Che ora è ?

lunedì 30 dicembre 2013

Lettera a mio padre ad uno anno dal suo volo tra le aquile della pazienza.

di Pierfranco Bruni


Quella notte a vegliarti io e mia madre nel vento che non ha tramonti…

È rimasto il freddo e il giardino ingiallito. Non ci sono più limoni e l’aranceto è diventato spinoso. Un anno è andato via con la tua andata via. Le aquile in volo non hanno smesso di oltrepassare le nuvole. E tu sei un’aquila in volo tra i mari e i deserti…
Le rondini hanno sostato in un tempo misurato tra gli intagli della palma d’epoche.  Le tartarughe non hanno ancora compreso che non ci sei e restano ad aspettarti e anche quest’anno non sono andate in letargo.

venerdì 27 dicembre 2013

Padre Salvatore Discepolo. A un anno dalla scomparsa: Un Gesuita nel cuore delle culture meridionali

di Pierfranco Bruni


Ricordare padre Salvatore Discepolo a un anno, in gennaio, della sua scomparsa è  come ricomporre tasselli nel mosaico degli incontri che ti sono camminati dentro. Ho scritto proprio un anno fa su padre Discepolo (nato a Napoli nel 1927 e morto a Grottaglie il 21 gennaio 2013). Ma l’altra sera, ripresentando il nostro libro su San Giuseppe Moscati, me lo sono trovato accanto ed è stato come se dialogassi con lui, con padre Rastrelli, che ha prefato il nostro Moscati, con padre Ferdinando Castelli scomparso il 13 dicembre scorso.

mercoledì 25 dicembre 2013

Alla ricerca del Natale perduto!

Il Natale non c'è più, almeno come festa tradizionale,....non esiste piu',scomparso come il buon senso del tempo antico.
Una volta si aspettava il Natale, si odorava il Natale, si respirava pensando al Natale e alle feste scolastiche.
Si guardavano i Presepi fatti in famiglia,si sognava e si fantasticava attorno alle luci, ai rumori, alle statuette a cui noi davamo vita e respiro.
A scuola,per prepararsi a questo avvenimento il buon vecchio maestro faceva imparare a memoria poesie tipo:
 

"Udii tra il sonno le ciaramelle,
ho udito un suono di ninne nanne.
Ci sono in cielo tutte le stelle,
ci sono i lumi nelle capanne.
Sono venute dai monti oscuri
le ciaramelle senza dir niente;
hanno destata ne' suoi tuguri
tutta la buona povera gente".
 

venerdì 20 dicembre 2013

Quando la parola è melodia! Ovvero, il modesto omaggio di un Professore di Lettere ad un artista della parola



Protagonista indiscusso della storia e della letteratura del XIX e del XX secolo, il Vate ha saputo fino a oggi mantenere vivo l’interesse su di sé, grazie alla sterminata e raffinatissima produzione letteraria e alla testimonianza che ha lasciato delle sue azioni eroiche e delle sue opere immortali attraverso la donazione agli Italiani del Monumento della sua vita inimitabile: la cittadella del Vittoriale, sul lago di Garda. Narrare! Raccontarsi, rivoltando le parole fino allo sputo! Non importa come, dove, con chi, fosse anche uno specchio. La vita come arte, sogno, avventura, rappresentazione, con quell'ossessione estetica di superare l'umano, come una sfida alla miseria che lo circonda, alle sue paure, al suo cranio calvo, a quell'odore di Abruzzo che gli resta addosso e lui sublima, canta, vomitando in faccia al mondo le proprie origini e la sua grandezza.

giovedì 19 dicembre 2013

Quel vecchio che prese per mano lo sciamano era mio padre: La generosità è amore

 di Pierfranco Bruni

Il monaco tibetano che ho incontrato a Calcutta mi ha raccontato che alla domanda posta dallo sciamano della tribù degli Apache che diceva: “La generosità è nel cerchio magico dell’amore e soltanto la gratuità è nella devozione?” ha così risposto: “Le vie dell’amore non finiscono mai, ma l’amore non è solo un camminamento del mistero e nel mistero. È un dono. Bisogna anche cercarlo e per cercarlo bisogna stare in pace con la propria anima. Per stare in pace con la propria anima bisogna sempre allontanarsi dalle tentazioni. La pazienza non è soltanto misurare lo spazio dell’accoglienza. È vivere mantenendosi distanti dall’invidia, dalla gelosia, dagli inferni dell’odio”.
Così il monaco e lo sciamano cominciarono il loro dialogo.

