La Vespa si diffonde fra i giovani e negli anni '50 viene usata soprattutto la domenica e nei giorni di festa: al lavoro (nelle campagne) si va ancora a piedi. La automobili cominciano però a diffondersi solo dalla metà degli anni '60, quando costano sempre meno (in rapporto al salario) e si cominciano a tracciare le prime strade interpoderali, che porteranno alla progressiva scomparsa dei muli fino ad arrivare all'attuale "invasione" di automobili. La Vespa è uno storico modello di motociclo della Piaggio, brevettato il 23 aprile del 1946, su progetto dell'ingegnere aeronautico Corradino D'Ascanio. Il nome diventato famoso sembra sia nato dall'esclamazione del fondatore della Piaggio alla vista dei nuovi progetti; in effetti lo stile richiama alla memoria l'insetto omonimo con le antenne e il corpo tondeggiante.
Forse la più grande innovazione di questo modello, che contribuì al suo successo planetario, fu la presenza di una carrozzeria che copriva integralmente il motore e le parti meccaniche principali, con i risultati di una protezione efficace dalle intemperie e del poter utilizzare finalmente la motocicletta con l'abbigliamento di tutti i giorni, sfatando la nomea della motocicletta che imbrattava il guidatore. La prima Vespa aveva una cilindrata di 98 cc, motore a due tempi, tre marce, accensione a volano magnete, potenza max 3,2 cavalli a 4.500 giri che consentivano una velocità massima di 60 kmh e il superamento di pendenze del 20%. Costava all'epoca 90.000 lire e si comprava a rate in una concessionaria Lancia: questo perché nel '46 non era stata ancora creata una rete di distribuzione Piaggio.Il prezzo di 90.000 lire, che oggi fa sorridere, equivaleva a diversi mesi di lavoro di un impiegato. Nonostante ciò, la possibilità del pagamento rateizzato fu uno stimolo notevole per le vendite: la Vespa è stato il primo impulso alla motorizzazione di massa in Italia, prima ancora dell'avvento dell'altra grande protagonista, la Fiat 500
Come la Vespa, anche la Lambretta aveva un motore a 2 tempi funzionante a miscela di benzina e olio, 3 o 4 marce, con una cilindrata che variava dai 39 ai 198 cm³. Diversamente dalla Vespa, che è stata costruita con un telaio costituito da un solo pezzo, la Lambretta aveva una struttura tubolare più rigida su cui veniva assemblata la carrozzeria.I primi modelli prodotti presentavano la caratteristica della "carrozzeria scoperta", distinguendosi quindi totalmente dalla Vespa (totalmente carenata), diventando il tipico segno di riconoscimento dello scooter milanese. Comunque i successivi modelli prodotti, esattamente dal modello C del 1950, furono presentati anche in versione carenata; proprio questo modello, criticato dalla rivale Piaggio per la somiglianza concettuale con la Vespa. L’Italia si divide in due, chi parteggia per la Vespa e chi per la Lambretta: il dualismo tra Vespa e Lambretta rispecchia i tanti dualismi dell’Italia di quegli anni: DC o PC,Coppi o Bartali ecc.Sogno degli italiani, che dal dopoguerra sfrecciavano per le strade in rifacimento di un’Italia che si affacciava alla Dolce Vita, la Lambretta e la Vespa sono il simbolo del movimento di un paese verso una nuova epoca, fatta di design, macchine e movimento.
Spero che il prossimo assessore alla cultura siete voi,i partiti vi dor
RispondiEliminavrebbero mettere in lista,siete preparato di cultura e onesto.Vi voterebbero in tantissimi abbiamo bisogno di gente preparata.A.Piergianni