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venerdì 23 marzo 2012

"Via col vento"

Questo film fu proiettato  nel cinema Vittoria di Grottaglie, quello per intenderci del fu Aurelio Arces. All’ingresso, ci trovavi la di lui sorella, la fu Mariatora, con i suoi semini (lu passatiempu); il di lui fratello, il fu Tosio, che vendeva bibite e cioccolate mentre, deputato alla vendita dei biglietti, era  l’altro di lui fratello, il fu Ciccio (vi ricordate il temuto avviso  del “soccorso invernale?”). Erano gli anni 50, gli ovattati anni 50, i silenziosi anni 50, i romantici anni 50,i  mai troppo rimpianti anni 50:per quella occasione i posti,  platea e galleria, furono tutti numerati e ci furono le prenotazioni, data la grande affluenza di pubblico prevista e che ci fu.
“Via col vento” compie settantatre anni dalla prima ad Atlanta nei 1939 tratto dal celeberrimo romanzo di Margaret Mitchell,  non è soltanto il film più famoso di tutti i tempi, ma è anche e soprattutto un vero e proprio monumento all’arte cinematografica: un kolossal leggendario che si è impresso a caratteri indelebili nella cultura e nell’immaginario collettivo e che rimane l’indiscusso simbolo dell’età d’oro di Hollywood.
Indimenticabili Clark Gable e Vivien Leigh nei ruoli di Rhett e Rossella.
Realizzato con un budget faraonico di 4 milioni di dollari, girato in Technicolor in cinque mesi di riprese per oltre tre ore e mezzo di durata, il film è il frutto della collaborazione fra il potentissimo produttore David O. Selznick e la MGM. Uscito nelle sale americane nel dicembre 1939, “Via col vento” ha ricevuto un’accoglienza entusiastica fin dal suo esordio e si è aggiudicato un totale di otto premi Oscar (fra cui miglior film, regia e sceneggiatura), oltre a due riconoscimenti speciali; tutt’oggi resta il più grande successo nella storia del cinema, con 400 milioni di spettatori in tutto il mondo (200 milioni nei soli Stati Uniti, un record) e 400 milioni di dollari d’incasso. 
La sceneggiatura del film, firmata da Sidney Howard (ma con la collaborazione non accreditata di altri autori, fra cui Ben Hecht, Francis Scott Fitzgerald e lo stesso Selznick), ambienta le vicende private e sentimentali della protagonista Rossella sullo sfondo dei grandi eventi storici dell’America di metà Ottocento, con la Guerra di Secessione e gli scontri fra Nordisti e Sudisti. Moltissime le scene da antologia ed i momenti memorabili, senza contare alcuni dialoghi entrati di diritto nel frasario comune: nel finale, prima di abbandonarla, Rhett dice a Rossella “Francamente me ne infischio”, mentre lei con rinnovato vigore dichiara “Domani è un altro giorno”. Impressionante la ricostruzione tecnica, con le maestose scenografie di Lyle Wheeler e la fotografia dai toni accesi, che regala degli stupendi tramonti color rosso-fuoco; e la splendida colonna sonora di Max Steiner, fra le più amate ed emozionanti mai udite al cinema, ancora oggi continua a far sciogliere di nostalgia gli spettatori di ogni età. A distanza di tanti anni, “Via col vento” resta un capolavoro insuperato nel suo genere: romantico, struggente, grandioso, smisurato, epico, assolutamente senza tempo… in una parola: un classico.
Rossella O'Hara è la viziata e capricciosa ereditiera della grande piantagione di Tara, in Georgia. Ma l'illusione di una vita facile e agiata si infrangerà in brevissimo tempo, quando i venti della Guerra Civile cominceranno a spirare sul Sud degli Stati Uniti, spazzando via in pochi anni la società schiavista. Il più grande e famoso romanzo popolare americano narra così, in un colossale e vivissimo affresco storico, le vicende di una donna impreparata ai sacrifici: la tragedia della guerra, la decimazione della sua famiglia, la necessità di dover farsi carico della piantagione di famiglia e di doversi adattare a una nuova società. E soprattutto la sua lunga, travagliata ricerca dell'amore e la storia impossibile con l'affascinante e spregiudicato Rhett Butler, avventuriero che lei comprenderà di amare solo troppo tardi.
 E’ una delle storie d'amore più note al mondo, che ancora oggi colpisce il cuore di milioni di lettori grazie a una rappresentazione storica mai eguagliata e a personaggi semplicemente indimenticabili.
 Il film ha rappresentato il sogno americano: se pensiamo alle nostre mamme, alle nostre nonne, è stato un affresco che le ha incantate per molto tempo, per di più trovando in Rossella una figura in cui identificarsi.
In fondo, la sofferenza fa da leit-motiv a tutto il film, e lo spettatore si commuove, piange. Ma, in effetti, è quello che lui stesso/spettatore voleva e quelle lacrime, alla fine, sono ristoratrici, catartiche, il giusto coronamento di una visione partecipe ed emotiva.

E questo è  l'unico modo per amare Via col vento..

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