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mercoledì 15 gennaio 2014

L’Arma dei Carabinieri nel suo Bicentenario: 1814 - 2014 Nella storia dell’Italia moderna: dal Risorgimento ad oggi


Francesco Grisi, “Il Carabiniere”, 1993 
Grisi è autore, tra l’altro, 
di una “Storia dei Carabinieri”.
di Pierfranco Bruni

1814 - 2014. Un bicentenario che attraversa la storia dell’Italia risorgimentale, moderna e contemporanea. La storia d’Italia moderna pre -  risorgimentale dell’Italia pre – unitaria sino ai giorni nostri passa, inevitabilmente, attraverso la storia dei Carabinieri e di quell’Italia vissuta all’interno di una età post – illuminista e dentro i processi politici che ponevano l’Austria come riferimento di efficienza.
Infatti, proprio negli anni in cui Vittorio Emanuele I di Savoia tornava in Sardegna la politica efficiente ha come centralità, in Italia, l’Austria (rappresentata dal Regno lombardo – veneto) che influenza gli Stati italiani.
      Dalle lotte risorgimentali alle varie e complesse vicissitudini che dal 1814 ad oggi hanno caratterizzato la nostra storia mediante fulgidi esempi, di eroismi, sacrifici, abnegazioni e senso del dovere culminati nel sintomatico motto: “usi obbedir tacendo e tacendo morir”.
      Il Corpo fece il proprio dovere anche di fronte a situazioni delicate ed incresciose, quando ad esempio, dovette assumersi “l’ingrato compito di mettere l’eroe” agli arresti. Ci riferiamo, evidentemente, a Giuseppe Garibaldi.
      Dopo il 25 luglio 1943, spettò nuovamente all’Arma fare il proprio dovere e, “rappresentata dal tenente Frignani e dai capitani Aversa e Vigneti, eseguire l’arresto dello stesso Mussolini”. Vittime pure dell’infelice episodio delle Ardeatine, i Carabinieri – distintesi segnatemente sul fronte russo – riuscirono a mantenere la disciplina anche quando si trovarono tra le mani il caso di Ettore Muti.
      L’Italia ha sempre guardato con attenzione, comunque, alla Francia e lo stesso Vittorio Emanuele I raccolse le istanze della gendarmeria francese nel progettare i primi studi per le istituzioni dei corpi militari. Credo, però, che la gendarmeria francese ha origini che risalgono al Medio Evo e che si è maggiormente intensificata intorno al 1536 con Francesco I di Volois, il quale diede, per primo, l’ordine di reprimere i disordini legati al brigantaggio grazie alla trasformazione della Polizia in un Corpo dalla duplice funzione, ovvero civile e militare. Si capì subito la necessità di creare anche in Italia un Corpo dei Carabinieri Reali, che garantissero l’ordine pubblico dalle minacce che incombevano nel territorio nazionale.
      Il barone Des Geneys stilò un documento con l’obiettivo di incorporare non solo gli effetti ma anche alcuni ufficiali eccellenti. De Geneys era maggiore generale delle armate di fanteria. Vennero costituiti due progetti.
Il primo riguardò l’istituzione in un corpo militare firmato da Luigi Prunotti che era capitano reggente di Pinerolo.
Il secondo riguardava un progetto di istituzione provvisoria per il Corpo dei Carabinieri Reali controfirmato dal generale d’armata Giuseppe Thaon de Revel.
      La nascita del Corpo dei Carabinieri segna la data del 1814 e il 13 aprile dello stesso anno furono promulgate le Regie Patenti. Da questa data in poi la presenza del Corpo dei Carabinieri assume un ruolo importante . Il primo comandante generale del corpo si può considerare Thaon de Revel.
      La prima articolazione trova il Corpo dei Carabinieri a cavallo e il Corpo a piedi. Uno dei dati storici centrale è che il personale doveva essere assolutamente fedele alla monarchia sabauda tanto che i primi uomini furono scelti tra coloro che erano invisi o perseguitati dalla odiata polizia napoleonica.
      Questo è uno dei primi dati che creò un vasto dibattito all’interno non solo della storia dei Carabinieri ma nella stessa storia d’Italia moderna e contemporanea. Ci sono riferimenti storici che vedono il Corpo dei Carabinieri come raccordo centrale nei processi non solo di tutela dello Stato e dei cittadini ma anche dei passaggi epocali, che hanno segnato la storia d’Italia.
      Date precise: 1860. Garibaldi il 14 luglio del 1860 costituisce in Sicilia un Corpo di Carabinieri. Due anni dopo l’Arma si regge su un comitato di 14 legioni, 38 divisioni, 100 compagnie, 174 luogotenenza e quasi 2200 stazioni. Il Corpo dei Carabinieri partecipa da Nord a Sud alla costituzione del Regno d’Italia e nel 1864 che viene detto Benemerita.
Ci sono almeno cinque tappe fondamentali, che segnano l’intreccio tra la storia politica e la storia dei Carabinieri. Il primo coincide con gli arresti di Garibaldi. Il secondo con la guerra scatenate tra briganti e banditi nella problematica connessa all’usufrutto delle terre annesse al Regno.
      I Carabinieri svolgono un compito fondamentale del ripristino della legalità. Ma andiamo con ordine :
- 1861 la presa di Porta Pia;
- 1914 – 18 la Prima Guerra Mondiale;
- il ventennio fascista;
- l’arresto di Mussolini;
- gli anni del terrorismo a cominciare dagli anni ’60 sino alla fine degli anni ’80.
      Fedele alle sue gloriose tradizionali, il Corpo non mancò mai ai  suoi doveri sia per quanto riguarda il problema dell’ordine pubblico – molto delicato nell’immediato dopoguerra anche per effetto di mancanza di lavoro- sia, ancora, per quel che concerne la missione in Somalia o le questioni connesse al banditismo siciliano e sardo.
      Un altro episodio che coinvolse l’Arma fu, negli anni ‘60, la situazione dell’Alto Adige, investito da spinte separatistiche, che covavano da quando la regione era stata assegnata, dopo la Prima Guerra Mondiale, all’Italia. Anche in questa circostanza, l’Arma ebbe le sue vittime, conseguenze di imboscate e di vili attentati terroristici.
      Il Corpo ha offerto alla patria fulgide figure, quale il generale Dalla Chiesa, che pagò con l’estremo sacrificio il proprio attaccamento alle istituzioni : “La lotta contro la mafia continua. Molte sono state ancora le vittime con Falcone, Borsellino, giudici, forze dell’ordine e Carabinieri, altrettanti combattenti nella battaglia per affermare l’ordine e la legalità. Giorno e notte presente al servizio della popolazione della nostra Patria da quasi due secoli, la gloriosa Arma dei Carabinieri compie con fedeltà il suo dovere. La storia continua nella speranza”.
      Un altro momento è dato dalla storia recente con il ruolo svolto anche a Nassirya. Nel nome della storia la storia dei Carabinieri ha letto l’identità nazionale di un popolo.
      Un Corpo militare che fa onore all’Italia dalla sua costituzione avvenuta, come recita il regolamento, per “invigilari i mendicanti, vagabondi e la gente senza mestiere e specialmente le persone che saranno indicate ai medesimi come sospette”. Un bicentenario che permetterà di rileggere la storia dell’Italia moderna: dal primo Risorgimento alla Grande guerra, dal Fascismo sino ai giorni del nostro presente.

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