martedì 17 dicembre 2013

La devozione è sempre tempo di coraggio per i guerrieri mai stanchi soprattutto in questo nostro tempo

di Pierfranco Bruni

Mi è stato chiesto di parlare, in un convegno, della devozione. Cosa è la devozione? Ho risposto, a chi mi ha proposto ciò, che non riesco a definire il concetto di devozione, semplicemente, perché non è una parola, non è dentro il vocabolario dei significati, non è un linguaggio al quale affidare la spiegazione.
La devozione è un sentiero dell’anima. O ci sei dentro o non ha senso parlarne. Mi ha fatto, comunque, molto piacere che mi si chiedesse, come uomo e come scrittore, di sviluppare una conversazione su una tale tematica. Complicata. Complessa. Difficile, a volte, da afferrare.

La morte di padre Ferdinando Castelli

Lo scrittore tra Dio come tormento e le sentinelle dell’Assoluto.
Io Neria Francesco e padre Castelli
 di Pierfranco Bruni

Ho voluto bene, in silenzio, a padre Ferdinando Castelli. Nato nella mia stessa terra. In Calabria. A San Pietro di Carida, nella antica provincia di Reggio Calabria. Nel 1920. L’anno in cui è nato mio padre. Tanto ho imparato dal suo “ragionare” di letteratura. Di letteratura nell’inquieto vivere.
Tanto se ne parlava, in anni non lontani, insieme ad un maestro di letteratura che ha legato, in fondo, i nostri pensieri, ovvero Francesco Grisi. Francesco a lui deve quel titolo inquieto, ma straordinariamente papiniano, che è “Scrittori cristiani, volenti o nolenti”. Ci trovammo insieme a presentarlo in una serata romana, in un intreccio di discussioni sul nostro Giovanni Papini che dall’inferno dell’uomo finito ha viaggiato sino alla confessione della vita di Cristo.

lunedì 16 dicembre 2013

Auguri da Filomena Russo

NOËL    NATALE
Fra  pochi  giorni  è Natale. Natale la  festa più importante e più bella dell’anno. Natale, il giorno in cui le famiglie si riuniscono per godere insieme di quel calore umano, fatto di semplicità, che riempie i cuori di vera gioia di vivere.
Pour souhaiter    JOYEUX  NOËL   et  BONNE  ANNÉE  à tout le monde
Per augurare  un felice  Natale e Buon  Anno  a tutti
Une belle poésie
de Théophile Gautier 
NOËL       
NATALE
Le ciel est noir, La terre est blanche               
Il cielo é nero, La terra é bianca
Cloches , carillonnez  gaïment   Jésus est né
Campane, scampanellate  allegramente  Gesù é nato

venerdì 13 dicembre 2013

I veri viandanti sanno di avere un porto e sanno anche che non è necessario raggiungerlo

di Pierfranco Bruni

Il monaco tibetano lungo le vie del deserto incontrò lo sciamano Yulta. Camminava a passi lenti. Con il silenzio e lo sguardo nelle onde della sabbia raccolse tutti i ricordi in una sola voce: il mistero.
Il monaco osservò lo sguardo di Yulta.
Gli occhi del monaco avevano un colore di terra e di mare. La terra e il mare degli Orienti della seta. Il loro incontro fu segnato dal silenzio dei destini.

mercoledì 11 dicembre 2013

“C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”...



