Il concetto di lingua, quale
lo intendevamo solo due - tre decenni addietro, appare superato. Una lingua
deve oggi accogliere necessariamente parole da altre lingue, e non solo
dall'inglese. «Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e
la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per
piangere le nostre sciagure e la nostra infamia». Così, 200 anni fa, un giovane
giacobino arruolato a Bologna nell'esercito francese, Ugo Foscolo, scriveva le
prime battute del suo “Ultime lettere di Jacopo Ortis». Chi oggi, altrettanto
giovane, lo capirebbe? La retorica domanda viene quasi spontanea alla
presentazione del nuovo Vocabolario Treccani 5 volumi, un CD-ROM, un
vocabolario trasportabile detto “Il Conciso” e un gioco di società sulla lingua
italiana che dedica grande attenzione ai nuovi linguaggi giovanili.
Se è vero,
come scriveva il grande pensatore spagnolo Miguel de Unamuno, che «le lingue,
come le religioni, vivono di eresie» e se non è vero quanto affermava il poeta
statunitense Emerson che la «lingua è poesia fossile», l'analisi dei “linguaggi
selvaggi” giovanili è un passo necessario per l'interpretazione della realtà
contemporanea. Con un rischio. Che i termini del linguaggio giovanile
registrati da vocabolari ed enciclopedie siano già vecchi quando vengono
pubblicati. E che la lettura di questi nuovi termini appaia tale solo a chi,
come chi scrive, ha purtroppo già scavalcato la dura soglia della metà del
secolo di vita: nuovi perché erano tali nell'età della sua giovinezza, ma vecchi
e persino dimenticati o incomprensibili per i giovani veri, quelli attuali. Ciò
che vi è stato di divertente e di curioso nella proposta della Treccani è che
la presentazione della nuova impegnativa opera dell'Istituto si è concretizzata
in un seminario di studio nella discoteca romana «Alpheus». Un seminario fuori
dalle regole e al di fuori dei canoni, chiuso dall'intervento musicale dei
«Subsonica», il gruppo torinese reduce dai successi del Festival di Sanremo.
«In principio era il Verbo», sottolinea biblicamente la Treccani, spiegando il
senso del suo lavoro e di questa audace presentazione. «Poi –aggiunge- il
linguaggio si è frastagliato in forme numerosissime e differenziate tra di
loro: dalla musica ai tatuaggi e al piercing, dai fumetti ai graffiti: la
ricerca di nuovi canali di comunicazione è, nei giovani, illimitata e
continua». Max Casacci e Luca Ragagnini dei «Subsonica», davanti ad un pubblico
di giovani, hanno parlato del loro «metabolismo del linguaggio sonoro» cioè
dell'importanza che assegnano al miscuglio di suoni e parole: «Ci diverte molto
questo abbinamento tra noi e un istituto di grande cultura». Nel Vocabolario
sono entrati termini più o meno nuovi, tipici del linguaggio giovanile: da
chiodo(il giubbotto di pelle nera con finiture metalliche) a paninaro(termine
in uso negli Anni '80 e relativo a giovani provocatoriamente alla moda) a
tamarro(persona dai modi rozzi, volgari, villani'). Per poi salire all'indietro
nel tempo ai film Anni '50 con il termine piotta(un tempo la banconota da 100
lire, ora quella da 100mila) o con quello testone, un milione di lire. Nel
campo degli stupefacenti sono stati accettati termini come fatto(chi è sotto
l'effetto di qualche droga), sballo(stato di 31 allucinazioni
provocato dall'assunzione di stupefacenti), pera(iniezione di eroina), oggi
rincorsi dai più recenti fattone, calatino e rimastinoE l'odierno” me la
viaggio” non ha riferimento né con le droghe, né col turismo, ma vale per “mi
va proprio bene”. Il punto centrale dei linguaggi giovanili, sottolineano
all'Istituto Treccani, è in fondo proprio questo: non si fa in tempo ad
accogliere espressioni partorite dalla fantasia giovanile che già si veleggia
verso nuovi orizzonti:cosa dire di un non mi asciugareche vuole esprimere la
noia di fronte alle troppe chiacchiere di un amico?
Anche sulla valutazione
della bellezza femminile il Treccani segnala nuovi e meno recenti vocaboli, tra
i quali spiccano squinzia(civetta pretenziosa) e appizzata, cioè che veste con
abiti aderenti"DIKY? WAYF? A/S/L15/M/NY". Mai visto niente di simile? Eppure non è un dialogo
fra marziani. Sono 2 ragazzi americani che chiacchierano online, usando sigle e
abbreviazioni che ormai sono di uso comune nel linguaggio della posta
elettronica, soprattutto fra coloro che usano un “Instant Messenger” (IM), cioè
un programma che consente di dialogare in tempo reale con un gruppo di persone
e che ha anche dato il nome a questa attività, chiamata IMing(IMare). Secondo
America Online, il sistema mette in circolazione ogni
giorno almeno 700 milioni di messaggi istantanei, inviati da 75 milioni di
persone, di cui la maggioranza ragazzi. L'Instant Messenger consente di
compilare una lista di corrispondenti, costruendo una sorta di network privato
accessibile in ogni momento. Non è sorprendente, dunque, che questo esercito di
“Imatori” si sia inventato un linguaggio proprio, con termini indecifrabili
alla gente comune, regole e un galateo. L'obiettivo principale è esprimere il
contenuto con il minimo dello sforzo, martellare sulla tastiera idee brevi ma
sostanziose senza badare alle forme. Cadono perciò le maiuscole, tranne quando
si vuole esprimere un'emozione forte, quasi tutta la punteggiatura e
l'ortografia, e gran parte delle parole più comuni, condensate in sigle. Il
dialogo portato come esempio all'inizio significa dunque in sostanza: Ti
conosco già? Da dove vieni? Età/sesso/provenienza.' 15 anni/maschio/New York'.
Domanda e risposta contengono solo degli acronimi e la classica domanda che i
partecipanti alle chatroom' o a qualsiasi dialogo online si rivolgono a vicenda
per sapere con chi stanno parlando. Sigle e abbreviazioni servono a dialogare
più in fretta ma anche a eliminare potenziali intrusioni da parte di adulti,
soprattutto i genitori (spesso definiti POS, genitore dietro le palle) e
accusati di "SOHF", cioè mancanza di senso dell'umorismo. Altri
acronimi comunemente usati sono "IMHO" (secondo la mia modesta
opinione), "BRB" (torno subito),
"ROTFL" (mi sto rotolando sul pavimento dal ridere), "MYOB"
(fatti gli affari tuoi), "YOOC" (sei fuori di testa),
"UGTBK" (stai scherzando?). Infine, per chi vuole usare il nuovo
linguaggio, occhio al galateo: chi s'inserisce in una conversazione, deve
premettere un "PMFJI" (scusate se m'intrometto) e poi dichiarare età,
sesso e luogo di provenienza.
Amen…la pace sia con noi!
Nessun commento:
Posta un commento
blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis