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mercoledì 21 agosto 2013

In ricordo di Palmiro Togliatti

di Eliano Bellanova

Palmiro Togliatti è morto il 21 agosto 1964. Era nato nel 1893 e quindi aveva 71 anni.
Sappiamo che, in seguito all’emorragia cerebrale che lo colpì, i medici russi si prodigarono per il meglio senza riuscirci.
Non è certo del Togliatti tanto “sfruttato” dalla storia che intendo parlare, ma del Togliatti “visto” in un’ottica assai limitata.
Il giorno della sua morte faceva caldo. Era stato un bel mese di agosto, con rarissimi temporali estivi.

Alla nostra villetta in campagna in famiglia eravamo tutti seduti sull’ampia terrazza, che ornava la parte anteriore della casa.
Fu papà che annunziò la scomparsa di Palmiro Togliatti.
In quel periodo soggiornava in una villetta posta alle spalle della nostra un distinto signore che era stato Sindaco del paese, il dr. Giorgio Lombardo, deceduto alcuni anni or sono alla veneranda età di 94 anni e che i concittadini hanno ricordato con una targa apposta sulla casa da lui abitata prima di trasferirsi a Roma. Non mancava tuttavia di soggiornare nel periodo estivo nel nostro paese i primi anni del suo soggiorno romano.
Egli commentò in modo compassato la scomparsa di Togliatti. Sì, era stato Sindaco comunista, ma a Roma si era “convertito” alla Democrazia Cristiana.
Ricordo le sue parole: “E’ stato un grand’uomo Togliatti… certo… un uomo della sua epoca… ha dato tanto alla Resistenza italiana. Eh… non c’è stato nulla da fare. È andata come vuole Dio…”
 Una commozione seria, con molto equilibrio. Il dr. Giorgio Lombardo era persona seria, fine e distinta, dall’alta statura e dal linguaggio castigato e contenuto. Allora andavano di moda parolai ed arruffapopoli, e, quindi, non era particolarmente gradito al popolo “grasso”. Io lo rividi l’ultima volta nel 2000. Ci salutammo nei pressi di Largo Colonna a Torre S. Susanna. Era venuto a dare un’occhiata alla casa dove aveva dimorato fino al 1959.
Nel 1964 in paese vi era un’Amministrazione Comunista e quel fatale 21 agosto il capo di quell’Amministrazione si recò a trovare Giorgio Lombardo. Chiese di parcheggiare l’auto nello spiazzale della nostra villetta e, dopo  i soliti convenevoli, si recò dal vecchio amico, in lacrime, mormorando: “E’ morto Togliatti… E’ morto Togliatti… Come faremo senza di lui?”
Togliatti evocava grandi sentimenti nei suoi adepti. Da Ministro della Giustizia aveva portato in alto grandi uomini, rape e… “rapestri”. Con il “Patto di Unità d’Azione” aveva “padroneggiato” la sinistra, costringendo Saragat alla scissione di Palazzo Barberini del 1947. I “veri” comunisti lo rimpiangevano…
In quel giorno un contadino si fermò nei pressi del nostro viale in lacrime: “E’ morto Togliatti, è morto Togliatti… era tanto buono… come faranno i “compagni” senza di lui?”
Mio padre – uomo di sinistra liberale, convinto assertore della scissione di Palazzo Barberini – osservò: “C’è Luigi Longo, anche lui è un bravo politico ed un buon comunista. Certo, Togliatti era un’altra cosa…”
L’uomo si placò. In quel momento una lunghissima processione armata di vessilli e bandiere rosse si svolgeva sulla Via Erchie-Torre S. Susanna e proveniva da Erchie. Era una protesta contro la guerra in Vietnam, e, particolarmente, contro gli americani.
Un uomo in bicicletta, che non partecipava al corteo, si fermò all’ingresso del viale e disse a mia madre in dialetto: “Signò, sta protestunu contr’a llu Vietman (sic!). Nce nni ni freca a nnui ti lu Vietman (sic!)? Stai luntanu ti nui… Mo’ è muertu Togliatti… megghiu a iddu c’a nnui… Quisti lu sta chiangunu cu stu corteu cu lla scusa ti lu Vietman (sic!)”
(Traduzione: Signora, stanno protestando contro la guerra del Vietnam. A noi che importa del Vietnam? Sta lontano da noi… Ora è morto Togliatti… meglio a lui che a noi… Questi lo stanno piangendo con questo corteo, con la scusa del Vietnam”).
Quest’uomo noi ragazzi lo prendevamo in giro perché sofferente di un’imponente ernia scrotale complicata da varicocele. I suoi pantaloni sembravano una gonna ed in bicicletta… mah… lasciamo perdere…


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