di Filomena Russo
Primo specialista di scienze politiche, Montesquieu nasce nel 1689 nel castello
de la Brède, a sud di Bordeaux. Charles Louis de Secondat, baron de la Brède et de Montesquieu appartiene alla nobiltà togata. Riceve una educazione molto moderna (studia le lingue vive, la storia).
Dopo gli studi di diritto, diviene magistrato, ma preferisce dedicarsi alla ricerca scientifica e alla riflessione filosofica. Nel 1727 fa pubblicare in forma anonima ad Amsterdam “ Les Lettres Persanes” è un successo e nel 1727 entra a l’Académie Française. Montesquieu vuole allargare i suoi orizzonti e in quattro anni viaggia in Germania, Austria, Ungheria, nelle repubbliche italiane Venezia, Genova, e in Inghilterra dove ammira la forma di governo inglese “Monarchia Costituzionale”, che egli considera una espressione di grande libertà. Montesquieu sottolinea l’importanza della Costituzione.
Ricco di tutte queste esperienze , Montesquieu inizia a dare sistemazione alla sua riflessione politica. Nelle Considerations sur les causes de la grandeur des Romains et de leur décadence (Considerazioni sulle cause della grandezza dei Romani e della loro decadenza (1734) dimostra come Roma sia il simbolo della storia dei popoli. Dalle peregrinazioni nei differenti Paesi, dove attento ai costumi e alle istituzioni, osserva, valuta, sperimenta, nasce l’opera più importante “L’Esprit des Lois” ( Lo Spirito,il senso delle Leggi), che appare a Ginevra nel 1748), in cui sono analizzati i principi giuridici che fondano le differenti forme di governo. Il successo é immediato, anche quest’opera esce anonima, tradotta in molte lingue, suscita numerosi dibattiti e molte critiche soprattutto dai membri del clero, perché Montesquieu condanna l’Inquisizione, loda la tolleranza religiosa e considera in primis la Storia, escludendo ogni ricorso a delle spiegazioni di ordine (natura) religioso.
Montesquieu si avvicina ai filosofi, partecipa all’Encyclopédie, muore, quasi cieco, a Parigi nel 1755.
“L’Esprit des Lois” è la prima opera di scienza politica e nella prefazione spiega come ha condotto la sua riflessione.
Il Metodo: per primo ha "esaminato gli uomini",le società che si sono succedute nella storia, le loro leggi, i loro costumi, le istituzioni che sono in dipendenza dal clima, dalla posizione geografica e dalle condizioni economiche di un Paese; poi ha posto i principi, non a partire dai pregiudizi, ma a partire dalla natura delle cose. Il mondo, infatti, non é sottoposto alla fatalità, ma esiste una ragione che lo guida e che si esprime attraverso le leggi (Darwin: Lo stadio più elevato delle civiltà morali è la capacità di sottoporre di continuo a critica la nostra visione del mondo) Tutte le leggi sono collegate le une alle altre, e dipendono da principi più generali. Montesquieu é il primo pensatore politico ad applicare un iter scientifico:
a) Observation - osservazione
b) Recherche des principes – ricerca dei principi
c) Vérification des principes – verifica dei principi.
Montesquieu non é un rivoluzionario, anche se gli uomini della Rivoluzione Francese hanno preso da questo filosofo, l’idea di una Repubblica Virtuosa e, per Montesquieu “la Virtù “ nella Repubblica é l’Amore per la Patria e per l’Eguaglianza, una virtù politica, la leva che fa muovere il governo repubblicano, quindi, Virtù come principio di Democrazia. Alcuni ideologi del XIX° secolo hanno fatto di lui un precursore del Socialismo. Montesquieu non cerca di cambiare il mondo ,ma di spiegarlo ; egli vuole che il popolo sia illuminato, informato. Nella prefazione dell’opera spiega il suo pensiero e dice: “se potessi fare in modo che tutti avessero delle nuove ragioni per amare i propri doveri, il proprio principe,(o Presidente), la propria patria, le proprie leggi, e se potessi fare in modo che coloro che comandano aumentassero le loro conoscenze su ciò che essi devono prescrivere, e che coloro che obbediscono trovassero piacere ad obbedire, io mi sentirei il più felice dei mortali “. Nel corso di venti anni Montesquieu ha iniziato, abbandonato, ripreso a scrivere quest’opera, poiché trovava la verità per poi perderla, ma quando ha scoperto i” Principi”, tutto quello che cercava gli si é palesato ed egli ha visto la sua opera cominciare, crescere, avanzare e finire.
Le leggi, nel loro significato più ampio, sono i rapporti necessari che derivano dalla natura delle cose; e in questo senso, tutti gli esseri hanno le loro leggi. Distinzione fra le leggi della natura e le leggi positive. La legge (positiva), in generale, é la ragione umana, in quanto governa tutti i popoli della terra. Il mondo non è sottoposto ad una cieca fatalità, esiste al contrario una ragione primitiva. “La natura delle cose” é la natura del governo e il suo principio; qualunque sia la forma di governo: Repubblicano, Monarchico, Dispotico (Dittatura) uno Stato ha sempre un territorio, tre poteri: Legislativo, Esecutivo, Giudiziario
Quando nella Repubblica la sovranità appartiene al popolo è DEMOCRAZIA. La democrazia è la forma di governo fondata su una visione ugualitaria dei rapporti sociali e dei diritti politici, esercitata dal popolo direttamente, o più spesso indirettamente per mezzo di rappresentanze elettive (non nominate) democrazia parlamentare, democrazia popolare, quella in cui il principio egualitario è nel supposto interesse economico-sociale delle classi popolari.
Per dirla con John Stuart Mill ( scrittore inglese dell’800 nel suo
“Considerations on Representative Governement”(Considerazioni sul Governo Rappresentativo) scriveva che i cittadini devono essere self-dependent ovvero «basarsi su ciò che sono capaci di fare in prima persona separatamente o di concerto, piuttosto che su ciò che gli altri possono fare per loro» non è affatto una virtù, affermava ancora John Stuart Mill che i cittadini siano «un gregge di pecore che brucano quiete fianco a fianco», devono invece essere attivi, critici, propositivi, capaci di organizzarsi e di esprimere autonomia e autodisciplina. Oggi la Democrazia Liberale è “un re nudo” è una democrazia populista di manipolazione mediatica. Governo rappresentativo, esercitato in nome dei cittadini, piuttosto che dai cittadini. Noi cittadini siamo tutti presi dai nostri interessi “particolari”, rinunciando spesso al diritto di partecipazione alla vita politica, deleghiamo ad una “élite” fatta da professionisti (la Casta) protetti dalla burocrazia e dal linguaggio tecnico. Il consumismo sinora dilagante e la video- dipendenza hanno portato alcune generazioni ad una passività e disinteresse per la politica, perché le persone sono considerate” consumatori del mercato e non cittadini” , dimenticando che l’intrattenimento non è ”Informazione o Istruzione”, ma solo politica mediatica. E per ritornare a Montesquieu, a proposito dell’Istruzione voglio ricordare una sua affermazione :
«L’étude a été pour moi le souverain remède contre les dégouts de la vie , n’ayant jamais eu de chagrin qu’une heure de lecture n’ait dissipé» ( cahiers posth). Trad :«Lo studio é stato per me il rimedio supremo contro( i disgusti) le avversità della vita, non avendo mai avuto delle tristezze che un’ora di lettura non abbia dissipato (allontanato)».
Ho letto ed ho trovato ben strutturato il tuo articolo su Montesquieu. Ancora oggi le sue intuizioni politiche sono ritenute valide e sempre apprezzabili.Teresa R.
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