di Filomena Russo
“Le Petit
Prince”, l’opera più importante di Antoine
de Saint-Exupéry (1900-1944), è una favola moderna, scritta sia per le
persone grandi che per i ragazzi (i piccoli).
Nell’immaginario
comune, quando si parla di favole, si pensa subito ad un racconto solo per
bambini, (quelle sono fiabe con ambienti e personaggi fantastici), in realtà
però da Esopo, Fedro, La Fontaine,
sino a Saint-Exupéry e oltre, ci si
rende conto che la favola è una breve narrazione, i cui protagonisti uomini,
animali, piante tipizzano virtù e difetti e che racchiude un insegnamento di
saggezza pratica o una verità morale.
Saint-Exupéry nato a Lyon nel 1900 da u
na famiglia
aristocratica, a quattro anni perde il padre. Dopo gli studi secondari,
intraprende gli studi di architettura a l’Ecole des Beaux-Arts a Parigi.
Si interessa di aerei sin da ragazzo e diventa pilota di linea e
militare, una passione che durerà per tutta la sua vita. Infatti, tutte le sue
opere da “Courier Sud”,” Vol de Nuit”,
“Terre des Hommes”, Pilote de guerre”,”Lettre
à un Otage”, sono costruite tutte sulla sua esperienza di aviatore.
Anche “Le Petit Prince”, il suo capolavoro, ha come punto di riferimento l’aereo
precipitato nel deserto del Sahara.
“Le Petit Prince”
pubblicato nel 1943 a New York, è una
parabola poetica, che si afferma come un
classico della letteratura del XX° secolo .
La scelta dei
personaggi, la forma, il linguaggio semplice da favola sembrano indirizzati ai ragazzi, ma il messaggio oltre ai ragazzi,
è rivolto soprattutto a quegli adulti
che hanno conservato in essi la
genuinità e la spontaneità , che
sono proprie dei bimbi. Saint-Exupéry
racconta in prima persona, immaginando che il motore in
panne dell’aereo lo ha costretto ad atterrare nel deserto del Sahara.
Nella solitudine del deserto, il pilota vede
improvvisamente apparire un
piccolo ometto, che gli racconta la sua storia. Egli è il solo abitante di un pianeta, l’Asteroide B612 ,che ha
dovuto lasciare per allontanarsi da una
rosa, di cui si prendeva cura e di
cui era innamorato. Questo fiore, la
rosa, lo aveva assoggettato ai suoi capricci, e alle sue menzogne,
facendogli credere anche di essere l’unico esemplare al mondo.
Il Piccolo Principe è
sconcertato, decide di allontanarsi dal proprio pianeta e, lungo il viaggio, attraversa sei pianeti prima di
arrivare sulla Terra, dove conosce molti uomini; scopre strani personaggi: un re, un uomo d’affari, un geografo, un lampionaio; questi personaggi
evidenziano vizi, manie, deformazioni
professionali. Gli uomini si chiudono nel loro egoismo in una solitudine
terribile che soffoca la loro anima, limita la visione del mondo e li rende
infelici. In quest’opera l’umanità ci è presentata come divisa in due gruppi;
da una parte i bambini e quelli che possiedono ancora lo spirito dell’infanzia,
dall’altra “les grandes personnes” ,
cioè quelli che si fermano all’apparenza
e al possesso dei soli beni materiali .
Sulla Terra Il Piccolo
Principe scopre molte rose come la sua, che egli credeva fosse unica, ed è sconcertato
nel suo amore, e triste. Ritrova la speranza quando nel deserto oltre al pilota, incontra una
piccola volpe, che per poter giuocare con lui gli chiede de “ l’apprivoiser”. Il Piccolo Principe non capisce il
significato della parola e la volpe gli
spiega che “apprivoiser” significa
creare dei legami, perché esistono migliaia di volpi e migliaia di ragazzi e
migliaia di rose, ma “si tu m’apprivoise
, dit
le renard, tu seras pour moi unique au monde. Je serai pour toi unique au monde”. Trad:” se tu mi familiarizzi (addomestichi),
dice la volpe, tu sarai per me unico al mondo. Io sarò per te unica al
mondo” La volpe insegna al Piccolo Principe che per essere “ unico al
mondo” non è necessario, come credeva il piccolo principe con la rosa, essere
unico nella propria specie nell’universo. Esistono migliaia di volpi e migliaia
di ragazzi, ma “ l’amicizia” che unisce il
Piccolo Principe e la volpe del deserto è unica.
Il piccolo principe
grazie alla volpe (all’apprivoiser) comprende allora, che il suo amore per la
rosa è unico; punto da un serpente scompare. L’aviatore rimane solo a cercare di capire il
senso di questo racconto pieno di "charme" e di poesia:” Saper guardare la vita con gli occhi di un ragazzo
pieno di semplicità, ingenuità, naturalezza e forse anche di saggezza."
De nos jours - dice Saint-Ex. - On achète des choses “toutes faites
, mais l’amitié n’est pas « une chose toute
faite », il faut la faire, la créer ; et pour la créer il faut
beaucoup de patience et beaucoup de temps. Les hommes modernes sont toujours
pressés. Voilà pourquoi il n’y a plus d’amis sur la terre.
Trad: nei nostri giorni, dice Saint-Exupéry, si
comprano le cose tutte fatte (già pronte), ma l’amicizia non è una cosa tutta
fatta (già pronta),bisogna farla, crearla; e per crearla ci vuole
molta pazienza e molto tempo. Gli uomini moderni hanno sempre fretta;
ecco perché non ci sono più amici sulla
terra.
L’opera di Saint-Exupéry
è una testimonianza sul senso della vita. Temi fondamentali sono: l’amore
e l’amicizia. Egli dedica “Le Petit
Prince“ ad un suo amico Leone Wert e specifica
che dedica il libro al bimbo che questa” grande persona” è stata .
“Toutes les grandes personnes ont
d’abord été des enfants. Mais peu
d’entre elles s’en souviennent
trad. «Tutti i grandi
sono stati bambini una
volta. Ma pochi di essi se ne ricordano “. Questo libro vorrebbe far
rivivere nell’uomo lo spirito dell’infanzia
attraverso le sue doti naturali: l’amore, la poesia, la sincerità, la
modestia, che nessuno di noi dovrebbe
dimenticare.
Il messaggio di
Saint-Exupéry è un messaggio di
umanità, cosa di cui si sente il bisogno
anche nel 2014.
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