di Sabrina Del Piano – Atelier MediterraneArte Pura.
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Bari, 7 marzo 1985 -Presentazione Manifesto dell’Arte-Pura
Da sinistra: Vittorio Del Piano, Pasquale Calvario,
Michele Del Vecchio, Jacques Lepage, Josette Burin.
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Nella primavera di trent’anni
fa, esattamente dal 5 al 10 marzo 1985, all’Expo Arte di Bari, Fiera
Internazionale d’Arte Contemporanea, nella Sala Spaziocittà all’interno
dell’area Fiera, era in mostra l’allestimento del gruppo VIDEOARTESPERIMENTALE
TARANTO/NIZZA e, il 7 marzo, fu presentato ufficialmente e in prima assoluta il
MANIFESTO DELL’ARTE PURA E PROGRAMMA/PROGETTO DI MEDITERRANEA, di Vittorio Del
Piano - artista grottagliese venuto a mancare il 14 giugno scorso.
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Bari 5 marzo 1985 - Stand 7 Padiglione 3.
In primo piano da sinistra: Vittorio Del Piano,
Jacques Lepage, Noel Dolla. Alle loro spalle tre studenti
di Del Piano dell’Accademia di Belle Arti di Bari.
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Erano al
tavolo di presidenza lo stesso Vittorio Del Piano, Jacques Lepage, critico
d’arte francese e fondatore della “Ecole de Nice” giunto da Nizza per
l’occasione, Pasquale Calvario Assessore
alla Cultura Regione Puglia, Filippo Di
Lorenzo allora responsabile regionale del PSI, Michele Del Vecchio per la
documentazione iconografica. Fu diffusa una registrazione audio dell’intervento
di Pierre Restany, esperto di estetica dell’arte moderna e contemporanea,
fondatore del Nouveau Réalisme (1960), in vece della sua presenza fisica poiché
trattenuto a Parigi per impegni concomitanti.
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Grafica di Vittorio Del Piano facente
parte della Cartella di serigrafie presentate
all’Expo Arte Bari 1985 dal titolo:
<<MEDI/TERRA/NEA ARTE-PURA>>
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Il gruppo “Videoartesperimentale
Tarato/Nizza”, di cui Del Piano era il fondatore, esponeva allo Stand 7 -
Padiglione 3. Gli artisti chiamati a contribuire con le loro opere erano: Vittorio Del Piano, Franco Gelli,
Pino Lacava e i francesi Denis Castellas, Noel Dolla ed Henri Olivier. “Le
opere del primo nucleo degli Artisti Puri, così definiti nel Manifesto
dell’ARTE- PURA, installate il giorno
prima dell’inaugurazione, due per ogni artista, creavano un flusso magnetico che
orientava il pensiero verso Medi/Terra/Nea, la Città Dell’Arte Pura, visibile concretamente
grazie ad una cartografia tecnica, una serie di tavole a colori in formato
100x70, che mostrava la città a forma di piramide in pianta e sezioni, bellissima,
che sorgeva dalle acque marine”, così
rammenta l’artista Pino Lacava quei momenti, a cui abbiamo chiesto alcuni flash
di informazioni e ricordi.
“Le immagini delle varie opere pur nella loro
complessità erano essenziali, si integravano tra loro creando una rete concettuale che si
espandeva all’unisono, comunicando
con diversi stilemi il contenuto di un’Arte
Libera da ogni compromesso ideologico se non quello «del bisogno di tendere ad un NATURALISMO
ESTETICO che salvaguardi l’uomo, la natura, l’ambiente» così come scriveva Del Piano nel suo
Manifesto”.
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Particolare dell’opera originale di Pino Lacava
in allestimento allo Stand 7 Padiglione 3 dal 5 al 10 marzo 1985,
per il gruppo <Videoartesperimentale Taranto/Nizza>.
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Il Manifesto, appunto, che ha compiuto 30 anni proprio in questi
giorni, ultimato dopo 2 anni di intenso lavoro nell’estate del 1984 e poi dato
alle stampe. Vi era contenuta una nuova visione prospettica dell’arte
“operativa” contemporanea che affondava le sue solide radici nel Manifesto del
Rio Negro di Pierre Restany, a cui Del Piano era legato da una solida amicizia,
pubblicato nel 1978 e diffuso a livello mondiale con una lunga serie di
conferenze da parte dell’Autore, e nel Nouveau Réalisme sempre di Restany – rivoluzione
prima della rivoluzione, quando ancora i fermenti culturali del ’68 non erano
neanche sospettabili. “Non è stata una mostra nel senso tradizionale del temine,
ma uno spazio olistico da percorre condotti da un filo invisibile che indicava
la luce della Città dell’Arte Pura; uno spazio che coinvolgeva i visitatori rendendoli attivi e
partecipi” ricorda ancora Lacava.
Insomma, soffermarsi davanti allo Stand 7 del
Padiglione 3 era una gioia per gli occhi e lo spirito. Dopo 30 anni le tematiche del Manifesto dell’Arte Pura sono
più che mai attuali, e ancora in via di attuazione. Le argomentazioni in difesa
della Natura, dell’Uomo e dell’Ambiente sono vissute quotidianamente in tutti i campi e a più
livelli a scala globale. Franco Gelli è venuto a mancare oltre 10 anni fa, i
citati artisti francesi sono presenti nel web ma non rintracciabili (forse in
giro per il mondo?), anche Del Piano Lepage e Restany non sono più tra noi… non
possiamo che chiedere a Lacava, al momento unico
protagonista disponibile e testimone diretto di quegli eventi.
“Del
Piano invitava con azioni concrete a rompere gli schemi precostituiti nel campo
dell’estetica, oltre a quelli di un mercato che trattava e «tratta le
opere d’arte con i requisiti utili solo al profitto egoistico dei faccendieri»,
come è scritto nel Manifesto”, ci riferisce.Dopo 30
anni bisogna continuare a rinsaldare il legame primigenio tra Uomo e Natura. Bisogna trovare i canali e i mezzi per
comunicare l’idea che è possibile l’alternativa alla formula: “Uomo e Natura
dissociati”; è necessario sviluppare una strategia per soddisfare i bisogni
primari – originali – spirituali. Bisogna
risolvere le contraddizioni che rendono il mondo brutalmente primitivo dove la violenza è la regola.
Le Arti, le
Scienze naturali e le Scienze filosofiche devono trovare il giusto equilibrio
per un progresso sicuro, dove il senso delle
cose corrisponde al bene di tutti in
piena armonia con la Natura nel suo insieme.
Insomma, una “primavera
concettuale” che ha dato i suoi primi frutti 30 anni fa, e che per il futuro ancora
promette fioriture.
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis