…Com'è sciocco fermarsi, finire,
Come se respirare fosse vivere! Vita ammucchiata su vita
Sarebbero tutte troppo poco, e di una sola a me
Poco rimane: ma ogni ora è salva
Da quell'eterno silenzio, qualcosa di più,
Un portatore di nuove cose…(Alfred Tenny
”Di multiforme ingegno”, come lo stesso cantore cieco lo definisce con ammirazione. Eroe di cui non si può fare a meno. Uomo che ricorre alla forza ma che sa anche affascinare con la parola,gioca con la parola,nasconde la parola. Che sa superare gli ostacoli con l'intelligenza. Il prototipo dell'uomo moderno. Contraddittorio, esperto, avventuroso, saggio, sapiente ma soprattutto curioso. Soggetto al Fato ma, anche, artefice del proprio destino,”faber suae fortunae”.Ulisse è il viaggio,l’avventura,la liberta’,la ricerca in tutte le sue varianti, e’ la vita stessa perche’ essa stessa e’ tutte queste cose.
Ma Ulisse o,per meglio dire Odisseo, siamo noi, sono io… quando il punto esclamativo che ci fa da bussola si aggancia e diventa interrogativo, e ci prende in contropiede e ci costringe ad aprire la carta geografica della nostra esistenza, a seguire col dito le strade percorse e indagare le ragioni che, ad ogni bivio, ci spingono a prendere quella e non un'altra direzione. Ognuno segue la sua via, immaginando il suo cammino, cercando gli angoli nascosti, gli attimi rimasti, anche se a volte le storie vanno storte,sono solo porte dietro porte, tutto resta uguale e tutto cambierà, forse domani sarà meglio, forse domani sarà peggio, no domani è come oggi solo di passaggio. Cerchiamo, trovata la terra di utopia, dove le cose vanno come dovrebbero andare, un mondo a forma di noi.Forse si viaggia per viaggiare, senza barattare il viaggio con la meta, come se ogni secondo fosse l'ultimo; raggiungere il tempo per fissarlo almeno un attimo negli occhi, per capire cos'è questa cosa che abbiamo creato e che a un certo punto ci sfugge di mano, ci rende schiavi e ci uccide ma siamo fortunati se riusciamo a scorgerne appena la coda, anche se più ti avvicini più si allontana. E si viaggia perche’ non sappiamo neppure la nostra meta, nel contrasto fra mortalità e immortalità,tra vita e sogno,. Mortalità, in un certo senso, tanto desiderata da Odisseo, poiché il suo desiderio di ritornare in patria è talmente forte da rifiutare l'immortalità, una vita senza fine offertagli da Calipso nel caso in cui fosse rimasto con lei nell'isola, E' stato scritto di lui::” … quell'uomo che ricalca nello spirito ribelle e indagatore, nella sete di conoscenza , di avventura, di cultura,di sogno,di illusione e di eros, l'astuto "eversore di rocche" davanti a cui tutti i gloriosi Achille e i possenti Agamennone della storia impallidiscono.Sono quell'uomo che sa che il giardino incantato esiste davvero da un’altra parte: quella parte che prende corpo solo alla luce della luna quando la verità non è mai del tutto verità e la menzogna non è mai del tutto menzogna, quando la realtà diventa un po' fantastica e la fantasia diventa un po' reale. Quell'uomo che torna a vedere e sfogliare i meravigliosi fiori della sua immaginazione e della sua fantasia, ma la realtà così come se la trova davanti non era certamente meno meravigliosa e bizzarra.Quell'uomo che e' un sognatore e poeta nonche' giardiniere e cesellatore: ma il sogno e' anche questo.... affascinante e misterioso, caldo ,passionale, sfuggente , profondo , mistico , bugiardo ed ingannevole”(Elio .Francescone.).
sempre più bravo
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