In questi giorni di bottiglie di spumante stappate, di botti
nelle strade, di nuovi cellulari nelle mani di ragazzine, di luci variopinte sui
negozi come specchi per le allodole, di cravatte annodate per la prima volta, di
pellicce ostentate con noncuranza,di cibo buttato nel secchio della spazzatura,
di cuccioli di cani e gatti comprati per pochi mesi e per capriccio infantile, di
tredicesime dilapidate al vento dell’effimero, permettetemi di postare un
qualcosa in…”controcorrente”, ovvero gli “auguri scomodi” di Don Tonino
Bello, vescovo di Molfetta, morto nel 1993. Una doverosa ed originale riflessione sulla vita di tutti i giorni quando ci chiediamo se siamo veramente capaci
di mettere in pratica insegnamenti del Cristo, soprattutto spogliandoci del
nostro egoismo per metterci al servizio dei fratelli più deboli e più
bisognosi o se, invece, riusciamo a essere “cristiani” solo di facciata, pronti
a celebrare tutti i riti, ma poco propensi ad aiutare chi soffre.
Agli uomini e donne
di " buona volonta’" propongo, quindi, questa lettura:
“Carissimi, non
obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi
disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover
rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi
lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come
indesiderati.
Tanti auguri scomodi,
allora, miei cari fratelli!
Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita
egoista, assurda, senza spinte verticalie vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di
preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia
sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finche’ non avrete
dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di
passaggio. Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la
vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei
vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate. Maria,
che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza
il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo
struggimento di tutte le nenie natalizie, finchè la vostra coscienza ipocrita
accettera’ che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica
diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse ¨ il simbolo di tutte
le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i
tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre
luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di
tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna,
senza salute, senza lavoro
Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla
vostra sonnolenta tranquillita’ incapace di vedere che, poco più lontano
di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano
ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra
degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame. I Poveri che
accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la
città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi
volete vedere “una gran luce”, dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di
chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. Che le pellicce
comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non
scaldano. Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se
provocati da speculazioni corporative. I pastori che vegliano nella notte,
“facendo la guardia al gregge ”, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della
storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino
il desiderio profondo di vivere poveri che è ¨ poi l’unico modo per morire ricchi.
Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la
speranza”.
Don Tonino Bello
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