Un personaggio che non ci si stanca di scoprire e riscoprire.Alle 20,25 del 26 luglio 1952 scompariva Evita Perón per un cancro,ma nasceva il suo mito. Nel Paese venne proclamato un mese di lutto nazionale. Il corpo venne imbalsamato ed esposto fino al 1955, quando un golpe estromise il marito dal potere. Il corpo di Evita venne portato nel 1957 a Milano sotto falso nome per poi essere spedito in Spagna nel 1971. Con il ritorno del Generale Peron alla presidenza Evita tornò in Argentina per essere sepolta nella cappella della famiglia Duarte al cimitero della Recoleta. A 60 anni dalla sua morte l’Argentina non ha dimenticato María Eva Duarte o, più semplicemente, “Evita”. La “leader spirituale della nazione”, come fu insignita prima di morire all’età di 33 anni il 26 luglio del 1952 per un cancro alle ovaie, nonché seconda moglie del presidente Juan Domingo Perón - è infatti ancora oggi presente nella mitologia del paese. E, secondo gli analisti internazionali, anche nella politica.Non c’è stata presidente più dell’attuale, Cristina Fernández de Kirchner, a citarla continuamente nei suoi discorsi. Addirittura, nel museo del bicentenario all’interno della Casa Rosada, la residenza presidenziale, campeggia un’enorme foto che ritrae insieme Evita e il general-presidente Perón. Durante la campagna elettorale del 2011, poi, l’immagine di Evita campeggiava sui volantini del Frente para la Victoria, il partito peronista fondato da Néstor Kirchner per appoggiare la sua ascesa alla presidenza .Secondo l’attuale presidente, Evita è stata “la donna che ha significato non solo l’entrata delle donne nella politica argentina, non solo la nostra più importante rivoluzione sociale ma colei che ha rappresentato senza ipocrisia il popolo e la nazione, forse con più passione e amore di qualsiasi altra persona”.Di umilissime origini, attrice di seconda linea in gioventù, Evita era riuscita attraverso il matrimonio con Perón a svoltare, diventando la paladina dei più deboli. La sua attenzione ai problemi sociali fu sempre alta, grazie alla Fondazione Eva Perón, attiva nella promozione della costruzione di strutture come scuole e ospedali.Fu lei ad organizzare il ramo femminile del Partito peronista che condusse il paese del tango al suffragio universale nel 1951, entrando nella storia del paese sudamericano come la fondatrice dell’Argentina moderna. Per lei, tuttavia, non mancarono mai le critiche, a cominciare dall’accusa di aver nascosto molto denaro in Svizzera.Intanto, 60 anni dopo, è già partito il calendario delle celebrazioni e dopo la celluloide grazie a Madonna, il mito di Evita è addirittura diventato un cartone animato. Il passare del tempo ha placato le passioni, ma il suo mito non smette di affascinare ed è celebrato ancora oggi: basti pensare alle decine di manifesti che la ritraggono in tutta Buenos Aires, o al murale gigante nell’Avenida 9 de Julio che mostra questa donna come un’icona politica, simbolo della lotta per la giustizia sociale - un termine che forse in America Latina ha un significato diverso da quello che conosciamo in Europa - e dell’emancipazione delle donne. Evita sarà per sempre ricordata per la sua determinazione, per la passione con cui ha vissuto i suoi pochi anni di vita, per la grande forza di volontà rara per una donna di quei tempi e per la capacità di superare le sue umili origini.
Prendiamo ad esempio questa piccola grande donna per il bene che ha fatto nella sua vita, per la speranza che ha infuso nei cuori dei più deboli e dei più umili, per il coraggio che ha avuto nell’affrontare le difficoltà e le convenzioni e per avere saputo vincere, nonostante tutto, nella vita, e nonostante la malattia, sulla morte.La sua figura e la sua vicenda umana - che hanno commosso la fantasia popolare di tutto il mondo nell'immediato dopoguerra - ha ispirato, oltre che numerosi scrittori, anche il mondo della musica e del cinema. La sua immagine divenne di culto nel suo paese tanto che le furono dedicate città, una provincia e la sua autobiografia La razón de mi vida (La ragione della mia vita) divenne testo obbligatorio nel sistema educativo argentino. Evita fa parte anche dell'immaginario politico come emblema della sinistra peronista argentina invisa alle classi elevate anglofile. In quel lontano 26 luglio 1952 moriva il suo corpo, ma la sua anima non cessava di vibrare per gli argentini, per i poveri e i miserabili, per gli emarginati che vogliono avere almeno la speranza in cui credere.
Il suo cuore diventava il cuore dell’Argentina:
La verità è che non ti ho mai abbandonato
Neanche nei miei giorni più selvaggi
Nella mia folle esistenza,
Ho mantenuto la mia promessa
Non essere così distante
E per quanto riguarda la celebrità e la ricchezza
Non le ho mai cercate
Anche se al mondo è sembrato
Che non desiderassi altro…”
Nessun commento:
Posta un commento
blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis