"Questo blog, nasce a Grottaglie e per Grottaglie, è e sarà rispettoso delle manifestazioni dell'altrui pensiero, da qualunque parte provengano,
purché espresse onestamente e chiaramente. In questo spazio ho l'onore di avere autori di spessore culturale di grande livello. Potete scrivermi su: lillidamicis@libero.it e/o su : lillidamicis@gmail.com
Che ora è ?
giovedì 18 ottobre 2012
Nuove rivelazioni sul Pavese fascista
Pavese, scrittore fascista
tra le sue lettere al Duce il suo ultimo romanzo
In un Convegno a Cosenza nuove rivelazioni di
Pierfranco Bruni che aprono una
verifica sulla letteratura italiana del Novecento
Pierfranco Bruni:“Pavese
Fascista? Non ci sono dubbi. I documenti sono elementi comprovanti della sua
adesione al Fascismo e il confronto con i Calvino e i Moravia resta
lontanissimo e impossibile proprio per la grandezza letteraria di Pavese”
Si ritorna a discutere dello
scrittore Cesare Pavese e della sua adesione al Fascismo. Dalle lettere al
Duce, scritte durante gli anni del confino a Brancaleone in Calabria (1935 –
1936), nelle quali si evidenzia con molto vigore il suo essere fascista e
l’essere fascista dell’intera famiglia Pavese (la lettera della sorella Maria
al Duce è un altro straordinario documento) ai suoi romanzi e alle sue
dichiarazioni scritte sulle pagine del Diario “Il mestiere di vivere”.
Di questo si è discusso
recentemente a Cosenza, Terrazzo Pellegrini, nel presentare il romanzo di
Pierfranco Bruni “Passione e morte. Claretta e Ben” (Pellegrini).
È stato proprio Pierfranco Bruni,
studioso di antica data degli scritti di Pavese e pavesiano per formazione ad
affermare che: “E’ banale non parlare di un Pavese Fascista. Si può accettare o
meno questa tesi. Ma è comprovata da documenti certi. Dalla sua adesione al
Fascismo con la tessera risalente al 1933, alle lettere indirizzate sia a
Mussolini che alla sorella Maria, dalle sue annotazioni sul Diario dove si
evince addirittura una linea naziafascista ai suoi romanzi e tra questi il
romanzo anticomunista ‘La luna e i falò’. Non si possono disconoscere capitoli
di questo romanzo che propongono una lettura della Resistenza come pagina da
rileggere completamente”.
“Pavese, ha annotato Bruni,
scrive, nel romanzo citato, di partigiani comunisti che sparano alla nuca,
parla di una ragazza di nome Santa che viene bruciata dai partigiani, immagine
con la quale si chiude il romanzo. Non si possono disconoscere le straordinarie
osservazioni sui repubblichini di Salò che si trovano in ‘La casa in collina’.
Pavese è uno scrittore notevole, aggiunge Bruni, e sia Ernesto De Martino che il tanto sopravvalutato
Italo Calvino lo avevano ben capito”.
Pierfranco Bruni si sofferma con
molta acutezza su queste pagine della letteratura italiana di metà Novecento e
dice, senza alcuna reticenza, che “Il rapporto tra Calvino e Pavese non è
proponibile in nessun senso. Calvino nei confronti di Pavese è un mediocre
allievo che si è lasciato trascinare da una visione ideologica della
letteratura, aspetto che in Pavese non c’è perché resta grande scrittore e
poeta sino al suo suicidio. Come non è proponibile l’affermazione di Moravia
nei confronti di Pavese quando afferma che valgono più le sue idee che i suoi
romanz”.
Pierfranco Bruni ha sollevato con
vigore una questione sottaciuta e che soprattutto i libri scolastici non
pongono neppure come elemento di discussione.
“Pavese è uno scrittore centrale
nel contesto del secondo Novecento e fino a quando non verrà proposto fuori
dagli schemi ideologici si porrà una barriera tra letteratura, storia e
ideologia. Pavese resta uno scrittore e un poeta. I Calvino, i Moravia, i
Vittorini sono altra cosa rispetto alla grandezza linguistica e poetica di
Pavese. La differenza sta nel continuare sbagliano a proporre un Pavese
realista. Cosa che egli stesso ha smentito e che la critica storicista e
marxista continua a proporre alle nuove generazioni. Pavese, lo aveva ben sottolineato
di non essere un realista”.
A chi chiedeva sul Fascismo di
Pavese, Bruni ha replicato che “Ancora oggi si ha timore di affermare che
Pavese è stato Fascista, dopo il 1945 la storia è ben altra ma anche tra il
1945 e il 1950 c’è un Pavese non comunista. Ma bisognerebbe rileggere con molta
attenzione e senza i paraocchi ‘La luna e i falò’, dall’inizio alla fine”.
Da Claretta a Pavese. Il
dibattito è stato molto vivace ma di grande interesse e sono stati posti
all’attenzione questioni di importanza rilevante sia sul piano letterario che
storico.
Nessun commento:
Posta un commento
blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis
ATTENZIONE! Gli articoli che non trovate qui sono su ORAQUADRA.INFO
Questo Blog ha subito una trasformazione, in questo spazio ci si occuperà solo di Spettacolo, Cultura, Sport e Tempo libero. Ho deciso di aprirlo agli operatori culturali e sportivi che con una mail di richiesta possono diventare collaboratori autonomi e quindi inserire liberamente prose, poesie, ma anche report di manifestazioni che riguardano il nostro territorio, oppure annunci di eventi o racconti dove la nostra gente è stata protagonista. Scrivete quindi a lillidamicis@libero.it, vi aspetto!!!
"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero". Pierpaolo Pasolini scrittore ammazzato nel novembre del 1975
Visualizzazioni ultima settimana
EINSTEIN DICEVA SPESSO
“Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare”.
Nessun commento:
Posta un commento
blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis