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lunedì 9 febbraio 2009

Da Repubblica.it: Sanità, "Una lobby in stile Romeo" Un governo ombra sulla Sanità

Una «lobby» composta da direttori generali, funzionari dell´assessorato e imprenditori che aveva in mano il business della sanità pugliese. Un gruppo di potere come quello dei Romeo in Campania che riusciva a pilotare gli appalti e non solo: ci sarebbe questo nel fascicolo aperto dal pubblico ministero Desirèe Digeronimo che vede tra gli indagati l´ormai ex assessore alla Sanità, Alberto Tedesco. L´epicentro dello scandalo era la Asl della Bat
di Gabriella De Matteis
Lassessore alla Salute Alberto Tedesco nella foto: l'assessore alla Salute Alberto Tedesco
Una «lobby», composta da funzionari dell´assessorato alla sanità, di alcune Asl pugliesi e da imprenditori. Un gruppo di potere che aveva creato un sistema, simile a quello di Romeo in Campania. Che pilotava gli appalti, le procedure di accreditamento. Per il momento è questa l´ipotesi investigativa sulla quale lavora la Direzione distrettuale antimafia. L´inchiesta conta quindici indagati, tra i quali l´ormai ex assessore alla Sanità, Alberto Tedesco. Ma nel fascicolo del pubblico ministero Desirèe Digeronimo ci sono anche una valanga di sospetti, alimentati dalle intercettazioni telefoniche. Alcune sono state decisive per acquisire gravi indizi di colpevolezza. Altre hanno fornito spunti che devono essere approfonditi.

L´epicentro dello scandalo era la Bat, la sesta provincia pugliese. Ma le indagini riguardano anche altre città e quindi altre Asl, da Lecce a Foggia, passando per Taranto e Bari dove i carabinieri del reparto operativo hanno acquisito carte e documentazioni. Tutto ruotava attorno all´assessorato alla sanità, ai più stretti collaboratori di Alberto Tedesco. Dagli uffici baresi, ipotizzano gli investigatori, arrivavano indicazioni a quelli periferici delle Asl. E ai direttori generali, ai manager delle aziende sanitarie non restavano troppe alternative, se non quella di tradurre in realtà «i consigli» baresi. Non fosse altro perché - così sospettano gli investigatori - gli stessi direttori generali erano stati scelti non sulla base dei requisiti. Questo è lo scenario che emerge dall´inchiesta della Dda. Al centro del fascicolo ci sono le pratiche per la fornitura di strumentazioni, destinati agli ospedali. Le gare non sempre ci sono state, in alcuni casi le Asl hanno fatto ricorso ad affidamenti diretti, in altri invece gli appalti erano pilotati, con unico obiettivo: far vincere le stesse aziende. E al centro degli accertamenti dei carabinieri del reparto operativo ci sono anche le forniture, garantite ad alcuni ospedali anche dalle aziende riconducibili ai figli di Tedesco (che, comunque, non sono iscritti nel registro degli indagati). Questo è un filone del fascicolo, l´altro riguarda i rimborsi per le prestazioni, erogate da alcuni centri privati. C´è il caso, ad esempio, di una struttura di Matera, specializzata nella riabilitazione domiciliare che ha erogato il servizio nel territorio dell´Asl della Bat. Nel 2007 ha raggiunto un fatturato di 300mila euro. E solo nel mese di marzo ha ottenuto rimborsi per 80mila euro. Un servizio che, aveva fatto notare in un´interrogazione il consigliere regionale Nicola Marmo, altri ambulatori accreditati avrebbero potuto fornire. Sotto la lente d´ingrandimento c´è poi un centro di riabilitazione di Bernalda di proprietà di un imprenditore biscegliese, molto vicino politicamente all´assessore alla Sanità, Alberto Tedesco. Secondo quanto denunciato da alcuni consiglieri regionali di Alleanza nazionale, c´è stato un incremento improvviso di mobilità extra regionale dalla Puglia verso questa clinica. In particolare ci sarebbe un contratto stipulato tra la Asl di Taranto e la clinica con un tetto di 524mila euro per le prestazioni di riabilitazione. Le indagini non sono concluse. La Direzione distrettuale antimafia ipotizza oltre al reato di associazione per delinquere anche quello di corruzione, ma sino a questo momento non è stato accertato un giro di tangenti in denaro. Piuttosto si ipotizza un grande sistema clientelare basato su scambio di utilità: appalti e rimborsi affidati agli amici in cambio di fedeltà e sostegno elettorale. Il prossimo passo dell´inchiesta ora sarà la convocazione in procura dei quindici indagati, tra i quali l´assessore uscente Alberto Tedesco. A loro il pm Digeronimo contesterà formalmente le accuse, contenute nel fascicolo.

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