Devo confessare che assistere
alla Processione dei Misteri e’ per me attrazione e, nello stesso
tempo, commozione, nel senso
etimologico della parola ovvero “ turbamento dello stato interiore, dovuto
all'insorgere di un forte sentimento”.La musica,cadenzata ,tragica e grave,
crea,poi, l’atmosfera adatta alla circostanza , avvolgendo lo spettatore in una
bolla fuori dal tempo. Il termine processione
deriva dal verbo latino procedere, (andare avanti,
avanzare, procedere): è un insieme organizzato di persone che avanzano in
maniera formale o cerimoniale. Nella
religione cattolica si usa trasportare per le strade una statua sacra da
venerare per una determinata festa liturgica (Gesù, Maria o i Santi) con a
seguito la gente in processione. Vari gli elementi distintivi di una processione religiosa:la statua viene spesso portata a spalla da delle persone
vestite a tema.
Può essere suonata da una
banda. Nel caso della processione
funebre della statua di Cristo che avviene il venerdì santo, o della Madonna
vestita di nero perchè in lutto, saranno tutti rigorosamente vestiti di nero, e
le donne, con le candele accese in mano, avranno anche un velo nero in testa,
segno di lutto.
Nel caso di una festa di paese più allegra, tipo la festa del
santo patrono, l’atmosfera sarà di festa .Le processioni si sono sviluppate in maniera ampia durante
il Medioevo, ma trovano la loro origine all’inizio del Cristianesimo come
potere politico, durante i primi secoli d.C. Ci si trovò a rimpiazzare
il paganesimo del tempo. Infatti a quel tempo, quando l’imperatore
Costantino introdusse il cristianesimo come religione ufficiale, erano diffuse
varie pratiche e feste pagane, tra cui anche quella di andare in processione
con statue dei vari dei. Allora vennero sostituiti gli dei con i personaggi
biblici, con lo scopo di introdurre e far conoscere ed accettare la nuova
religione cristiana. Le origini, sono da collegarsi alle
rappresentazioni che in epoca medievale, con la denominazione " misteri
", solevano raffigurare episodi tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento.Nel secolo XV dalla Spagna , dove tali rappresentazioni erano appartenenti al
" teatro de los misterios ", vennero, complice la dominazione iberica
in Sicilia ( dal 1412 al 1713 ), ad affermarsi anche nell'
isola. Verso la fine del 1500 con il termine " Casazze "
o " Las Casazas ", ci si riferiva a quelle rappresentazioni
rievocanti la Passione e Morte del Cristo, che si tenevano a Genova, presso
grandi case o casaccie. Si presume che tali riunioni derivassero dai
contatti commerciali e culturali tra la città ligure e la Spagna , in
particolare con Siviglia. Questa pratica pagana è stata mantenuta poi nel corso dei
secoli, e la troviamo oggi nel cattolicesimo romano, nelle chiese ortodosse
orientali e nella chiesa anglicana. Le processioni religiose sono diffuse in
tutte le religioni e in tutte le credenze mondiali. Oltre al vecchio paganesimo
classico, egiziano e greco, le troviamo nel buddhismo, nell’induismo e nelle
religione africane. La Riforma abolì in tutti i paesi protestanti le
processioni, e insieme a loro, la dottrina della transustanziazione
(Corpus Christi), il sacramento della Cena del Signore. Inoltre abolì i riti
associati al culto della Beata Vergine e ai santi. La semplicità del rito e del
credo del calvinismo, infatti, non avrebbe tollerato processioni religiose di
qualsiasi tipo, e così scomparvero del tutto dalle Chiese Riformate.Il carattere
più conservatore e tradizionalista della comunione anglicana e luterana,
tuttavia, mantenne tali processioni all’inizio, anche se con il tempo caddero
in disuso.Le confraternite italiane, sin dalle loro origini, hanno organizzato
autonomamente o in collaborazione con altre istituzioni sia religiose che
laiche, processioni e rappresentazioni sacre in occasione di particolari
ricorrenze. Queste manifestazioni di fede avevano, ed in buona sostanza ancora
conservano, aspetti di connotazione eminentemente e sinceramente religiosa e
penitenziale, dai quali però non andavano e non vanno tuttora disgiunte talune
espressioni di esteriorità tendenti a far prevalere il lato emozionale delle
manifestazioni stesse attraverso l'esposizione scenografica e/o drammatica
dell'evento oggetto della celebrazione, come nel caso delle rappresentazioni
della Passione e Morte del Cristo. Particolare attenzione venne posta dal mondo
confraternale in modo preminente alle processioni del Corpus Domini e della
Settimana Santa, più che a quelle in onore dei Santi protettori, per le quali
si organizzarono a Roma e nelle più grandi città italiane, segnatamente a
partire dal sedicesimo secolo, cortei e rappresentazioni
sacre imponenti per numero di partecipanti, per sfarzo di paludamenti e per
ricchezze di scenografie.
La consuetudine interessò, ovviamente, anche la provincia italiana dove le
manifestazioni, pur non avendo le stesse caratteristiche di grandiosità e
lustro, poterono conservare gran parte delle motivazioni religiose originali,
perdurare nel tempo come tradizioni popolari e giungere, sovente quasi indenni,
sino ai nostri giorni. Le notti del Giovedì e del Venerdì Santo sono notti
affascinanti. "Incantesimo del Venerdì Santo", la musica di Wagner,
come d'incanto è la rievocazione della Passione e Morte del Cristo che le
Confraternite rappresentano da secoli, recitando un dramma millenario che
coinvolge e commuove poichè ricorda un misfatto storico, il crimine più grande
dell'umanità. I confratelli interpretano con convinzione il loro ruolo;
penitenti ed attori ad un tempo, in modo profondamente laico ma convintamente
religioso, essi tendono a coinvolgere emotivamente gli spettatori, quasi a
volerli rendere responsabili delle sofferenze a cui fu sottoposto il Cristo,
anche a causa dei loro peccati, attraverso la presentazione nei termini più
drammatici e crudeli delle torture a cui fu sottoposto.
La loro rappresentazione non è dunque manifestazione esteriore di fede o di
tradizione popolare ma è interpretazione di sentimenti più importanti che
emergono dal profondo dell'animo e si inoltrano nell'ignoto come ignoti sono
gli stessi incappucciati. Essi, negando il loro volto ed annullando la propria
identità, esprimono impassibilità ed emozioni, convinzioni e dubbi, fede e
tradizione, sovente un'ansia che anela nel segreto a ritrovare una libertà
interiore perduta, a rafforzare una fede sopita, ad espiare errori attraverso
un sacrificio, ancorchè minimo, nel portare una fiaccola, un simbolo della
Passione, una statua o una croce leggera, molto più leggera di quella del
Cristo. La nostra religione è fatta anche di testimonianze, e di segni, e tali
sono le nostre processioni, segni tangibili di fede, senza dubbio positivi
anche se velati da residui sedimenti di orgogli e vanità personali e
collettivi, da cui sarebbe auspicabile liberarsi. Esse non appartengono
solamente alle confraternite che le organizzano o agli incappucciati che le
interpretano; sono patrimonio di tutti e vengono intensamente vissute da tutti,
penitenti e fedeli, attori e spettatori. Chi assiste ai bordi delle strade al
lento passare dei confratelli dal volto coperto vive e partecipa in eguale
misura alla rappresentazione del dramma. Attori e spettatori, tutti in ogni
caso penitenti, restano immersi in lunghi e religiosi silenzi confermati dal
fruscio dei sai, de passi lenti e cadenzati degli incappucciati, dall'incedere
frettoloso dei maestri di cerimonia, in uno scenario spesso particolare e
suggestivo reso più drammatico dalla luna(quando c’e’) che, correndo tra nuvole
grevi, ora disegna ed ora cancella tremolanti e fantastiche ombre sul selciato
luccicante per la pioggia o l'umidità della notte e dove la…Morte regna
sovrana.
Mitiche immagini senza tempo!
Nessun commento:
Posta un commento
blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis