di Filomena Russo
In questo momento storico di cambiamenti sociali, si parla
tanto di tolleranza, e di rispetto per le opinioni altrui, ciò fa pensare immediatamente a Voltaire
(anagramma di François-Marie-Arouet).
Voltaire mette la
filosofia alla portata di tutti. Il suo nome è legato soprattutto alle sue
battaglie per la tolleranza e mette la
sua penna al servizio delle cause civili. Lotta per una società più giusta, si
scontra col potere; le sue opere sono
censurate e perseguite dall’autorità politica e religiosa.
Da un lato il suo
nome evoca l’héritage des Lumières, lo
spirito di libertà, l’anticlericalismo, dall’altro diviene sinonimo di un buon
senso un po’ semplicistico. Raffrontato a Rousseau è considerato come uno
scrittore che chiude un mondo, e Rousseau annuncerebbe tempi nuovi ispirandosi
allo sbocciare del Romanticismo. Goethe
ha sintetizzato :“Avec Voltaire, c’est
un monde qui finit; avec Rousseau c’est un monde qui commence”.(trad.”Con Voltaire, è un mondo che
finisce; con Rousseau è un mondo che comincia).
Nel 1878 F.Nietzsche rende giustizia a Voltaire,
considerandolo un grande signore dell’intelligenza, come un liberatore
dell’animo umano, le cui battaglie hanno delegittimato: l’autoritarismo, il
fanatismo, i preconcetti. Voltaire vive
in Inghilterra dal 1726 al 1728, studia il pensiero di Locke e Newton.
“Les lettres
anglaises”(le lettereinglesi),prima versione delle “ Lettres philosophiques”
(1734)(le lettere filosofiche) sono il frutto di queste esperienze. Rientrato
in Francia continua a lavorare alle sue tragedie (Brutus 1730 - Zaire 1732).” Les lettres philosophiques” vengono condannate al
fuoco. Voltaire fugge a Cirey, in Champagne presso la sua amica Madame du
Chatelet, là approfondisce la filosofia
di Newton e redige “Eléments de la philosophie de Newton (1738).
In filosofia, il pensiero di Voltaire poggia più
sull’esperienza che sull’astratto. Voltaire si dichiara contro le dottrine, le
teorie, i sistemi; per quanto possono essere ingegnosi, secondo Voltaire sono
costruiti su delle conchiglie (fossili). Egli osserva che la metafisica,
portando le credenze in dogmi, incoraggia il fanatismo e la discordia civile.
L’idea di Provvidenza rovinerebbe secondo Voltaire quella di responsabilità
dell’uomo. Malgrado gli attacchi contro
la religione e il clero, Voltaire non è ateo. Egli crede all’esistenza di un essere di ragione, di un”
eterno geometra,” che si manifesta attraverso l’ordine del cosmo. Questo Dio
non si mischia degli affari degli uomini. Questi sono abbandonati a se stessi.
La lucidità contro l’ottimismo. Secondo
Voltaire le dottrine dell’ottimismo molto diffuse in Francia all’epoca, accettano
l’esistente, giustificando il male, col pretesto di spiegarlo. Dedica tre opere
a combattere la superficialità di tutti quelli che affermano che “tutto é
bene”: “Le Disastre de Lisbonne” (1756)(il disastro di Lisbona), “ Candide ou
l’Optimisme”(1759) (Candide o l’ottimismo), l’articolo “Bien”(Bene) del
Dizionario filosofico (1764) . La definizione di racconto filosofico dà a certe
opere l’intento di porgere dei problemi e sollevare delle interrogazioni.
Voltaire costruisce i suoi racconti non per divertire, ma per istruire il
lettore. A lui importa soprattutto
“parler raison” (parlare alla ragione), svelando gli aspetti più strani della
realtà, per suscitare la riflessione. Nell’opera “Zadig ou la destinée” (Zadig
o il destino), il personaggio Zadig scopre che gli uomini sono invidiosi e
furbi, che i preti sono fanatici, e la giustizia è cieca. Egli constata che l’intelligenza e la saggezza sono sempre
misconosciute e che l’ingratitudine, la cattiveria, e i pregiudizi si rivolgono
dappertutto contro la ragione. “
Candide ou l’optimisme” (1759) è un’opera di critica sociale e filosofica,
guardando la crudeltà degli uomini e le illusioni che generano le teorie
ottimiste. Voltaire fa la satira della filosofia ottimistica di Rousseau,
Leibniz, e di Wolf. Contro le discussioni metafisiche degli altri filosofi,
fonda la sua satira sulla presentazione dei fatti: La vita non è che un seguito
di sfortune(malasorte) che vengono da Dio e dagli uomini: terremoti, naufragi,
guerre, fanatismo, schiavitù. Come rimedio egli offre la ritirata :
”Cultivons notre
jardin” (trad. coltiviamo il nostro giardino) dice Candide alla fine
delle sue avventure , da non interpretare come una forma egoistica, poiché questo giardino è il mondo che bisogna
migliorare. Voltaire ha sempre protestato contro l’oppressione, contro la
tirannia. L’opera che meglio sintetizza l’impegno di Voltaire é le
“Dictionnaire philosophique”(trad: “Dizionario filosofico “1764 ,1772 edizione
definitiva). Questo suo impegno è la difesa di vittime delle condizioni
generali di arretratezza di cui soffriva la società francese contemporanea
(l’affaire Calas 1762-1766), che ispirerà a Voltaire il famoso “Traité de la
Tolérance” , (Trattato sulla Tolleranza) il cui fine é “ rendere gli uomini più
tolleranti e più miti” e che ha
procurato a Voltaire la fama di combattente contro le ingiustizie provocate dal
fanatismo clericale. Il Trattato parte
da un fatto di cronaca: l’ingiusta condanna a morte di un pastore protestante,
Jean Calas, decisa dai giudici di Tolosa. Il figlio di Jean Calas,
Marc-Antoine, per trovare lavoro decide
di convertirsi al cristianesimo. Il padre non condivide la scelta del figlio,
ma non lo ostacola. La sera prima del suo
battesimo il giovane viene trovato impiccato. Il padre, pastore ugonotto
impedisce di rivelare che il figlio si era suicidato, per evitare che, il cadavere nudo, fosse
trascinato per le strade.(perché suicida). Ciò,però, gli è fatale, perché in un
momento di fanatismo religioso, Jean Calas viene imprigionato, giudicato
colpevole e, mandato a morte con tortura. Nel 1765 il Consiglio di Stato dichiara Jean Calas innocente e ne
riabilita la memoria. Per Voltaire è fondamentale la libertà di opinione, e,
celebre é il suo motto “Disapprovo ciò
che dici, ma difenderò sino alla morte
il tuo diritto di dirlo”. L’opera di Voltaire la si può leggere come una lotta
per la libertà e il progresso.
Con Voltaire la dicotomia tra l’uomo e il letterato appare
superata, la letteratura non è mai stata altro che il modo maggiore per
prendere contatto con la vita, per vivere la propria avventura umana con
indefettibile senso di responsabilità. L’opera di Voltaire, a mio modesto
avviso, appare più che mai attuale, perché, ci si confronta sempre meno e, a
tutti i livelli sociali, (particolarmente in politica), si ha sempre molta
difficoltà ad accettare le opinioni altrui.
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