In
tempi di mala politica, di scandali,di sprechi e di malaffare, ricordarsi di un
“galantuomo” della politica puo’ perfino
apparire offensivo ed irriverente verso quei cittadini che stanno
scivolando verso una indigenza totale a causa di una classe politica che non ha
nulla degli ideali e dei fini a cui si dovrebbe ispirare il vero “ζῷον πολιτικόν”
ovvero colui che gestisce i vari poteri dello Stato.
Un galantuomo di altri tempi,ripeto, una figura quasi risorgimentale
anche nell’ aspetto e nell’ eloquio fluente, affascinante, colto, che richiama
in continuazione a tutto cio’ che c’e’ di positivo e di nobile nella vita di un
essere umano, a sentimenti che forse sono sopiti nell’animo degli italiani ma
che non possono essere spariti definitivamente dal loro Dna.
Alcide
De Gasperi, e’ nato alla fine del XIX secolo in Trentino, che, all’epoca era territorio austriaco: parlava italiano ma
studiò in tedesco. Avendo sperimentato molto presto la diversità culturale dell’Impero,dato il crogiuolo di lingue e popoli da cui era
costituito, militò per il rafforzamento dei diritti della minoranza italiana di
cui faceva parte.
Eletto
alla Camera dei Rappresentanti austriaca prima della prima guerra mondiale,
divenne deputato al Parlamento italiano al termine del conflitto.
Vicino
ai movimenti nazionalisti, rifiutò qualunque accostamento al fascismo di
Mussolini, nel quale non riconosceva i propri valori ed i propri ideali.
Garante
dell’unità di un paese diviso da decenni di violenze e disordini, è
unanimemente riconosciuto come uno dei fautori della costruzione europea. Con
le sue scelte, la sua storia, il suo agire e attraverso tale serie di contrasti
Alcide De Gasperi incarna, come Schuman, l’ideale che ci siamo fatti di un
grande statista europeo del dopoguerra.
Difensore
di una cultura, di una nazione tra le altre, fu anche cittadino e artefice di
una comunità di valori e di scambi che rivoluzionava il nostro intero
continente.
Nato
in una regione di frontiera, passato da cittadino di uno Stato a dirigente di
un altro, fece l’esperienza di ciò che poteva causare la competizione tra gli
Stati dell’anteguerra.
Presidente
del Consiglio dei Ministri italiano, fu con Konrad Adenauer e Robert Schuman il
cofondatore della Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio della quale fu
eletto
Presidente
nel Maggio 1954, e ispiratore della Comunità Europea della Difesa. Comprese che
nel lavoro comune risiedeva il bene comune. Per lui la pace, il progresso, la
prosperità potevano trovare logicamente fondamento unicamente nella
cooperazione e nell’intesa.
Uomo
dalla personalità poliedrica, grande umanista e visionario, al contempo
italiano e profondamente europeo, Alcide De Gasperi ci ricorda, all’inizio di
questo XXI secolo, le ragioni del nostro impegno europeo.
Oggi
che una grave crisi economica colpisce il nostro continente, che gli Stati
sembrano a volte seguire nuovamente la strada dell’egoismo, l’eredità di Alcide
De Gasperi ci insegna che l’integrità nazionale e la difesa del progetto
comunitario non sono necessariamente idee incompatibili e che al contrario il
successo sembra risiedere nella cooperazione e nell’intesa.
All’alba
di un nuovo decennio, di fronte a sfide sempre più grandi, e con un nuovo
Trattato, l’avventura europea iniziata da Alice De Gasperi rimane immutata, e
noi, come suoi eredi, siamo fieri di guardare oggi più che mai nella direzione
indicata oltre mezzo secolo fa .
A
58 anni dalla morte di questo politico di razza, lo si ricorda con alcuni brani di un articolo
scritto da Franco Frattini per la sezione Fondazione
De Gasperi:
“Politica vuol dire
realizzare!' Alcide De Gasperi… uno degli uomini più illustri della storia
italiana ed europea. Ma il suo pensiero, la sua passione per una politica
responsabile e costruttiva, i suoi appelli all'unità del Paese e alla fiducia
nell'Europa continuano a risuonare cosí vivi nell'attuale dibattito, quasi
fossero stati pronunciati ieri. Quasi l'intuito di questo straordinario
statista ed il suo pensiero non si fossero mai persi nel tempo: al contrario,
hanno saputo scolpire nella memoria del passato e nella visione del futuro i
passi essenziali da cui la buona politica e la stima che una nazione deve
sapersi conquistare all'estero non possono prescindere.
Non è allora un caso se a quasi sessant’anni dalla sua scomparsa, il
nome di De Gasperi continua a comparire nelle cronache dell’Europa e dell’Italia.
Proprio come se, a causa dell’insoddisfazione che ci offre la politica dei
nostri giorni, si senta il bisogno di dover andare a cercare nel passato
qualcosa di valido tutt’oggi per aiutarci a cambiare le cose.
Ricordare
De Gasperi oggi vuol dire ricordare le grandi doti di un uomo che ha saputo anteporre l'altruismo verso le prossime
generazioni all'egoismo della politica d'interesse.
Il
politicismo di oggi, che è diventato in alcuni casi anche sinonimo di
immobilismo, dovrebbe avere il coraggio di fermarsi, guardarsi alle spalle e
riprendere a camminare sulle orme di chi ha
lavorato per la politica intesa come compimento di quanto enunciato nei
programmi, e non ricerca di tatticismi ed espedienti per il raggiungimento di
uno scopo personale.
Mi
auguro che a quasi 60 anni dalla scomparsa di uno dei padri nobili della
politica italiana, al di là del ricordo e dal volerlo commemorare, si voglia
soprattutto mettere in pratica il suo insegnamento”.
Una
bella frase di De Gasperi da dedicare ai nostri “disinteressati ed indefessi”
uomini politici:
“Un partito non è fine a
se stesso; un partito è l'organizzazione di una buona volontà che ha un certo
programma con un certo spirito, che viene da concetti superiori a quelli che
possono muovere la vita quotidiana ed è al servizio di una causa”.
Altri tempi ed altri
uomini!
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis