Conoscere
la Storia del proprio paese è come costruire le fondamenta ad una qualsivoglia costruzione.
Sapere ciò che è avvenuto nel passato significa valorizzare il presente, dargli
un lustro diverso,progettare il futuro, significa far parlare luoghi e cose; significa,
ancora, scoprire che la storia che si studia sui libri non è qualcosa di lontano
e amorfo o una fredda sequela di date, di nomi e di fatti, ma che questi non
fanno altro che fermare momenti vitali vissuti da gente come noi che ha avuto i
nostri stessi problemi, ha affrontato le nostre stesse difficoltà, ha vissuto
la nostra stessa quotidianità, naturalmente con contenuti diversi.
Tutto questo
porta a scoprire la validità della storia come disciplina umana per eccellenza
e a nutrirsi della sua ricchezza. Il tutto acquista un
ulteriore
valore se consideriamo che noi del sud ci troviamo in una situazione
estremamente negativa per quanto riguarda la nostra storia. Essa
infatti è la cenerentola dei testi di storia
- e non solo da quelli scritti e stampati nel
nord -
che tanto spesso sorvolano su di
essa o la trattano molto superficialmente. La cosa è diventata più evidente
da quando i nuovi programmi hanno dato posto nell'ultimo
anno, sia di scuola media che delle scuole superiori, allo studio del
Novecento, facendo lievitare il periodo di storia studiato nelle classi
precedenti. Basti pensare che in prima media si va dalla preistoria alla fine
del XIV secolo (un numero di secoli veramente grande), in
seconda si arriva alla fine dell'Ottocento. E bisogna tenere presente che
questa disciplina è un continuum, per
essa non si
possono fare salti, anche se si possono approfondire periodi o episodi.
Ecco allora che la storia locale diventa l'occasione per introdurre
gli approfondimenti necessari, per chiarire degli episodi troppo sintetizzati,
per dare valore e profondità a ciò che sembra una fredda notizia, in una parola
per far parlare il passato con un linguaggio più vivo e attraente.
Alzate
gli occhi,cari concittadini,politici ed imprenditori, mentre camminate nei vicoli: ci sono pietre parlanti!
Bassorilievi, sovrapporte, edicole votive, lapidi di
marmo o di ardesia, incastonati nelle mura e spesso ingrigiti o nascosti dal
tempo e dall'incuria.Raccontano di un tempo passato, storie di devozione verso
la Madonna o i Santi, o storie civili,o delitti e sopprusi o, ancora, strani
simboli da decifrare frutto di superstizioni che dal Medioevo son arrivate fino
a noi.
Il problema è che la loro
voce spesso non ci giunge, persa nei secoli, e anzi a volte ignoriamo
l'esistenza di queste testimonianze, spesso poste lontane dagli occhi. I muri
sono come una Biblioteca Alessandrina dentro cui si
trovano, fogli arrotolati come pergamene che contengono
sofferenze,sacrifici,speranze,tormenti, preghiere, sospiri, oracoli e desideri
…avvolgenti le più profonde conoscenze della vita di uomini e donne del
passato e rappresentano la speranza nella forza della storia e
della tradizione per vincere il degrado e l’ignoranza.
E,
ricordate … si puo’ amare solo cio’ che si conosce!
Nato sulla montagna,
ricordati della montagna;
nato nella valle,
ricordati della valle.
Ogni mezzogiorno, qualunque
sia il
tuo mezzogiorno, ogni sera,
qualunque sia
la tua sera,
ricordati !
Sotto ogni latitudine, tra
quattro mura
non importa quali,
ricordati !
Dovunque tu sia, nel più
Estremo
di meridione o settentrione,
d’ovest, d’est
del luogo ove sei nato,
sempre ricordati.
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis