Saper coniugare i principi
dell'accoglienza, l'esperienza e le ricchezze di un territorio vuol dire
offrire al turista non una semplice vacanza mordi e fuggi,come oggi accade ma un ricordo
emotivamente gratificante e soddisfacente.
I territori, le regioni, le
province e i comuni, sono spazi in cui si trovano molteplici risorse che però
spesso non sono organizzate, non sono collegate in un sistema che ne permetta
una gestione coordinata. Per esistere, una destinazione turistica deve
strutturare le proprie risorse e attrattive, unendole ai servizi e alle
offerte, in modo tale da costituire veri "prodotti turistici
territoriali" che rispondano alle esigenze del cliente. Il turismo non è
un’attività che si può improvvisare ma necessita di una strategia chiara e
definita.
Il mercato oggi è complesso e sempre più competitivo: il prodotto
deve soddisfare i bisogni del nuovo consumatore. Una destinazione o azienda
turistica che voglia garantirsi un futuro e un margine di competitività deve
avere chiaro l’obiettivo da raggiungere e la strada da percorrere in un’ottica
di medio termine. L'obiettivo strategico che si intende raggiungere è: il
rafforzamento della competitività del territorio come destinazione turistica.
E’ ormai ampiamente noto come non sia sufficiente possedere una quota anche
cospicua di beni culturali per attrarre automaticamente la domanda di consumo
culturale. Un territorio come quello nostrano dotato di un così ampio e
articolato complesso di luoghi storico-architettonici, di beni artistici, di
paesaggi culturali, di tradizioni storiche richiede un livello di progettazione
adeguato per l’offerta dei servizi culturali che rendano facilmente fruibili i
beni artistici ed altro. Ciò significa, non soltanto rendere accessibili musei
o aree archeologiche(quando vi sono) biblioteche o parchi ambientali o il centro storico
medesimo, ma qualificare la rete di servizi primari che ne favoriscano la corretta
fruizione: informazione e comunicazione, trasporti, ricettività turistica, ecc.
C’e’ poi l’enorme problema
che che la cultura non è considerata una priorità nelle scelte
politiche per lo sviluppo del Paese. O almeno non lo è stata per lungo tempo e per molti.
Da diversi anni il settore
culturale soffre per una gravissima sottrazione
di risorse, specchio di una
sostanziale assenza di politiche attive di investimento nello
sviluppo delle attività
culturali, creative, artistiche e della rinuncia ad un efficace tutela e
valorizzazione del nostro
patrimonio.Se poi aggiungiamo l’”ignoranza”(socraticamente parlando) si spiega
molto e tutto!
Cultura, turismo, ambiente non possono essere
considerati semplici comparti dell’economia, ma al contrario devono essere
posti al centro della programmazione della gestione dei territori e oggetto di
politiche trasversali. Se non attiviamo una strategia alta e forte che punti al
lungo periodo in un’ottica di sviluppo del Paese, difficilmente risaliremo la
china. Un programma di crescita del turismo si deve, inoltre, accompagnare con
un miglioramento della cultura
dell’accoglienza, sviluppando i servizi di ricezione, pubblicizzazione e di marketing del territorio,
promuovendo tutte le possibilità di servizi turistici che possiamo mettere in
campo, facendo rete
(turismo culturale, sportivo, ambientalista, enogastronomico). Una definizione
condivisa,anche, a livello europeo annette all’idea di turismo culturale
l’offerta di prodotti destinati ai visitatori durante il loro soggiorno, oltre
alla pratica di tutte quelle attività culturali, (artistiche, legate agli
eventi, le visite a musei, alle esposizioni, ecc.) alle quali i visitatori
prendono parte da spettatori o come partecipanti non professionisti. Altre
definizioni pongono l’accento come elemento discriminante sulla relazione che
il turista instaura con i luoghi e le culture “altre” allo scopo di conoscere
popolazioni, stili di vita, eredità culturali ed artistiche.
Si parla tanto di capitali
europee della cultura: non pretendo,certo, che
il mio paese possa aspirare a tale titolo ma che almeno si possa
conoscere di piu’ la “cultura” come mezzo di operativita’ perche’,
considerazione finale, per poter operare bisogna conoscere e sapere, e
senza la conoscenza non c’e’ nulla...solo aria fritta e danno!
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis