Dedicato a chi ha speranza, che per forza di cose, diviene un sogno, un antidoto contro il male. Con l'augurio che un nuovo “umanesimo”(nel senso che l’uomo possa essere al centro dell’agire), possa soppiantare, finalmente, questo grigio mondo mediatico e finanziario, dove la fantasia e la spontaneità ha ceduto il posto alla razionalità più esasperata e crudele, ignara dei sentimenti e dei bisogni della gente e tendente solo al bieco “affarismo e guadagno”.
Io parlo di "umanesimo" perché considero la felicità e la compiutezza dell'uomo, di tutti gli uomini, come unico obiettivo politico e perché si colloca il progresso umano come l'alfa e l'omega di tutta l'azione politica. Io parlo di "umanesimo" poiché ho una concezione esigente e valorizzante dell'uomo, considerato in tutta la sua dimensione di identità e di spiritualità. L'umanesimo che io vorrei difendere è quello che considera che l'uomo esista innanzitutto nella sua relazione con l'altro, e che questa relazione gli conferisce il suo senso e la sua dignità.
lo specchio delle emozioni di una terra ricca di storia,
malinconia nell’ aria stessa del respiro.
Scintillio di colori caldi e riflessi di luce,
la vista, la mente,…..fuori di ogni tempo,....,
antico fascino di quel mare,
i fieri Vichinghi per primi,
il marinaio Colombo ,la trepida baldanza,
la promessa di vascelli di oro:
l "illicebrae incogniti", il sogno o l'illusione del sogno.
L'onda , eterno divenire umano,
l’onda e l'evertore figlio di Laerte,
la sua ansia di vita,il desiderio di morte,
solo tra le bianche spume dei flutti,
la loro carezza materna.
La verde massa d'acqua,
sguardo ed immaginazione,
la paura di essere troppo felice,
il timore di un fragile equilibrio.
Mare senza tempo e sentimento
di un tempo irrimediabilmente perduto,
spazio d’acqua e universo antropologico,
immutabile dramma dell’esistere”.(Elio Francescone . 2/9/2011)
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare. Muore lentamente chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare…Come non essere in sintonia con George Gordon Noel Byron ...”cosa mi piace del mare?
Ora compaiono nuovi e mutevoli colori, un’impensabile quantità e varietà di volatili sovraffolla la zona. Il movimento è ovunque: in cielo, sugli scogli, dinnanzi ai miei piedi, in acqua,sulla fine sabbia di oro. Mi sono fatto assorbire dalla Natura come amo fare, un invisibile cuore che batte all’impazzata e che porterà sempre con se’ quei momenti: l’umidità nell’aria, i colori spenti, i suoni decisi e a volte frastornanti, l’odore di zolfo e una coppia di candidi uccelli solitari che sembrano avere smarrito la via.
L’Oceano è la strada che porta altrove. Nasce alla fine del tempo e muore dove il tempo inizia. E’ la strada che va in nessun luogo e in tutti i luoghi del mondo. Può essere ovunque e essere stata per sempre. Lungo l’Oceano incontri personaggi mai esistiti , incontri te stesso. La metafora oceanica, l'oceano come simbolo dell'illimitato unico, dell'unità in cui le molteplicità si dissolvono e gli opposti coincidono, è molto diffusa in tutte le tradizioni mistiche per descrivere la scomparsa dei limiti dell'Io. ECCOMI! E l'oceano con la sua eterna semovenza, forse, per un attimo sarà orgoglioso di stesso, di una piccola ed insignificante goccia e nel tentativo di farle una piccola carezza...paff! Ora la goccia ha vinto il suo gioco, ora la goccia non esiste più, ora la goccia è l'oceano. Come il fiume. Questo piccolo oceano, in questo piccolo universo, in questo piccolo eterno, hanno reso la goccia parte indispensabile del gioco. Il viaggio più affascinante ed avventuroso che possiamo affrontare è quello dentro noi stessi...Mettiti in viaggio, perché il viaggio è cominciato....come il fiume. Non siamo liberi, Il vincente non ha scelta, come il fiume... Potevo ascoltare il rumore del vento e sentire il profumo del mare. Potevo vedere i colori del tramonto e il volto di una donna, vedere il volo di un’aquila e assaporare la freschezza dell’aria pura del mattino.
Dio ha messo la felicità dappertutto. È ovunque, in tutto ciò di cui possiamo fare esperienza. Abbiamo solo bisogno di cambiare il modo in cui guardiamo le cose.
grazie!
RispondiEliminaMi meraviglio solo che una persona come lei con questa grande cultura e bellissimo modo di scrivere non la vedo partecipare ai tanti convegni che nascono a Grottaglie.Gli altri non arrivano al suo ombelico.O forse c'è una casta a grottaglie per queste manifestazioni.mah
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