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venerdì 20 marzo 2015

Anche l’arte contemporanea prodotta al Sud e le sue fiere battaglie fanno parte del «patrimonio artistico nazionale»

di Sabrina Del Piano – Atelier MediterraneArte Pura.
Bari, 7 marzo 1985 -Presentazione Manifesto dell’Arte-Pura
Da sinistra: Vittorio Del Piano, Pasquale Calvario, 
Michele Del Vecchio, Jacques Lepage, Josette Burin.
Nella primavera di trent’anni fa, esattamente dal 5 al 10 marzo 1985, all’Expo Arte di Bari, Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea, nella Sala Spaziocittà all’interno dell’area Fiera, era in mostra l’allestimento del gruppo VIDEOARTESPERIMENTALE TARANTO/NIZZA e, il 7 marzo, fu presentato ufficialmente e in prima assoluta il MANIFESTO DELL’ARTE PURA E PROGRAMMA/PROGETTO DI MEDITERRANEA, di Vittorio Del Piano - artista grottagliese venuto a mancare il 14 giugno scorso. 

Bari 5 marzo 1985 - Stand 7 Padiglione 3.
In primo piano da sinistra: Vittorio Del Piano,
 Jacques Lepage, Noel Dolla. Alle loro spalle tre studenti 
di Del Piano dell’Accademia di Belle Arti di Bari.
Erano al tavolo di presidenza lo stesso Vittorio Del Piano, Jacques Lepage, critico d’arte francese e fondatore della “Ecole de Nice” giunto da Nizza per l’occasione, Pasquale Calvario  Assessore alla Cultura  Regione Puglia, Filippo Di Lorenzo allora responsabile regionale del PSI, Michele Del Vecchio per la documentazione iconografica. Fu diffusa una registrazione audio dell’intervento di Pierre Restany, esperto di estetica dell’arte moderna e contemporanea, fondatore del Nouveau Réalisme (1960), in vece della sua presenza fisica poiché trattenuto a Parigi per impegni concomitanti. 
Grafica di Vittorio Del Piano facente 
parte della Cartella di serigrafie presentate 
all’Expo Arte Bari 1985 dal titolo:
 <<MEDI/TERRA/NEA ARTE-PURA>>
Il gruppo “Videoartesperimentale Tarato/Nizza”, di cui Del Piano era il fondatore, esponeva allo Stand 7 - Padiglione 3. Gli artisti chiamati a contribuire con le loro opere erano: Vittorio Del Piano, Franco Gelli, Pino Lacava e i francesi Denis Castellas, Noel Dolla ed Henri Olivier. “Le opere del primo nucleo degli Artisti Puri, così definiti nel Manifesto dell’ARTE- PURA,  installate il giorno prima dell’inaugurazione, due per ogni artista, creavano un flusso magnetico che orientava il pensiero verso Medi/Terra/Nea, la Città Dell’Arte Pura, visibile concretamente grazie ad una cartografia tecnica, una serie di tavole a colori in formato 100x70, che mostrava la città a forma di piramide in pianta e sezioni, bellissima, che sorgeva  dalle acque marine”, così rammenta l’artista Pino Lacava quei momenti, a cui abbiamo chiesto alcuni flash di informazioni e ricordi. 
“Le immagini delle varie opere pur nella loro complessità  erano essenziali, si integravano  tra loro creando una rete concettuale che si espandeva  all’unisono,  comunicando  con diversi stilemi il contenuto di un’Arte Libera da ogni compromesso ideologico se non quello «del bisogno di tendere ad un NATURALISMO ESTETICO che salvaguardi l’uomo, la natura, l’ambiente»  così come scriveva Del Piano nel suo Manifesto”. 
Particolare dell’opera originale di Pino Lacava 
in allestimento allo Stand 7 Padiglione 3 dal 5 al 10 marzo 1985, 
per il gruppo <Videoartesperimentale Taranto/Nizza>. 
Il Manifesto, appunto, che ha compiuto 30 anni proprio in questi giorni, ultimato dopo 2 anni di intenso lavoro nell’estate del 1984 e poi dato alle stampe. Vi era contenuta una nuova visione prospettica dell’arte “operativa” contemporanea che affondava le sue solide radici nel Manifesto del Rio Negro di Pierre Restany, a cui Del Piano era legato da una solida amicizia, pubblicato nel 1978 e diffuso a livello mondiale con una lunga serie di conferenze da parte dell’Autore, e nel Nouveau Réalisme sempre di Restany – rivoluzione prima della rivoluzione, quando ancora i fermenti culturali del ’68 non erano neanche sospettabili. “Non è stata una mostra nel senso tradizionale del temine, ma uno spazio olistico da percorre condotti da un filo invisibile che indicava la luce della Città dell’Arte Pura; uno spazio che coinvolgeva i visitatori rendendoli attivi e partecipi” ricorda ancora Lacava.

Insomma, soffermarsi davanti allo Stand 7 del Padiglione 3 era una gioia per gli occhi e lo spirito. Dopo 30 anni le tematiche del Manifesto dell’Arte Pura sono più che mai attuali, e ancora in via di attuazione. Le argomentazioni in difesa della Natura, dell’Uomo e dell’Ambiente sono vissute  quotidianamente in tutti i campi e a più livelli a scala globale. Franco Gelli è venuto a mancare oltre 10 anni fa, i citati artisti francesi sono presenti nel web ma non rintracciabili (forse in giro per il mondo?), anche Del Piano Lepage e Restany non sono più tra noi… non possiamo che chiedere a Lacava, al momento unico protagonista disponibile e testimone diretto di quegli eventi. 

“Del Piano invitava con azioni concrete a rompere gli schemi precostituiti nel campo dell’estetica, oltre a quelli di un mercato che trattava e «tratta le opere d’arte con i requisiti utili solo al profitto egoistico dei faccendieri», come è scritto nel Manifesto”, ci riferisce.Dopo 30 anni bisogna continuare a rinsaldare il legame primigenio tra Uomo e Natura. Bisogna trovare i canali e i mezzi per comunicare l’idea che è possibile l’alternativa alla formula: “Uomo e Natura dissociati”; è necessario sviluppare una strategia per soddisfare i bisogni primari – originali – spirituali. Bisogna risolvere le contraddizioni che rendono il mondo brutalmente primitivo dove la violenza è la regola
Le Arti, le Scienze naturali e le Scienze filosofiche devono trovare il giusto equilibrio per un progresso sicuro, dove il senso delle cose corrisponde al  bene di tutti in piena armonia con la Natura nel suo insieme. 
Insomma, una “primavera concettuale” che ha dato i suoi primi frutti 30 anni fa, e che per il futuro ancora promette fioriture.


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