Perché questo nostro mondo non perda coraggio /A lume spento.” Ezra si prodigo’ molto per i suoi amici artisti. Scrisse Hemingway: “Ezra Pound dedica un quinto del suo tempo lavorativo a scrivere poesie. Nel tempo restante cerca di promuovere il futuro, sia materiale che artistico, dei suoi amici”. Sposato con Dorothy, amava anche la musicista Olga Rudge, dalla quale ebbe un figlio. E la moglie lo ricambiò andando in Egitto e rimanendo a sua volta incinta con un altro. “La poesia si fa con qualsiasi cosa” sosteneva. Montava versi con i titoli dei giornali, con le confezioni pubblicitarie, con le frasi sentite per strada, al mercato o in qualche cena, con le citazioni dotte e stralunate dei provenzali, con i passaggi autobiografici rivisitati in chiave onirica, con gli ideogrammi cinesi, con le lingue morte, con l’abbecedario di età sepolte. E, soprattutto, con la musica, proprio con la musica. E’ proprio nella ritmica che la poesia si ricongiunge alla sua natura primigenia: quella di essere musica fatta con le parole, utilizzare la ritmica delle parole per restituire al termine il suo senso più profondo, al di là del significato e del significante, per raggiungere sfere ulteriori a quelle dell’intelletto puro. Voi chiamatele, se volete: emozioni, quelle stesse emozioni che ritroviamo nelle poesia – Francesca - un nome che guarda caso emozionerà anche uno dei più famosi cantautori di tutti i tempi : “Venivi innanzi uscendo dalla notte/ recavi fiori in mano /ora uscirai fuori da una folla confusa,/da un tumulto di parole intorno a te./Io che ti avevo veduta fra le cose prime /mi adirai quando sentii dire il tuo nome / in luoghi volgari. /Avrei voluto che le onde fredde sulla mia mente fluttuassero /e che il mondo inaridisse come una foglia morta,/o vuota bacca di dente di leone, e fosse spazzato via,/per poterti ritrovare,/sola. “. Ma un poeta non è quasi mai solo. Il poeta è anche, talvolta, un uomo curioso. Un uomo che cerca il senso delle cose che lo circondano, magari solo per tradurle in versi. E in questa curiosità, a volte coltiva delle manie. Quella di Ezra Pound si chiamava “economia”. Oh! sì: proprio quella materia arida che da qualche decennio governa le nostre vite. Credo che a nessun altro poeta sia riuscito, prima di lui, di trasformare una materia così arida in poesia. Del resto – se ci pensate bene – nemmeno la teologia era materia poetica, prima che Dante Alighieri ne facesse la Commedia. Mai nessuno, prima di Dante, si era spinto tanto in là dal concepire un’intera cosmogonia in versi. Dante lo fece con la teologia, Pound con l’economia. Il risultato è identico: poesia. Nella sua poesia irrompe l’economia. Nei "Cantos" l’economia occupa la parte che nella "Divina Commedia" di Dante è quella del sapere teologico. Si sentiva un riformista economico. E quando venne in Italia, la nazione in cui si è trovato meglio, le sue simpatie per Mussolini erano soprattutto in funzione di farsi accettare come tale. Voleva che la sovranità economica fosse nelle mani dei popoli e non dei mercanti di denaro. Contro l’usura scrive un Cantos rimasto celebre, sulla scorta del pensiero aristotelico e tomistico, denuncia l’illogicità dell’assioma su cui si fonda il moderno sistema finanziario: l’idea che il denaro possa (e debba) necessariamente generare altro denaro, a prescindere dall’utilizzo che se ne fa. Nel Canto XLV, Pound profeticamente scriveva che “con usura nessun uomo ha una solida casa” e “usura arruginisce l’arte e l’artigiano/ tarla la tela nel telaio” e, concludendo, poneva l’usura quale violazione del sacro: “ad Eleusi han portato puttane / carogne crapulano / ospiti d’usura”. I Cantos sono una specie di ambiziosissima storia dell'umanità in cui le epoche e le civiltà più diverse e remote si sovrappongono e si intrecciano intorno a un singolare filo conduttore: la convinzione che la radice di ogni male, di ogni decadenza e corruzione, sia annidata nella pratica dell'usura e quindi nell'istituzione quattrocentesca delle banche e dei banchieri. Con il progredire dell'opera i procedimenti stilistici si fanno più ardui e ellittici; alcuni degli ultimi Cantos portano alle estreme conseguenze una delle più tipiche tecniche espressive poundiane: sono composti quasi interamente da citazioni, in gran parte ideogrammi cinesi, con effetti che rendono problematica la comprensione del testo e la sua stessa lettura. Di fronte all'arditezza della sfida poundiana, si rimane spesso con il senso dell'incapacità ad afferrare la comprensione del testo, ma non ci si può sottrarre al senso di fascino immanente che emana. L'impasto di lingue e stili diversi, l'intreccio di toni lirici e toni saggistici, il balenare di immagini pure e definitive in un accumulo di dati hanno avuto enorme influenza sulla poesia sperimentale del secolo. E l’amore cosa è per Pound ? Se da una parte scrive aforismi come “L'amore: un sentimento inventato. Ciò che conta è il gioco della seduzione, il rituale di piacere a qualcuno”. Dall’altro scrive versi stupendi come : “ Se nella casa non c’e’ amore, non c’e’ nulla/ la voce della fame non si sente più” ( Canto XVI 796 nell’ultimo Canto coerente dei suoi Cantos di Marienbaden.). Di fatto l’angoscia esistenziale, la paura del nulla è potente soltanto laddove l’amore si è dileguato definitivamente dall’esistenza. Infatti con l’amore si restaura anche la fiducia nel mondo, la fiducia originaria. Solo nella modalita’ dell’amore si può sperimentare la vita “ come patria e rifugio sicuro” . Per introdurre nei Cantos, il motivo del suo amore senile sceglie il paesaggio di alta montagna della regione del Li – chiang, come un tempo era ricorso alla vallata denominata Pustertal, ove sua figlia era stata allevata da contadini sud – tirolesi per rappresentare un mondo la cui vicinanza alla natura e la cui sobrietà costituivano un’oasi, una riserva rispetto al mondo consumistico industrializzato. In questo luogo in una tribù stabile il popolo conosceva solo il libero amore, le decisioni matrimoniali venivano concordate solo dai capi, e la gente del luogo non riusci’ mai ad assuefarsi all’istituzione del matrimonio e le unioni matrimoniali recavano a tutta la popolazione solo dolore ed infelicità. E così continueremmo a parlare di Pound come parlano le sue poesie, come un fiume in piena che raccoglie nel suo letto tutto ciò che trova…ma arriva il momento del commiato : “ Montagne azzurre a nord della muragli, / Orlate da un bianco fiume; / Qui ci dobbiamo separare / E incamminarci per mille miglia d’erba morta./ La mente come una gran nube veleggiante/ , Tramonto come vecchi amici che si lasciano / Inchinandosi, su mani congiunte, a distanza. / L’uno all’altro nitriscono i cavalli/ mentre ci distacchiamo.” Pound ci ha insegnato …ad amare il nostro sogno : “ Ama il tuo sogno/ogni inferiore amore disprezzando,/il vento ama ed accorgiti qui,/ che sogni solo possono veramente essere,/perciò in sogno a raggiungerti m'avvio.”; Ci ha insegnato a compiangere quelli che stanno meglio di noi : “ Vieni, compiangiamoli quelli che stanno meglio di noi. /Vieni, amica, e ricorda /che i ricchi han maggiordomi e non amici,/E noi abbiamo amici e non maggiordomi./Vieni, compiangiamo gli sposati e i non sposati. /L'aurora entra a passettini come una dorata Pavlova,/ E io son presso al mio desiderio. /Ne ha la vita in sé qualcosa di migliore /Che quest'ora di chiara freschezza, /l'ora di svegliarsi in amore”. Ci ha suggerito che : “Il pensare divide il sentire unisce” , e ci ha donato una grande verità che nell’approcciarci al genere umano dovremmo usare come cartina a tornasole : “ Se un uomo non è disponibile a correre qualche rischio per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla o è lui che non vale nulla”
"Questo blog, nasce a Grottaglie e per Grottaglie, è e sarà rispettoso delle manifestazioni dell'altrui pensiero, da qualunque parte provengano, purché espresse onestamente e chiaramente. In questo spazio ho l'onore di avere autori di spessore culturale di grande livello. Potete scrivermi su: lillidamicis@libero.it e/o su : lillidamicis@gmail.com
Che ora è ?
venerdì 13 marzo 2015
Ezra Pound :….un grande poeta oltre le etichette !!!
Perché questo nostro mondo non perda coraggio /A lume spento.” Ezra si prodigo’ molto per i suoi amici artisti. Scrisse Hemingway: “Ezra Pound dedica un quinto del suo tempo lavorativo a scrivere poesie. Nel tempo restante cerca di promuovere il futuro, sia materiale che artistico, dei suoi amici”. Sposato con Dorothy, amava anche la musicista Olga Rudge, dalla quale ebbe un figlio. E la moglie lo ricambiò andando in Egitto e rimanendo a sua volta incinta con un altro. “La poesia si fa con qualsiasi cosa” sosteneva. Montava versi con i titoli dei giornali, con le confezioni pubblicitarie, con le frasi sentite per strada, al mercato o in qualche cena, con le citazioni dotte e stralunate dei provenzali, con i passaggi autobiografici rivisitati in chiave onirica, con gli ideogrammi cinesi, con le lingue morte, con l’abbecedario di età sepolte. E, soprattutto, con la musica, proprio con la musica. E’ proprio nella ritmica che la poesia si ricongiunge alla sua natura primigenia: quella di essere musica fatta con le parole, utilizzare la ritmica delle parole per restituire al termine il suo senso più profondo, al di là del significato e del significante, per raggiungere sfere ulteriori a quelle dell’intelletto puro. Voi chiamatele, se volete: emozioni, quelle stesse emozioni che ritroviamo nelle poesia – Francesca - un nome che guarda caso emozionerà anche uno dei più famosi cantautori di tutti i tempi : “Venivi innanzi uscendo dalla notte/ recavi fiori in mano /ora uscirai fuori da una folla confusa,/da un tumulto di parole intorno a te./Io che ti avevo veduta fra le cose prime /mi adirai quando sentii dire il tuo nome / in luoghi volgari. /Avrei voluto che le onde fredde sulla mia mente fluttuassero /e che il mondo inaridisse come una foglia morta,/o vuota bacca di dente di leone, e fosse spazzato via,/per poterti ritrovare,/sola. “. Ma un poeta non è quasi mai solo. Il poeta è anche, talvolta, un uomo curioso. Un uomo che cerca il senso delle cose che lo circondano, magari solo per tradurle in versi. E in questa curiosità, a volte coltiva delle manie. Quella di Ezra Pound si chiamava “economia”. Oh! sì: proprio quella materia arida che da qualche decennio governa le nostre vite. Credo che a nessun altro poeta sia riuscito, prima di lui, di trasformare una materia così arida in poesia. Del resto – se ci pensate bene – nemmeno la teologia era materia poetica, prima che Dante Alighieri ne facesse la Commedia. Mai nessuno, prima di Dante, si era spinto tanto in là dal concepire un’intera cosmogonia in versi. Dante lo fece con la teologia, Pound con l’economia. Il risultato è identico: poesia. Nella sua poesia irrompe l’economia. Nei "Cantos" l’economia occupa la parte che nella "Divina Commedia" di Dante è quella del sapere teologico. Si sentiva un riformista economico. E quando venne in Italia, la nazione in cui si è trovato meglio, le sue simpatie per Mussolini erano soprattutto in funzione di farsi accettare come tale. Voleva che la sovranità economica fosse nelle mani dei popoli e non dei mercanti di denaro. Contro l’usura scrive un Cantos rimasto celebre, sulla scorta del pensiero aristotelico e tomistico, denuncia l’illogicità dell’assioma su cui si fonda il moderno sistema finanziario: l’idea che il denaro possa (e debba) necessariamente generare altro denaro, a prescindere dall’utilizzo che se ne fa. Nel Canto XLV, Pound profeticamente scriveva che “con usura nessun uomo ha una solida casa” e “usura arruginisce l’arte e l’artigiano/ tarla la tela nel telaio” e, concludendo, poneva l’usura quale violazione del sacro: “ad Eleusi han portato puttane / carogne crapulano / ospiti d’usura”. I Cantos sono una specie di ambiziosissima storia dell'umanità in cui le epoche e le civiltà più diverse e remote si sovrappongono e si intrecciano intorno a un singolare filo conduttore: la convinzione che la radice di ogni male, di ogni decadenza e corruzione, sia annidata nella pratica dell'usura e quindi nell'istituzione quattrocentesca delle banche e dei banchieri. Con il progredire dell'opera i procedimenti stilistici si fanno più ardui e ellittici; alcuni degli ultimi Cantos portano alle estreme conseguenze una delle più tipiche tecniche espressive poundiane: sono composti quasi interamente da citazioni, in gran parte ideogrammi cinesi, con effetti che rendono problematica la comprensione del testo e la sua stessa lettura. Di fronte all'arditezza della sfida poundiana, si rimane spesso con il senso dell'incapacità ad afferrare la comprensione del testo, ma non ci si può sottrarre al senso di fascino immanente che emana. L'impasto di lingue e stili diversi, l'intreccio di toni lirici e toni saggistici, il balenare di immagini pure e definitive in un accumulo di dati hanno avuto enorme influenza sulla poesia sperimentale del secolo. E l’amore cosa è per Pound ? Se da una parte scrive aforismi come “L'amore: un sentimento inventato. Ciò che conta è il gioco della seduzione, il rituale di piacere a qualcuno”. Dall’altro scrive versi stupendi come : “ Se nella casa non c’e’ amore, non c’e’ nulla/ la voce della fame non si sente più” ( Canto XVI 796 nell’ultimo Canto coerente dei suoi Cantos di Marienbaden.). Di fatto l’angoscia esistenziale, la paura del nulla è potente soltanto laddove l’amore si è dileguato definitivamente dall’esistenza. Infatti con l’amore si restaura anche la fiducia nel mondo, la fiducia originaria. Solo nella modalita’ dell’amore si può sperimentare la vita “ come patria e rifugio sicuro” . Per introdurre nei Cantos, il motivo del suo amore senile sceglie il paesaggio di alta montagna della regione del Li – chiang, come un tempo era ricorso alla vallata denominata Pustertal, ove sua figlia era stata allevata da contadini sud – tirolesi per rappresentare un mondo la cui vicinanza alla natura e la cui sobrietà costituivano un’oasi, una riserva rispetto al mondo consumistico industrializzato. In questo luogo in una tribù stabile il popolo conosceva solo il libero amore, le decisioni matrimoniali venivano concordate solo dai capi, e la gente del luogo non riusci’ mai ad assuefarsi all’istituzione del matrimonio e le unioni matrimoniali recavano a tutta la popolazione solo dolore ed infelicità. E così continueremmo a parlare di Pound come parlano le sue poesie, come un fiume in piena che raccoglie nel suo letto tutto ciò che trova…ma arriva il momento del commiato : “ Montagne azzurre a nord della muragli, / Orlate da un bianco fiume; / Qui ci dobbiamo separare / E incamminarci per mille miglia d’erba morta./ La mente come una gran nube veleggiante/ , Tramonto come vecchi amici che si lasciano / Inchinandosi, su mani congiunte, a distanza. / L’uno all’altro nitriscono i cavalli/ mentre ci distacchiamo.” Pound ci ha insegnato …ad amare il nostro sogno : “ Ama il tuo sogno/ogni inferiore amore disprezzando,/il vento ama ed accorgiti qui,/ che sogni solo possono veramente essere,/perciò in sogno a raggiungerti m'avvio.”; Ci ha insegnato a compiangere quelli che stanno meglio di noi : “ Vieni, compiangiamoli quelli che stanno meglio di noi. /Vieni, amica, e ricorda /che i ricchi han maggiordomi e non amici,/E noi abbiamo amici e non maggiordomi./Vieni, compiangiamo gli sposati e i non sposati. /L'aurora entra a passettini come una dorata Pavlova,/ E io son presso al mio desiderio. /Ne ha la vita in sé qualcosa di migliore /Che quest'ora di chiara freschezza, /l'ora di svegliarsi in amore”. Ci ha suggerito che : “Il pensare divide il sentire unisce” , e ci ha donato una grande verità che nell’approcciarci al genere umano dovremmo usare come cartina a tornasole : “ Se un uomo non è disponibile a correre qualche rischio per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla o è lui che non vale nulla”
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LIBERTÀ DI PENSIERO
"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975
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EINSTEIN DICEVA SPESSO
“Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare”.
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