L'esame conclusivo della
scuola superiore impegna i giovani in un'età che segna il passaggio dalla
giovinezza ad un'età più matura. Un passaggio importante, pieno di implicazioni
non solo sul piano scolastico, ma anche su quello più ampiamente sociale.
Il punto di partenza è il 1923, l'anno in cui Giovanni
Gentile introduce l'esame di maturità per gli allievi degli studi liceali,
gli unici a permettere l'accesso a tutti i corsi di laurea.
Ed oggi di
quell’esame? Non e’ rimasto quasi nulla!
Quante volte sono stato
Commissario agli esami di Maturita’ e quante volte Presidente, ma quell’aria e
quel profumo inconfondibili, li respiro SOLO quando chiudo gli occhi e riesco a
tornare indietro nel tempo!Tanto tempo fa,purtroppo!
Uno sguardo ed un ricordo del Liceo Classico ”V.Lilla” di Francavilla Fontana,
in quella ormai mitica, almeno per me, estate del 1966: qualcuno dei vecchi compagni e’ stato “ritrovato”dopo
paziente ricerca,di altri si conserva il ricordo ovattato nell’oceano della
giovinezza ,delle speranze e degli ideali coltivati insieme,qualcuno di loro ha raggiunto i “campi elisi”…
Vῦν χρῆ μεθύσθην (che
il buon Orazio Flacco tradusse “nunc est bibendum”) ovvero “ora dobbiamo bere”:
e lo faccio brindando, assieme ad un pensiero riverente,nostalgico e grato, ai cari vocabolari latini Georges e
Campanini - Carboni e a quelli greci Rocci e Gemoll, alla sigaretta buttata e
fumata a meta’ per paura che ti vedesse qualcuno dei commissari, ai
“riferimenti” degli anni precedenti aggiunti al programma dell’ultimo anno, al
trimetro giambico,allo scazonte,all’esametro ed al pentametro, all’antipatico
Pelide e al generoso Ettore, all’aristocratico Tucidide, al sereno Orazio, al
fine Virgilio, al simpatico Marziale,al misterioso Apuleio(quanti ricordi… a
grappoli),alle formule di trigonometria,al baciapile Manzoni col suo
capolavoro,alle valenze chimiche,alla Nike di Samotracia che commentai alla
prova orale di Storia dell’Arte,alla “deriva dei continenti” di Wegener,a tutti
i cari compagni di classe invecchiati (nella migliore delle ipotesi) come me,
ai tigli del viale stazione francavillese con il loro penetrante profumo che
non dimentichero’ mai e con la loro generosa ombra donataci in quei giorni,al
cinguettio degli uccelli in quel solare mese di luglio, all’indimenticabile ed
incartapecorito prof. Caroli Michele(spirito liberale inglese, col suo "il
saggio non si scompone" e con la sua immancabile borsa di pelle nera
sdrucita) , all’allergico gentiluomo e filosofo prof. Di Noi Giovanni con i
suoi immancabili starnuti(ero il suo studente preferito.Mi chiamava ”il giovane
romantico dell’Ottocento), all’inafferrabile e mai piu’ vista,anche se cercata
invano, prof.ssa Iaia che mi fece amare ed apprezzare la Matematica e la
Geometria, all’”originale” prof. Caforio,al “massaro” prof. Ferruccio, alla
bella ed affascinante signora prof.ssa Palazzo (che gambe…ragazzi dietro quella
cattedra),al comprensivo ed umano bidello Peppino che chiudeva,pazientemente,
gli occhi mentre in bagno fumavamo le sigarette “esportazione con filtro”, a
quelle palpitazioni e trepidazioni che ci hanno permesso di diventare uomini
con tutti i nostri difetti e mancanze, alla nostalgia che ti assale
all’improvviso scartocciando episodi chiusi nel cassetto della memoria,ai
candidi quadri degli scrutini con i voti in colore nero e in rosso(rimandato o
bocciato), al compagno Sergio Sbrollini, ucciso,poi, dalla pistola di un
balordo in quel di Mesagne, alle marmoree e burrose cosce,ingabbiate dai
calzoncini bianchi, di Maria Calo’ (diventasti anche tu, una onorata signora,quindi
rattrappita e poi ci hai “lasciato”,
come e’ normale che sia, a ricordarci che ormai siamo …vecchi) che attraevano
tutti i nostri sguardi concupiscenti nell’ora di ginnastica, a Marcello Trizza
(ora stimato radiologo di S.Vito dei Normanni!) scappato un giorno dalla
finestra al pianterreno del Liceo per non essere interrogato in Greco dal
“terribile” prof.Caroli, a Carlo Argentiero,aristocratico, sempre a fianco
della sua eterna fidanzata come due tipici colombini iconografici,a Lupo
Antonio col suo enorme vestito gessato che ci faceva sorridere,al dinoccolato
Enzo Milone,mio compagno di banco e medico a Gorgonzola, allo scusciante
Pinuccio Trisolino,medico a Bologna, col quale condividevo la corsa dei 100 mt,a Vito Marinotti, collega di Lettere( l’ho
incontrato l’anno scorso al Mercatone Uno di Francavilla F. e, prima di
lasciarci, mi chiese:”Elio, dimmi una cosa…ricordi ancora tutte le date di
Storia per le quali eri famoso?”), a Franco Barletta ritrovato per caso a
S.Michele Salentino, sempre col sorriso da bambino sulle labbra,ora come
allora, a Di Lauro Leonardo con il quale “gareggiavo” a braccio di ferro,a
Franco Valente col suo generale giapponese Togo, a Pinto Giancarlo ritrovato
dietro una scrivania dell’Asl di Mesagne,a Fazzi Antonio che la vita ha colpito
cosi’ duramente negli affetti essenziali,a Rocca Giuseppe ritrovato e perso
nello stesso tempo,a tutti i sogni e le aspettative coltivate e poi deluse, al
mio vestito( prove scritte e poi gli orali) completo in azzurro turchino,con
camicia bianca e con cravatta a pois(il Berlusca non c’era ancora agli onori
della notorieta’), a quell’albero di fichi sulla strada della stazione di Grottaglie sotto il cui
mantello trovavo ristoro fisico dopo essere ritornato da Francavilla nelle
prime ore pomeridiane canicolari,alla
canzone “Una rotonda sul mare di Buongusto che cullava,nelle ore serali in casa
, le mie “ripetizioni” del programma d’esame,al sudore fisico e mentale di quei
giorni, al sorriso ed alla soddisfazione
per la visione dei quadri finali …
MATURO!
Era il luglio 1966!
La vita
si apriva a me ed anche le illusioni e le conseguenti delusioni!
Evviva il Liceo Classico Vincenzo Lilla di Francavilla Fontana!
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