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domenica 15 marzo 2015

Un grande Papa fa sempre grandi cose...



L’indizione di un Anno Santo straordinario – il Giubileo della misericordia preannunciato da papa Francesco che si aprirà nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione (nel 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II), e si concluderà il 20 novembre 2016 (domenica di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo) – è una notizia che sì sorprende, ma fino a un certo punto. Infatti, se c’è un leit motiv che attraversa ininterrottamente i primi due anni di pontificato di Francesco (che già da vescovo aveva scelto come suo motto Miserando atque eligendo) è proprio quello della misericordia.Il Giubileo è l'anno della remissione dei peccati e delle pene per i peccati. È anche l'anno della solidarietà, della speranza e della penitenza sacramentale. Il Giubileo, detto anche Anno Santo, può essere ordinario e straordinario.
Il primo è legato a scadenze prestabilite, mentre il secondo viene indetto in occasione di qualche avvenimento di particolare importanza e la sua durata varia da pochi giorni ad un anno. La consuetudine di indire Giubilei straordinari risale al XVI secolo, e gli ultimi Anni Santi straordinari del XX secolo sono stati quelli del 1933, indetto da Pio XI per il diciannovesimo centenario della redenzione, e del 1983, indetto da Giovanni Paolo II per i 1950 anni della Redenzione.Le origini del Giubileo risalgono all'Antico Testamento. Infatti la parola "giubileo" deriva da Jubilaeum che a sua volta deriva dalle tre parole ebraiche Jobel (ariete), Jobil (richiamo) e Jobal (remissione). Nel capitolo XXV del Levitico, infatti, il popolo ebraico viene incoraggiato a far suonare il corno (Jobel) ogni quarantanove anni per richiamare (Jobil) la gente di tutto il paese, dichiarando santo il cinquantesimo anno e proclamando la remissione (Jobal) di tutti gli abitanti. Infatti secondo l'Antico Testamento il Giubileo portava con sé la liberazione generale da una condizione di miseria, sofferenza ed emarginazione. Così la legge stabiliva che nell'anno giubilare non si lavorasse nei campi, che tutte le case acquistate dopo l'ultimo Giubileo tornassero senza indennizzo al primo proprietario e che gli schiavi fossero liberati. Gesù trasformò i precetti dell'anno giubilare in una grande prospettiva ideale, in cui l'emancipazione, il perdono e l'inizio di un anno di grazia di Dio assumevano un nuovo significato. Un sabato infatti Gesù spiegò che era lui il Messia di cui si parla in un passo di Isaia, e che quel giorno prendeva inizio la salvezza e la "pienezza del tempo". Così oggi il Giubileo fa riferimento alla missione di Cristo e a quanti lo seguono. In questo modo il Cristianesimo ha trasmesso al Giubileo ebraico un significato più pieno e più profondo. Questo infatti è un perdono generale, un'indulgenza aperta a tutti, che il Papa concede sotto determinate condizioni ai fedeli. È quindi fondato sul valore delle indulgenze e sul potere che la Chiesa ha di elargirle.Il Giubileo cristiano nasce nel Medio Evo e affonda le sue radici sia nella tradizione religiosa e culturale giudeo-cristiana, sia in un contesto storico-religioso e teologico-peculiare centrato sulle idee e sulla prassi del pellegrinaggio e della penitenza.La storia della Chiesa degli ultimi sette secoli è costellata di Anni Santi: ordinari e straordinari. Quelli ordinari sono legati a scadenze prestabilite ogni venticinque anni (ne sono stati celebrati ventisei, il primo nel 1300 l’ultimo nel 2000). I secondi invece sono stati indetti in occasione di avvenimenti particolari, per ottenere un aiuto divino in momenti difficili della Chiesa o in occasioni solenni, a partire dal XVI secolo. Nei fatti ancora una volta si riapre un tempo di grazia che ci metterà davanti le nostre debolezze, la nostra lontananza da Dio, ma anche le possibilità di una piena riconciliazione. E un tempo di grazia che si prefigura già come «una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di portare ad ogni persona il Vangelo della misericordia».

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