Ricordo
quando un tempo
ci amavamo
ai ritmi della Grottaglie antica.
T'aspettavo
sotto il balcone
di tufo intarsiato
dove il pumo
orgoglioso sul vicolo vegliava
troneggiante sulla ringhiera
di ferro battuto.
E tu,
che dagli alti gradini scendevi
lungo la scala dal profumo di calce fresca
da tuo padre appena tinteggiata.
Principessa m'apparivi
nella via di bianca pietra lastricata
ove il cremisi geranio
ai passanti elargiva
il profumo di un dì ormai passato
dai vasi di umile creta
sui gradini dell'ingresso posti.
Nell' ombra del nascosto arco
della Madonna del Lume
un bacio ti rubavo
sotto l'attonito sguardo
dell'anziana sull'uscio seduta
mentre le fave
dal rude abito svestiva
sulla pietra nel tempo consumata.
T'amavo
nel percorrere con te
l'irta via del "Pennino"
dove un ragazzino
una fetta di pane e pomodoro
vorace addentava.
T'amavo
allorché l'ampia piazza
della Chiesa Matrice
immensa ci appariva
ove di Grottaglie
gli abitanti
si scambiavano pane e parole
al lento incedere del tempo.
Rammento quando i dì del freddo gennaio
le prime fascine
della potata vite
venivan al centro della piazza poste
a preparar del Santo Patrono
la pira.
E tu che ti stringevi nel tuo scialle
di lana colorata
sferruzzato al calore del braciere.
Del vicino monastero
la campana
allietava il nostro andare.
T'amavo.
Ora che più non sei
appoggiato al bastone ancor t'aspetto
sotto il balcone di tufo intarsiato,
attento acchè dalle auto
non sia ingoiato.
Al profumo del cremisi geranio
l'acre puzzo dei gas di scarico
s'è sostituito.
Con te
sepolto è stato
anche il bianco lastricato
a cancellare amore
e il ricordo dei nostri respiri
assieme intrecciati.
Rammento
quando un tempo
ci amavamo
ai ritmi della Grottaglie antica.
quando un tempo
ci amavamo
ai ritmi della Grottaglie antica.
T'aspettavo
sotto il balcone
di tufo intarsiato
dove il pumo
orgoglioso sul vicolo vegliava
troneggiante sulla ringhiera
di ferro battuto.
E tu,
che dagli alti gradini scendevi
lungo la scala dal profumo di calce fresca
da tuo padre appena tinteggiata.
Principessa m'apparivi
nella via di bianca pietra lastricata
ove il cremisi geranio
ai passanti elargiva
il profumo di un dì ormai passato
dai vasi di umile creta
sui gradini dell'ingresso posti.
Nell' ombra del nascosto arco
della Madonna del Lume
un bacio ti rubavo
sotto l'attonito sguardo
dell'anziana sull'uscio seduta
mentre le fave
dal rude abito svestiva
sulla pietra nel tempo consumata.
T'amavo
nel percorrere con te
l'irta via del "Pennino"
dove un ragazzino
una fetta di pane e pomodoro
vorace addentava.
T'amavo
allorché l'ampia piazza
della Chiesa Matrice
immensa ci appariva
ove di Grottaglie
gli abitanti
si scambiavano pane e parole
al lento incedere del tempo.
Rammento quando i dì del freddo gennaio
le prime fascine
della potata vite
venivan al centro della piazza poste
a preparar del Santo Patrono
la pira.
E tu che ti stringevi nel tuo scialle
di lana colorata
sferruzzato al calore del braciere.
Del vicino monastero
la campana
allietava il nostro andare.
T'amavo.
Ora che più non sei
appoggiato al bastone ancor t'aspetto
sotto il balcone di tufo intarsiato,
attento acchè dalle auto
non sia ingoiato.
Al profumo del cremisi geranio
l'acre puzzo dei gas di scarico
s'è sostituito.
Con te
sepolto è stato
anche il bianco lastricato
a cancellare amore
e il ricordo dei nostri respiri
assieme intrecciati.
Rammento
quando un tempo
ci amavamo
ai ritmi della Grottaglie antica.
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis