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mercoledì 31 agosto 2016

Presentazione del libro di F.Occhibianco sulla storia del Santuario di San Francesco de Geronimo


Lo scorso 28 agosto, ha avuto luogo presso la chiesa Madre Maria SS.Ma Annunziata. la presentazione del volume di Francesco Occhibianco, riguardante la storia del Santuario del Santo Francesco de Geronimo.


Prof. Rosario QUARANTA
Con la sua monografia storica- ha esordito lo scrittore Rosario Quaranta -   sul Santuario e sui Gesuiti a Grottaglie, Francesco Occhibianco è protagonista questa sera di una manifestazione che certamente rimarrà impressa nel nostro animo in quanto contribuirà a conoscere meglio non solo la figura del nostro Santo,
ma anche tutto ciò che, grazie a Francesco De Geronimo, Grottaglie ha potuto ricevere in termini di devozione, di elevazione sociale e culturale nel suo splendido Santuario e nella lunga e meritoria azione pastorale e sociale dispiegata tra noi in tanti anni dalla gloriosa Compagnia di Gesù. - così ha esordito il prof Rosario Quaranta che ha proseguito dicendo
"Come ben sappiamo il nostro santo concittadino rappresenta la figura più bella e significativa per tutti noi Grottagliesi. Una figura che merita sempre più di essere conosciuta, approfondita, studiata, amata e venerata.
Francesco OCCHIBIANCO - scriitore e giornalista
Questa sera, non lo dico per convenienza, né per lusingare l’Autore, abbiamo questa possibilità di accostarci ancor di più a lui, riflettendo non tanto sulla sua vita, e le sue gesta meravigliose (a questo provvederà ancora lo stesso Francesco Occhibianco con la sua nuova biografia del De Geronimo che è in corso di stampa), ma attraverso i frutti della sua opera e del suo amore verso la nostra Terra che si possono individuare, come ricordava D. Eligio, nell’elevazione morale e spirituale di Grottaglie, tradottasi, ad esempio nella introduzione della devozione verso San Ciro, nella costruzione del meraviglioso tempio a lui dedicato e nella preziosa presenza e azione di tanti suoi confratelli Gesuiti che nella nostra Terra hanno lasciato e continuano a lasciare ammirevoli testimonianze di  santità, bontà, cultura e sacrificio.
Un volume, questo di Francesco Occhibianco, che offre un contributo notevole in termini di conoscenza e di approfondimento di tanti momenti, eventi, luoghi, figure legati strettamente non solo al De Geronimo, ma alla storia di quasi due secoli della stessa Grottaglie.
Una fatica meritoria che  viene incontro a quella necessità tante volte evidenziata in questi ultimi anni di “riscoprire” e attualizzare Francesco De Geronimo.
Ma andiamo con ordine e vediamo intanto chi è l’Autore di questo volume. 
In verità, sarebbe cosa superflua presentare Francesco Occhibianco, tante sono le opere, i saggi, gli interventi critici, gli articoli che egli da giornalista e da studioso attento e da  educatore e uomo di scuola ha consegnato e continua fortunatamente a consegnare alla nostra attenzione. Penso di non sbagliare se dico che tra i molti interessi culturali, storici, sociali, letterari, Francesco De Geronimo, il suo Santuario e i Padri Gesuiti rappresentino il vero, grande amore della sua vita. Ne ha studiato, analizzato pazientemente, continuamente, caparbiamente, i vari aspetti, raccogliendo e conservando in tanti anni e in maniera certosina tantissime testimonianze storiche, artistiche, iconografiche, fotografiche che in buona parte ha riversato nella monografia che questa sera egli stesso tra poco ci presenta.

Ecco la sua scheda biografico-intellettuale:
           “Nato a Grottaglie nel 1972, giornalista pubblicista, saggista, storico. Dal 1999 è corrispondente del “Nuovo Quotidiano di Puglia”. Dal 2006 è docente di Lettere nella Secondaria di primo grado.
Tra le opere si segnalano i volumi:
- La Masseria “Monti del Duca”, Tipografia Ettorre, Grottaglie 1997, pp. 71.
- Padre Vincenzo Campagna S.I., Grottaglie 2001, pp. 32.
- Elogio del naso, Nicola Calabria editore, 2002, pp. 139.
- Gli scritti di san Francesco de Geronimo, La voce di Grottaglie, Grottaglie 2003, pp. 254. Opera che ha consentito, nel 2006, lo svolgimento di un convegno nazionale (a cura del professor Mario Spedicato dell’Università di Lecce) con relativa pubblicazione degli Atti (Panico Editore, 383 pagine).
- La gallina fa coccodè, Bastogi editore, Foggia, 2005, pp.167.
- Il ciliegio di Washington: legalità, sicurezza e patrimonio rurale, Locorotondo editore, pp. 223.
- Il santissimo Crocifisso tra fede e tradizione - Monteiasi, Quaderno di ricerche e riflessioni, Istituto Comprensivo Leonardo da Vinci-  Monteiasi, Tipografia Ettorre, Grottaglie  2012, pp. 36.
- La scuola si racconta, attraverso la voce dei protagonisti (Annuario scolastico 2011/2012), Tipografia Ettorre, Grottaglie 2012, pp. 157.
- Come “non” perdere le elezioni. Dizionario semiserio dalla A alla Z. #Amministrative 2006: il caso di Grottaglie, maggio 2016.
Inoltre i saggi:
-Dal pergamo alle piazze. L’arte della sacra eloquenza negli Scritti di san Francesco de Geronimo, in «Nelle Indie di Quaggiù», a cura di Mario Spedicato, Edipan, 2006, pp. 241- 266.
-I riti della Settimana Santa a Grottaglie, in «Settimana santa a Grottaglie. Riti religiosi e tradizione popolare», a cura di D. De Vincentis, Grottaglie 2009, pp. 14-18. 
-Il massaro di Monteiasi Bonafede Gerunda, un astuto eroe popolare realista, in «Umanesimo della pietra», Martina Franca, luglio 2012, pp. 79-96.
Ha inoltre pubblicato articoli su “Gesuiti in Italia”, “Societas”, “Tornate a Cristo”.         
Infine ha in corso di pubblicazione il volume San Francesco de Geronimo. La vita, le prediche, i miracoli del grande missionario della Compagnia di Gesù, circa 350 pagine, la cui uscita avverrà nel prossimo autunno”.

Per quanto riguarda il volume che è stato presentato l'altra  sera: “Storia del Santuario di San Francesco De Geronimo e dei Padri Gesuiti di Grottaglie”, possiamo dire che si tratta di un bel libro, di quasi trecento pagine, ricchissimo di immagini significative. Nella eloquente copertina cartonata l’Autore richiama vigorosamente, senza falso pudore, la figura del De Geronimo attorno alla quale tutto ruota: quella maschera funebre, quel volto, stanco, emaciato, disfatto quasi dalle estenuanti fatiche apostoliche condotte per tanti decenni nelle sue “Indie” di quaggiù, cioè a Napoli e nel suo Regno!
Le prime parole  (e questo è certamente un bel gesto) ricordano che l’opera viene realizzata “In occasione del Terzo Centenario della morte di San Francesco De Geronimo della Compagnia di Gesù (1716 – 2016)” del quale egli propone  la firma autografa. 
La dedica ( e questo è un gesto altrettanto bello) e fatta al figlio Andrea; qui è facile immaginare che nel figlio, l’A. includa idealmente le nuove generazioni ai quali  tramandare un vero tesoro di storia, arte e cultura della nostra Terra.
Infatti, lo stesso Autore sintetizzando scrive che l’opera altro non è che una
“guida completa al Santuario di san Francesco de Geronimo (ubicato nel centro storico di Grottaglie) e al tempo stesso racconta la storia dei Padri Gesuiti nella città della ceramica, attraverso una galleria di sacerdoti, alcuni dei quali morti in concetto di santità (Giuseppe Coppa, Agostino Liguori), altri noti in campo nazionale, come Nicola Miozzi, un pioniere dell’illuminazione elettrica o i poeti Michele Ignazio D’Amuri e Salvatore Mario Trani. Già prima del 1806, anno della beatificazione, si voleva trasformare  - scrive egli  -  in chiesa la piccola abitazione dove nacque il santo (figlio primogenito di Gian Leonardo e Gentilesca Gravina) e fu acquistata dal principe di Cursi e duca di Grottaglie Giacomo Caracciolo Cicinelli. La chiesa (divenuta Santuario nel 1941), fu progettata dall’architetto gesuita Giovanni Battista Iazeolla e costruita in vista della canonizzazione (Roma, 26 maggio 1839) tra il 1832 e il 1838, accanto alla Casa natale del santo, appartenente all’Ordine della Compagnia di Gesù. La prima pietra fu benedetta nel 1830 dall’allora arcivescovo di Taranto Giuseppe Antonio De Fulgure: le offerte dei grottagliesi e il lascito testamentario del canonico Francesco Saverio Paritaro servirono a pagare le maestranze, provenienti anche dalle vicine Francavilla Fontana e Ostuni.                                                                  
Il volume si sofferma inoltre  - come egli scrive - sull’importante donazione fatta dal re Ferdinando II delle Due Sicilie (tra cui la Crocifissione di Marco Pino e il Martirio di San Bartolomeo di Cesare Fracanzano), sulle reliquie del santo (la veste, la berretta, il sangue)[1] presenti nel piccolo Museo Degeronimiano e su tante curiosità che riguardano il Santuario: dal “buco” dove il santo, ancora neonato, (sfuggendo dalle mani della balia) cadde, urtando la testa, e dal quale si ricava la polvere prodigiosa, alla madia dove avvenne la moltiplicazione dei pani; dalla finestra dove ogni 17 dicembre entra un raggio di sole, al quadro della “Madonna di Pompei”, donato ai Padri Gesuiti dal beato Bartolo Longo, spesso a Grottaglie, in visita alle nipoti Peluso.
Giustamente osserva che «La presenza dei Gesuiti a Grottaglie è stata (e continua ad esserlo) un valore aggiunto per la città e i religiosi hanno contribuito alla crescita morale e culturale dei grottagliesi.
La vecchia Residenza (che per un periodo fu anche trasformata in caserma dei Carabinieri) fu un’importante sede, a livello regionale, degli Esercizi Spirituali al clero e per questo Grottaglie fu frequentata dal fondatore dei Rogazionisti padre Annibale Di Francia (canonizzato nel 2004), don Eustachio Montemurro, fondatore delle Suore Missionarie del Sacro Costato. Un intero paragrafo è dedicato alla figura della grottagliese madre Teresa Quaranta, che si formò grazie ai gesuiti (padre Gennaro Bracale) e fu la prima ad indossare l’abito delle Suore Missionarie del Sacro Costato, nonché fu la Madre Generale dell’Ordine.
Il primo gesuita (lo scienziato Nicola Miozzi) soggiornò dal novembre del 1847 al maggio 1848; la prima comunità si stabilì nel 1851 (con il mitico padre Quintino Raho). Poi, nel 1860 i Padri furono cacciati a causa di un decreto di Garibaldi e rientrarono a Grottaglie nel 1897 (i padri Felice Tanzarella e Guglielmo Celebrano, e via via tutti gli altri)».                            
L’autore ricostruisce, attraverso una cospicua documentazione di archivio, l’arrivo del Corpo di san Francesco a Grottaglie (il 26 agosto 1945), in seguito ad una “peregrinatio” organizzata dal padre Provinciale Alberto Giampieri. Le reliquie appartenevano a Napoli, dove erano venerate nella cappella dove campeggia la straordinaria opera scultorea di Francesco Jerace, e lì dovevano ritornare. La mancata restituzione aprì una “querelle” tra il padre Salvatore Pezza, allora superiore, e la Comunità di Napoli (in particolare il padre Armando Juè, direttore dell’Opera dei Ritiri di Perseveranza): alla fine la Santa Sede (con disposizione pontificia a firma del cardinale Carlo Salotti) decretò la permanenza definitiva del Corpo a Grottaglie: al Gesù Nuovo fu inviata una reliquia insigne, quella del braccio destro.     
Scorrono così e animano vivacemente le pagine del volume tanti altri nomi divenuti familiari a Grottaglie, come i padri Umberto Napoleone S.I. (1902-1975) e Gaetano Causa S.I.(1912-2005).  I superiori Pio Della Monica (1910-1964) e Vincenzo De Francesco (1885-1974). Un’attenzione particolare è riservata a P. Salvatore Manzo S.I. (1921-2005) e alla nascita del Centro Giovanile «San Francesco de Geronimo» a Monticello. Compaiono i fratelli coadiutori Francesco Paolo Garganese (1883-1970), Nicola Capone (1905-1977) Luigi Alemanno (1926-1997); e poi i missionari Cosimo Guida (1906-1983), Martino D’Arcangelo (1898-1984), Giuseppe Angelè (1904-1978) e Gaetano Iannaccone (1918-2011). Grande rilievo offre giustamente alla figura e all’opera di uno dei più raffinati poeti di Grottaglie, cioè Michele Ignazio D’Amuri (1910-1986). Infine, i padri a noi più vicini temporalmente che hanno lasciato una eletta testimonianza di santità, sapienza, carità e cultura: Michele Pontari (1943-1996), Francesco Santoro (1914-1995), il “mitico” P. Vincenzo Campagna (1916-2001), il poeta Salvatore Mario Trani  (1918-2009),  p. Salvatore Discepolo (1927-2013), p. Michele Corcione (1918-2016) e Valentino Gutierrez (1921-2016). Né manca la trattazione di ultimi eventi, come Il restauro conservativo della cupola del Santuario e la realizzazione delle Sale espositive degeronimiane.

In appendice poi Francesco Occhibianco propone la trattazione sulla vera effigies del santo partendo dalla maschera mortuaria; sulla veste, sul sangue e sui  Processi di beatificazione e canonizzazione del padre Francesco de Geronimo. Si sofferma sulla devozione dei gesuiti di Grottaglie per il Servo di Dio Raffaele Manca S.I. (1693-1741) e sulla iconografia di P. Francesco De Geronimo nei secoli XVIII-XX, sulla raffigurazione che ne hanno fatto i pittori del Sei-Settecento napoletano. Conclude il volume L’Album dei ricordi, ricordando giustamente alcune delle più strette collaboratrici dei Padri Gesuiti nel di Grottaglie.
Insomma, una vera miniera di notizie, dati, documenti immagini che ogni Grottagliese può agevolmente ritrovare  e sulle quali può meditare, grazie alla fatica meritoria di Francesco Occhibianco al quale non può non andare il nostro ringraziamento, il plauso e l’augurio di un vivo e vasto successo.
Grazie, allora, Francesco e, come si suol dire…, ha concluso Rosario Quaranta - alla prossima  con la Biografia del nostro grande santo San Francesco de Geronimo.

                                                                                             






[1] A proposito della berretta voglio ricordare che anche in questa chiesa collegiata, e precisamente  sulla parete destra, all’ingresso del Cappellone, se ne conserva un’altra, sempre autentica, donata nel 1916 dall’avv. Emanuele Manigrasso.

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