i romani non esisterebbero gli architetti, non esisterebbe il diritto, non ci sarebbero nemmeno acquedotti e impianti fognari. La vera essenza della cultura classica è quella di ricordare all’Uomo della Bellezza. Al di là del romanticismo (nel senso byroniano del termine), ritengo che il mondo, soprattutto il nostro mondo, ne abbia assoluto bisogno. Potrei dire che il greco ed il latino aprono la mente, che sviluppano la capacità logico deduttiva, che insegnano a conoscere le strutture fondamentali del linguaggio oltre che l’origine segreta delle parole, e con essa quella dei significati essenziali delle cose. Perché scelgo di parlare della bellezza? Vorrei rispondere con quanto viene detto da Peppino Impastato (impersonato da Lo Cascio) nel film “I cento passi”:
Visto così, dall'alto. Uno sale qua sopra e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre, che è ancora più forte dell'uomo, e invece non è più così. In fondo tutte le cose, anche le peggiori, una volta fatte, poi trovano una logica, una giustificazione, per il solo fatto di esistere. Fanno queste case schifose con le finestre di alluminio, i muri di mattoni in vista…la gente ci va ad abitare, ci mette le tendine, i gerani, la televisione…e dopo un po' tutto fa parte del paesaggio: c'è, esiste, nessuno si ricorda più di com'era prima.
Non ci vuole niente a distruggere la bellezza.
-Ho capito, e allora?
-E allora? Allora invece della lotta politica, la coscienza di classe e tutte le manifestazioni e ste fesserie bisognerebbe ricordare alla gente cos'è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla.
-La bellezza?
-La bellezza, è importante la bellezza: da quella scende giù tutto il resto.
Detto questo probabilmente mi sbaglio e, da buon studioso(indulgete all’immodestia) di Lettere Classiche, sono solo un  abbellitore di frasi.
Diceva Bernardo di Chartres che noi siamo come nani che siedono sulle braccia di giganti, così che possiamo vedere molte cose anche molto più in là di loro, non come per acutezza della propria vista o perché più alti di corporatura, ma perché siamo sollevati e innalzati da giganti( i classici).
Voglio chiudere con alcuni versi di Mimnermo,lirico greco(Volume di Letteratura Greca di Cantarella, al Liceo Classico V.Lilla Francavilla Fontana),versi che racchiudono quello che e’  lo spirito e la problematica immortale dell’uomo,antico e moderno. Leggerli e tradurli,in questo nostro “tempo mite e sonnolento”(Gozzano),non e’ un semplice esercizio lessicale ma cibo voluttuoso per l’anima e la mente, lμβροσία (il nettare)  degli dei.:

μες δ', οἷά τε φλλα φει πολυνθεμος ρη 
αρος, τ' αψ' αγις αξεται ελου,
τος κελοι πχυιον π χρνον νθεσιν βης
τερπμεθα, πρς θεν εδτες οτε κακν
οτ' γαθν· Κρες δ παρεστκασι μλαιναι
μν χουσα τλος γραος ργαλου,
  δ' τρη θαντοιο· μνυνθα δ γνεται βης
 καρπς, σον τ' π γν κδναται ἠέλιος.
 ατρ πν δ τοτο τλος παραμεψεται ρης,
 ατκα δ τεθνναι βλτιον βοτος.

Questa volta, non traduco io. Depongo la penna e il calamo ,con inchino rispettoso, di fronte alla meravigliosa traduzione o creazione  di Salvatore Quasimodo.   G o d i a m o c e l a :

Al mondo delle foglie che nel tempo
fiorito della primavera nascono
e ai raggi del sole rapide crescono,
noi simili a quelle per un attimo abbiamo diletto del fiore dell'età,
ignorando il bene e il male per dono dei Celesti.
Ma le nere dee ci stanno a fianco,
l'una con il segno della grave vecchiaia
e l'altra della morte. Fulmineo .
precipita il frutto di giovinezza,
come la luce d'un giorno sulla terra.
E quando il suo tempo è dileguato
è meglio la morte che la vita.
                                          E cosa dire di piu’… se non : Σ 'αγαπώ, Ελλάδα ?




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"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

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