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domenica 18 marzo 2012

Il monachesimo basiliano

Molto spesso nei centri abitati dai tempi antichi, nei luoghi più riparati dove nascondersi e ancora nei punti da cui poter dominare il mare e quindi avvistare eventuali assalitori, ci imbattiamo in resti di costruzioni, generalmente ipogee(sotto il livello normale del terreno), o in grotte naturali sfruttate in vario modo, scopriamo poi che sono generalmente testimonianze della presenza dei Monaci Basiliani che per lungo tempo si sono rifugiati in queste terre. Ho pensato così che potesse essere interessante dare qualche semplice notizia e collocare nella storia queste testimonianze.

I Monaci Basiliani appartengono a un’ordine ispirato alla dottrina di San Basilio e da lui fondato; di origini egiziane, palestinesi, siriane e turche, sappiamo che abitavano regioni desertiche del mediterraneo orientale come la penisola del Sinai o l’ altopiano roccioso della Cappadocia; questi antichi monaci cristiani vivevano asceticamente in grotte od anfrati naturali e quando giunsero numerosi in Puglia, trovarono caratteristiche morfologico-naturali simili a quelle che avevano lasciato: una terra fatta di grotte, gravine, formazioni carsiche, un terreno che spesso si prestava ad essere facilmente scavato.
Nel 726 d.C. l’imperatore bizantino di Costantinopoli Leone III Isaurico, capo della Chiesa orientale(Cesaropapismo), emanò un editto con il quale ordinava la distruzione di tutte le immagini sacre e delle icone presenti  in tutte le province dell’Impero che rappresentassero Dio, la Madonna o i Santi.
Furono fatti a pezzi e bruciati i mosaici, gli affreschi, le statue e le icone, ma non solo le opere d’arte, anche molti monaci vennero uccisi nel tentativo di mettere in salvo le loro immagini sacre, il motivo ufficiale del provvedimento era quello di combattere il commercio delle immagini ritenute superstizione e idolatria, ma le finalità erano senza dubbio politiche.
Questa lotta fu chiamata lotta iconoclasta (da εκων immagine e  κλάω distruggo): Leone III fu scomunicato dal Papa, ma continuò nel suo folle e feroce piano e lo stesso fecero i suoi successori,  provocando la fuga di migliaia di monaci, molti dei quali giunsero in Salento e in Calabria e trovarono dimora in rifugi naturali: le laure basiliane, all’ingresso delle quali c’era sempre un’immagine della Madonna detta Vergine Portinaia destinata a custodire i rifugi nei quali i monaci continuarono a praticare il loro culto. I primi rifugi erano piccole grotte scavate nella roccia friabile con l’ingresso dall’alto attraverso un buco; all’interno c’era il giaciglio, per riposare e la cripta, generalmente con la parete affrescata e destinata alla celebrazione della messa.
 I paesi del Capo di Leuca facevano parte dell’impero bizantino e furono il primo approdo per i fuggiaschi perché erano i primi ad essere avvistati dalle navi, sono rimaste molte tracce della loro presenza anche se sono passati ben dieci secoli.
Intorno alla metà dell’800 terminarono le persecuzioni iconoclaste e i monaci poterono abbandonare i loro primi rifugi e iniziare a costruire chiese e monasteri che divennero in poco tempo importanti centri culturali e sociali essendo loro monaci molto colti, che sapevano leggere e scrivere, cosa rarissima in quelle epoche. Si occuparono dell’istruzione di adulti e bambini,  insegnarono i mestieri della pesca e dell’agricoltura,  dissodarono i terreni e  resero fertili le zone paludose che venivano poi affidate alla gente del posto per la coltivazione.
Tra l’altro furono loro ad incrementare la coltivazione dell’olivo e ad importare varie colture nel Salento come la quercia . cui grosse ghiande ricavavano anche una farina per il pane, il gelso, il carrubo, il pino d’Aleppo.  Si ritiene che fu grazie alla loro opera che l’agricoltura progredì notevolmente.
E’ stato detto,giustamente, di loro:

“coniugarono il cielo azzurro con la terra madre attraverso l’esaltazione del vuoto sul pieno, nell’estasi della preghiera che innalza l’anima a Dio in cui si divinizza ”.


2 commenti:

  1. grazie per le informazioni. Sto cercando le laure basiliane in provincia di Agrigento. Vorrei vedere foto di quelle pugliesi. Al loro interno vi sono graffiti? sculture? croci scolpite?
    grazie
    Ing. Angelo Cutaia di Racalmuto (facebook)

    RispondiElimina
  2. Caro ingegnere,
    oggi Internet, per chi sa cercare, e' un vero tesoro.

    In calce, trovera' due indirizzi che potranno certamente soddisfare cio' che lei chiede o darle l'inizio. Naturalmente, sono solo alcuni...:

    http://www.scribd.com/doc/30029987/Inventario-topografico-e-bibliografico-delle-cripte-eremitiche-basiliane-di-Puglia-G-Gabrieli

    http://www.inasa-roma.it/pdf/Gabrieli%20Inventario%20topografico%20e%20bibliografico%20delle%20cripte%20eremitiche%20basiliane%20di%20Puglia%2001.pdf?token=087c45c00bde910000d7545bd66b42d6e04d74e7|1343121491#PDFP

    La saluto

    Prof. Elio Francescone

    RispondiElimina

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ammazzato nel novembre del 1975

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