Ho sempre trovato strano
come "Belle" si potesse innamorare della "Bestia": insomma erano così diversi, così
antitetici, eppure l’amore aveva superato l’inumanità della bestia e i suoi
modi bruschi, attributi che gli erano stati imposti con un sortilegio da una
strega che desiderava dare un importante insegnamento all’arrogante principe ma
nel peggiore dei modi. In realtà lei non fece altro che portare alla luce
ciò che il principe era in realtà, in altre parole un essere superbo, insolente
e maleducato, manifestandolo anche nel suo aspetto esteriore. La vera bellezza
si trova nel cuore” con queste parole la strega aveva cercato di
convincere il principe a concederle un po’ di gentilezza, ospitandola per la
notte, rifiutatale per le sue sembianze sgradevoli.
Una rosa sbocciata gli
aveva offerto in cambio, simbolo di bellezza matura e allo stesso tempo di
fragilità ed effimerità di questa qualità, la quale il principe avrebbe perso per
sempre se non avesse imparato ad amare e non sarebbe stato amato a sua volta
prima del raggiungimento dei 21 anni, la maggiore età. Oggi siamo esattamente al prologo della storia: l’ostentazione di una
bellezza sensazionale quanto vacua esterna e una totale noncuranza per le
qualità interiori e permanenti.In una società capitalistica fondata sul
consumismo, ogni giorno un nuovo prodotto esce e una nuova moda sboccia, e se
non si seguono le regole del mercato, corrispondenti a quelle della società,
non si potrà che diventare emarginati in un’istituzione eretta sulla
comunicazione, ma all’interno della quale, paradossalmente, nessuno comunica
con nessuno. È sull’inadeguatezza e sull’insufficienza che fa perno il mercato
tramite la sua bocca, i media, costringendoci, con loschi giochi psicologici, a
ritrovare un’identità in una collettività che perde di autenticità nel momento
in cui tende a uniformare individui differenti sotto un unico modo di agire,
pensare, mangiare, vestire e persino parlare. È una perdita d’identità quella
cui siamo di fronte.Mai come in questo secolo l’uomo si è preoccupato tanto del
proprio aspetto esteriore, tanto da anteporlo a qualsiasi cosa. Ed è così
che ogni istante che passa diviene uno più vicino alla vecchiaia e quindi alla
bruttezza; ed è così che il cibo diviene una terribile tentazione con la quale
lottare ogni giorno per non ingrassare, per continuare a restare magri e quindi
belli; ed è così che la palestra diviene una droga e una malattia seria
chiamata Vigoressia; ed è così che la scienza viene sempre più utilizzata
invasivamente per cercare disperatamente una scappatoia alla vecchiaia, per
restare belli in eterno.
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Per i Romantici,
invece, il bello era ciò che risvegliava l’animo, ciò che suscitava
sentimenti di meraviglia, stupore. In una parola, il bello, definito in questo
caso sublime come contrapposto al bello classico, era ciò che
“scombussolava” l’anima. Ed è con l’Estetismo che
la bellezza diviene una vera e propria religione.Dunque la bellezza è anche
qualcos’altro, qualcosa legato alla nostra esperienza, alla nostra società.
Ogni secolo ha un suo ritmo e una sua idea di giusto e bello: un suo equilibrio
e il nostro sembra così tanto squilibrato…La bellezza dovrebbe essere piacere,
dovrebbe essere appagamento e pienezza, eppure i nostri canoni, quelli che
vogliono imporci, sono così malati. È frustrante sentirsi troppo diversi da
poter sembrare anche solamente accettabili. Imporre dei traguardi impossibili
non è il modo per potersi sentire bene. Magrezza innaturale, altezza statuaria,
lineamenti angelici: perfezione. Eppure mi hanno sempre insegnato che la
perfezione è antitetica all’idea di umanità stessa, allora perché devo tendere
ad esserlo? Soltanto negli anni ‘60 nacque il mito della “modella stecco” con
la prima top model Twiggy, soprannome
che significa, appunto, legnetto. La modella, cui vero nome è Lesley Hornby,
rimase nella storia proprio per il fatto di essere così magra: una rivoluzione
per il tempo in cui la donna ideale era tutta curve. È dunque a lei che
dobbiamo inviare tutte le nostre maledizioni per la situazione d’oggi?
Probabile…Chi sono? Chi voglio
diventare? Qual è il mio scopo? Cosa mi appassiona? Qual è quella cosa che mi
rende felice? E infine: Quanto voglio realmente valere?
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Sono queste le domande che
ogni giorno ci si dovrebbe fare e alle quali ormai molti, troppi, non sanno
dare risposta.Soltanto riconoscendo il proprio essere mostruoso e imparando a
curarsi di più degli altri si poteva sfuggire all’incantesimo, cosa che fece la
Bestia al contrario di Dorian Gray, il quale fu dilaniato da se stesso. Soltanto
imparando a “riempirsi” si può pensare di poter creare un futuro senza il
rischio di sbriciolarsi in milioni di piccoli pezzi quando capiterà (e
capiterà!) nella vita di cadere. Soltanto avendo fiducia in se stessi,
considerarsi i veri eroi della propria esistenza, si può combattere contro le
avversità esteriori e interiori anche se ciò vorrebbe dire andare contro tutto
e tutti, persino contro il mondo intero, persino contro quella che viene
definita “ragione”. Perché avremmo un alleato fidato e indistruttibile:
noi stessi. È di un incantesimo che abbiamo bisogno, la magia di una fata che
ci mostri la retta via, ma in un mondo in cui non esiste la magia e in cui Dio
è morto, questo mi sembra pressoché impossibile. Heidegger concluse il suo
pensiero affermando che “soltanto un Dio ci può salvare”, io non sono
d’accordo: soltanto ognuno di noi
può farcela.
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