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giovedì 11 ottobre 2012

Alcide De Gasperi:un politico vero.

In tempi di mala politica, di scandali,di sprechi e di malaffare, ricordarsi di un “galantuomo” della politica puo’ perfino  apparire offensivo ed irriverente verso quei cittadini che stanno scivolando verso una indigenza totale a causa di una classe politica che non ha nulla degli ideali e dei fini a cui si dovrebbe ispirare il vero ζον πολιτικόν” ovvero colui che gestisce i vari poteri dello Stato.

Un galantuomo di altri tempi,ripeto, una figura quasi risorgimentale anche nell’ aspetto e nell’ eloquio fluente, affascinante, colto, che richiama in continuazione a tutto cio’ che c’e’ di positivo e di nobile nella vita di un essere umano, a sentimenti che forse sono sopiti nell’animo degli italiani ma che non possono essere spariti definitivamente dal loro Dna.

Alcide De Gasperi, e’ nato alla fine del XIX secolo in Trentino, che, all’epoca  era territorio austriaco: parlava italiano ma studiò in tedesco. Avendo sperimentato molto presto  la diversità culturale  dell’Impero,dato  il crogiuolo di lingue e popoli da cui era costituito, militò per il rafforzamento dei diritti della minoranza italiana di cui faceva parte.
Eletto alla Camera dei Rappresentanti austriaca prima della prima guerra mondiale, divenne deputato al Parlamento italiano al termine del conflitto.
Vicino ai movimenti nazionalisti, rifiutò qualunque accostamento al fascismo di Mussolini, nel quale non riconosceva i propri valori ed i propri ideali.
Garante dell’unità di un paese diviso da decenni di violenze e disordini, è unanimemente riconosciuto come uno dei fautori della costruzione europea. Con le sue scelte, la sua storia, il suo agire e attraverso tale serie di contrasti Alcide De Gasperi incarna, come Schuman, l’ideale che ci siamo fatti di un grande statista europeo del dopoguerra.
Difensore di una cultura, di una nazione tra le altre, fu anche cittadino e artefice di una comunità di valori e di scambi che rivoluzionava il nostro intero continente.
Nato in una regione di frontiera, passato da cittadino di uno Stato a dirigente di un altro, fece l’esperienza di ciò che poteva causare la competizione tra gli Stati dell’anteguerra.
Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, fu con Konrad Adenauer e Robert Schuman il cofondatore della Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio della quale fu eletto
Presidente nel Maggio 1954, e ispiratore della Comunità Europea della Difesa. Comprese che nel lavoro comune risiedeva il bene comune. Per lui la pace, il progresso, la prosperità potevano trovare logicamente fondamento unicamente nella cooperazione e nell’intesa.
Uomo dalla personalità poliedrica, grande umanista e visionario, al contempo italiano e profondamente europeo, Alcide De Gasperi ci ricorda, all’inizio di questo XXI secolo, le ragioni del nostro impegno europeo.
Oggi che una grave crisi economica colpisce il nostro continente, che gli Stati sembrano a volte seguire nuovamente la strada dell’egoismo, l’eredità di Alcide De Gasperi ci insegna che l’integrità nazionale e la difesa del progetto comunitario non sono necessariamente idee incompatibili e che al contrario il successo sembra risiedere nella cooperazione e nell’intesa.
All’alba di un nuovo decennio, di fronte a sfide sempre più grandi, e con un nuovo Trattato, l’avventura europea iniziata da Alice De Gasperi rimane immutata, e noi, come suoi eredi, siamo fieri di guardare oggi più che mai nella direzione indicata oltre mezzo secolo fa .
 A 58 anni dalla morte di questo politico di razza, lo si  ricorda con alcuni brani di un articolo
scritto da Franco Frattini per la sezione Fondazione De Gasperi:
“Politica vuol dire realizzare!'  Alcide De Gasperi… uno degli uomini più illustri della storia italiana ed europea. Ma il suo pensiero, la sua passione per una politica responsabile e costruttiva, i suoi appelli all'unità del Paese e alla fiducia nell'Europa continuano a risuonare cosí vivi nell'attuale dibattito, quasi fossero stati pronunciati ieri. Quasi l'intuito di questo straordinario statista ed il suo pensiero non si fossero mai persi nel tempo: al contrario, hanno saputo scolpire nella memoria del passato e nella visione del futuro i passi essenziali da cui la buona politica e la stima che una nazione deve sapersi conquistare all'estero non possono prescindere. 
Non è allora un caso se a quasi sessant’anni dalla sua scomparsa, il nome di De Gasperi continua a comparire nelle cronache dell’Europa e dell’Italia. Proprio come se, a causa dell’insoddisfazione che ci offre la politica dei nostri giorni, si senta il bisogno di dover andare a cercare nel passato qualcosa di valido tutt’oggi per aiutarci a cambiare le cose.

Ricordare De Gasperi oggi vuol dire ricordare le grandi doti di un uomo che ha saputo anteporre l'altruismo verso le prossime generazioni all'egoismo della politica d'interesse. 
Il politicismo di oggi, che è diventato in alcuni casi anche sinonimo di immobilismo, dovrebbe avere il coraggio di fermarsi, guardarsi alle spalle e riprendere a camminare sulle orme di chi ha lavorato per la politica intesa come compimento di quanto enunciato nei programmi, e non ricerca di tatticismi ed espedienti per il raggiungimento di uno scopo personale. 
Mi auguro che a quasi 60 anni dalla scomparsa di uno dei padri nobili della politica italiana, al di là del ricordo e dal volerlo commemorare, si voglia soprattutto mettere in pratica il suo insegnamento”.
Una bella frase di De Gasperi da dedicare ai nostri “disinteressati ed indefessi” uomini politici:
“Un partito non è fine a se stesso; un partito è l'organizzazione di una buona volontà che ha un certo programma con un certo spirito, che viene da concetti superiori a quelli che possono muovere la vita quotidiana ed è al servizio di una causa”.
Altri tempi ed altri uomini!




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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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