Le spedizioni furono guidate da un ecista, (οἰκιστής) ,capo dei Greci colonizzatori, il quale prima della partenza veniva mandato a interrogare l'oracolo di Delfo, per avere istruzioni su dove fondare la nuova colonia. Ma quali furono i motivi che indussero i Greci a cercare nuove terre e a fondare nuove città lontano dalla loro patria? Certamente furono tanti, e ogni città ebbe anche motivi particolari che spinsero all'emigrazione una parte della popolazione. Ma, considerata anche la vasta portata del fenomeno migratorio, è evidente che ci furono motivi comuni a tutte le città colonizzatrici, motivi che possiamo anzitutto individuare nella natura prevalentemente montuosa del territorio della penisola greca, che non consentiva uno sviluppo esteso dell'agricoltura. Quest'ultima, praticata nelle poche regioni collinari o pianeggianti, non assicurava una produzione agricola sufficiente al fabbisogno della popolazione. Era, dunque, indispensabile cercare nuove terre da coltivare, che assicurassero un adeguato approviggionamento di prodotti agricoli. Questo bisogno si fece più pressante quando, a partire dalla fine del secolo IX, alla tradizionale insufficienza dell'agricoltura si aggiunse un sensibile incremento demografico, che rendeva ancora più scarsi i mezzi di sopravvivenza. Ma oltre a questi motivi, che possiamo definire naturali, anche fattori politici concorsero a determinare o a favorire l'emigrazione dei Greci. Nella maggior parte delle città greche,infatti, governate da regimi oligarchici, serpeggiava un diffuso malcontento fra i ceti inferiori della popolazione, soprattutto fra i contadini, costretti a subire il predominio politico ed economico della classe aristocratica. Un predominio che si rendeva a volte tanto intollerabile da consigliare ai più miseri cittadini l'abbandono della propria terra per cercare altrove migliori condizioni di vita.La fondazione di una città non era lasciata all'iniziativa individuale dell'ecista o di un ristretto gruppo, ma era organizzata dalla madrepatria, che forniva i mezzi tecnici (navi, rifornimenti di cibo, ingegneri e architetti) necessari alla colonizzazione.Le nuove poleis rappresentarono una opportunità di vita migliore per i Greci emigrati, e per la madrepatria furono fornitrici di materie prime, basi e sbocchi per il commercio verso tutta la Penisola italiana.Iniziarono gli Ioni che fondarono Reggio sulla sponda dello stretto e dall'altra parte Zancle, 1'odierna Messina. Proseguirono gli Achei con la fondazione dì Sibari e Crotone, e poi i Locresi con Locri. I colonizzatori della Ionia, per agevolare gli scambi commerciali con gli Etruschi e i Campani si spostarono sul Tirreno e fondarono altre subcolonie (Poseidonia, Laos, Terina).Importante fu la scelta del luogo che derivava da una conoscenza dei posti prima della colonizzazione, da una frequentazione di carattere commerciale (testimoniata dal rinvenimento di manufatti greci anche nei periodi anteriori all'VIII sec a.C.), dal posizionamento di piccoli empori o punti di riferimento dislocati in località vicine a quella dove verrà fondata la nuova colonia, e dalla presenza di coloni inviati prima della fondazione. I siti vennero fondati in vicinanza dei corsi d'acqua, in zone pianeggianti e fertili che si prestavano bene all'edificazione di porti. I coloni trovarono in Magna Grecia un clima secco e mite, simile a quelli della madrepatria, e una terra ricca di boschi e corsi d'acqua.
"Questo blog, nasce a Grottaglie e per Grottaglie, è e sarà rispettoso delle manifestazioni dell'altrui pensiero, da qualunque parte provengano, purché espresse onestamente e chiaramente. In questo spazio ho l'onore di avere autori di spessore culturale di grande livello. Potete scrivermi su: lillidamicis@libero.it e/o su : lillidamicis@gmail.com
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giovedì 10 gennaio 2013
I fasti del passato :la Magna Grecia
Le spedizioni furono guidate da un ecista, (οἰκιστής) ,capo dei Greci colonizzatori, il quale prima della partenza veniva mandato a interrogare l'oracolo di Delfo, per avere istruzioni su dove fondare la nuova colonia. Ma quali furono i motivi che indussero i Greci a cercare nuove terre e a fondare nuove città lontano dalla loro patria? Certamente furono tanti, e ogni città ebbe anche motivi particolari che spinsero all'emigrazione una parte della popolazione. Ma, considerata anche la vasta portata del fenomeno migratorio, è evidente che ci furono motivi comuni a tutte le città colonizzatrici, motivi che possiamo anzitutto individuare nella natura prevalentemente montuosa del territorio della penisola greca, che non consentiva uno sviluppo esteso dell'agricoltura. Quest'ultima, praticata nelle poche regioni collinari o pianeggianti, non assicurava una produzione agricola sufficiente al fabbisogno della popolazione. Era, dunque, indispensabile cercare nuove terre da coltivare, che assicurassero un adeguato approviggionamento di prodotti agricoli. Questo bisogno si fece più pressante quando, a partire dalla fine del secolo IX, alla tradizionale insufficienza dell'agricoltura si aggiunse un sensibile incremento demografico, che rendeva ancora più scarsi i mezzi di sopravvivenza. Ma oltre a questi motivi, che possiamo definire naturali, anche fattori politici concorsero a determinare o a favorire l'emigrazione dei Greci. Nella maggior parte delle città greche,infatti, governate da regimi oligarchici, serpeggiava un diffuso malcontento fra i ceti inferiori della popolazione, soprattutto fra i contadini, costretti a subire il predominio politico ed economico della classe aristocratica. Un predominio che si rendeva a volte tanto intollerabile da consigliare ai più miseri cittadini l'abbandono della propria terra per cercare altrove migliori condizioni di vita.La fondazione di una città non era lasciata all'iniziativa individuale dell'ecista o di un ristretto gruppo, ma era organizzata dalla madrepatria, che forniva i mezzi tecnici (navi, rifornimenti di cibo, ingegneri e architetti) necessari alla colonizzazione.Le nuove poleis rappresentarono una opportunità di vita migliore per i Greci emigrati, e per la madrepatria furono fornitrici di materie prime, basi e sbocchi per il commercio verso tutta la Penisola italiana.Iniziarono gli Ioni che fondarono Reggio sulla sponda dello stretto e dall'altra parte Zancle, 1'odierna Messina. Proseguirono gli Achei con la fondazione dì Sibari e Crotone, e poi i Locresi con Locri. I colonizzatori della Ionia, per agevolare gli scambi commerciali con gli Etruschi e i Campani si spostarono sul Tirreno e fondarono altre subcolonie (Poseidonia, Laos, Terina).Importante fu la scelta del luogo che derivava da una conoscenza dei posti prima della colonizzazione, da una frequentazione di carattere commerciale (testimoniata dal rinvenimento di manufatti greci anche nei periodi anteriori all'VIII sec a.C.), dal posizionamento di piccoli empori o punti di riferimento dislocati in località vicine a quella dove verrà fondata la nuova colonia, e dalla presenza di coloni inviati prima della fondazione. I siti vennero fondati in vicinanza dei corsi d'acqua, in zone pianeggianti e fertili che si prestavano bene all'edificazione di porti. I coloni trovarono in Magna Grecia un clima secco e mite, simile a quelli della madrepatria, e una terra ricca di boschi e corsi d'acqua.
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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975
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