Erano  i mitici anni ’60, gli anni della fanciullezza,della iniziante giovinezza e dei sogni:alla tv cominciavano ad essere trasmesse le immagini di una guerra tanto lontana da noi quanto incapibile.Non fu una guerra come le altre avvenute prima, non vi era uno scontro tra eserciti e tra gente addestrata, ma era una vera e propria guerriglia, dove uomini uccidevano altri uomini compiendo scempi, eccidi, stupri e disastri. Ma quei  ragazzi, addestrati alla guerra e partiti molto spesso come volontari, si trasformano presto in uomini non preparati agli orrori che avrebbero affrontato, non preparati fisicamente e tatticamente alla guerriglia, non preparati alla guerra, quella guerra che è sempre sporca.

sabato 7 dicembre 2013

Tra l’allegria e i tuoi passi c’è sempre un sorriso

di Pierfranco Bruni
Antoni Garçia, passeggiando tra le vie di Roma, mi ha raccontato un lunga favola. Io qui faccio una sintesi. Con beneficio di aver compreso. Chi ha il sorriso nel cuore sempre comprende!
La favola continua. Perché mai dovrebbe comparire la scritta The End?

martedì 3 dicembre 2013

Quando sognavamo di fare il 13 al Totocalcio…



Cinque maggio 1946: nasce un sogno italiano, del povero italiano figlio di una guerra che gli ha lasciato soltanto un'illusione: far qualche soldo per mantenere moglie e figli e poi, se va bene, comprare una Topolino Fiat, e se va molto bene una 500 Balestra Lunga, e se va benissimo una 1.500 Berlina. Da un mese hanno brevettato la Vespa, lo scooter che metterà le signore con le gambe accavallate sul sedile posteriore e farà impazzire i passanti che guarderanno le gonne sollevate da quel vento artificiale. Ma il sogno è un altro: la Schedina del Totocalcio. Cinque maggio 1946: su una carta sbiadita sono elencate 12 (non 13, 13 diventeranno dopo) partite di calcio. Indovinate il risultato, lo sappiamo tutti: 1 vince chi gioca in casa, 2 vince chi gioca in trasferta, X finisce pari. Costo: 30 lire, come dice la timida pubblicità, l’equivalente di un vermuth. Che era già un lusso.

mercoledì 27 novembre 2013

“Amare le donne è proteggerle”

Omaggio fotografico del fotografo
Maurizio Vestita nella giornata
contro la violenza alle donne
 Ha sottolineato Pierfranco Bruni presentando l’amore per le donne 
di Franco Califano.
Bruni: “Ogni giorno testimoniare l’amore con un sorriso e una rosa. Questo è l’esempio per allontanare ogni violenza”.

“Per le donne che hanno subìto violenze per le violenze che le donne hanno nascosto per le violenze che hanno cambiato le vite delle donne per le donne che convivono con la violenza e per i no e per i sì che le donne sono costrette a pronunciare io dedico a loro una vita d’amore nelle fragilità delle esistenze che tagliano il tempo del nostro esistere stesso e noi maschi che abbiamo impastato le mani nelle parole e le parole con il pensiero intellettuali giornalisti scrittori non possiamo che restare al di là del bene e del male con la bellezza delle donne e diventiamo bellezza soltanto se sappiamo cogliere una rosa e un sorriso da un loro silenzio da un loro silenzio da un loro sguardo da un loro graffio…”.

martedì 26 novembre 2013

Un poeta,un visionario,un eretico...


Il primo e unico Premio Nobel per la Letteratura in lingua portoghese: José Saramago è morto nel 2010, nella sua casa di  Tiàs, a Lanzarote (una delle Isole Canarie), dove risiedeva dal 1991 insieme alla moglie, Pilar del Rio, e alla fedelissima segreteria Pepa. Nato il 16 novembre del 1922 ad Azinhaga, un piccolo villaggio a nord di Lisbona, figlio della nobile e bellissima terra lusitana,ottenne il Nobel per la letteratura nel 1998 dopo una esistenza segnata a lungo dalla provvisorietà e dalla povertà. La sua famiglia di braccianti agricoli si trasferì nella capitale dove suo padre ottenne un posto come agente di polizia ma per le difficoltà economiche e la morte improvvisa del fratello maggiore Saramago dovette lasciare gli studi e cercare lavoro prima  come fabbro e poi come meccanico. Riuscì a pubblicare il primo racconto, "Terra del Peccato" nel 1947. Lo scarso successo però lo costrinse a fare altri lavori (impiegato in una agenzia di assicurazioni, tecnico amministrativo in una casa editrice), finché non divenne giornalista al "Diario de Lisboa".

sabato 23 novembre 2013

La narrativa di Giovanna Righini Ricci secondo Cosimo e Antonio Rodia

La narrativa di Giovanna Righini Ricci di Cosimo e Antonio Rodia, Artebaria, Taranto 2013, è l’attraversamento critico della vasta produzione narrativa di Giovanna Righini Ricci (7 settembre 1933 – 24 ottobre 1993) a vent’anni esatti dalla sua scomparsa.
È una lettura cronologica dei romanzi, con in coda l’analisi delle favole della scrittrice, analizzate separatamente anche per le peculiarità che esse contengono.

A chi dava fastidio Cesare Pavese?

Il Vice Presidente del Sindacato Libero Scrittori Pierfranco Bruni analizza la vita e gli scritti di Cesare Pavese: “Perché non si vuole che si sappia che è stato fascista? Lo scrittore si è realmente suicidato o è stato suicidato?”.  Una spy story dai contorni politici…

Una spy story sulla morte di Cesare Pavese. Suicidio o è stato suicidato? È Pierfranco Bruni, scrittore, Vice Presidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani e autore di diversi libri su Pavese, che si pone l’interrogativo analizzando i suoi romanzi nei quali mette sotto accusa il comunismo e la Resistenza comunista. Dopo il caso Camus che fa molto discutere, Bruni riporta sullo scenario l’inquieta vita di Pavese sollevando una questione relativa addirittura alla sua morte. Bruni si domanda subito: “Perché mai non si deve parlare di un Cesare Pavese (nato nel 1908 e morto, suicida, nel 1950) che è stato fascista?

giovedì 21 novembre 2013

mercoledì 20 novembre 2013

Un mistero tutto italico:Italo Balbo.



Permettetemi di dedicare queste poche righe a mio padre, Maresciallo A.M.,aviatore ed istruttore paracadutista, che ha riempito la mia fanciullezza e giovinezza  con le  lodi e gli elogi a  questo personaggio del Fascismo che egli aveva conosciuto di persona a Tarquinia, in quell’aeroporto che ospito’ la I  Scuola Paracadutisti d’Italia.E  mentre riporto queste notizie, il pensiero corre a lui,in divisa e con il petto adorno,tra le altre, di una medaglia di bronzo “conquistata” durante  quella “follia umana” che fu la II guerra mondiale. “La storia siamo noi, siamo noi padri e figli, siamo noi, bella ciao, che partiamo. La storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano”(De Gregori).  Italo Balbo, ferrarese, fu forse il più eccentrico e contradditorio dei gerarchi fascisti.

mercoledì 13 novembre 2013

Abbiamo ancora bisogno di Itaca? Un’aquila in volo taglia il vento dei pensieri…

di  Pierfranco Bruni

È come se il tempo non avesse ricordi. La memoria ha lunghe pagine  che restano come vento nell’anima. I ricordi sono “particolari” e insidiano bussando quotidianamente alle porte della mente. Ma non c’è tempo per i ricordi. Fuggono nel momento stesso in cui vengono ad essere percepiti, e l’asciano non l’assenza di un qualcosa che si è avuto. Lasciano il vuoto.
C’è una traversata di maree tra l’assenza e il vuoto.

martedì 12 novembre 2013

Una realta’ da sogno o…il peggiore degli incubi



Isaac Asimof, lo scrittore di fantascienza che piu ho amato e di cui conservo le raccolte dei suoi migliori racconti:lo scrittore che ha cullato le mie sere di lettura con le sue meravigliose macchine e i suoi intelligentissimi robot.  Questo  vuole essere solo un modesto omaggio alla memoria di quel grande scrittore e uomo di scienza che egli è stato.Intere generazioni hanno sognato tra le pagine delle sue grandiose speculazioni sulla storia futura, hanno assimilato importanti nozioni scientifiche divulgate in maniera comprensibile e mai banale, da scienziato, prima che da scrittore. Ma forse, più importante di tutti, è stato il suo messaggio di fiducia nell'umanità, nella razionalità scientifica, nel rifiuto delle superstizioni e della violenza. 

lunedì 11 novembre 2013

Bruni: “Dalle Lecture su Dante e della Commedia ad una lettura sulla modernità della poesia partendo da Fabrizio De André” -

Importante proposta - provocazione  di Pierfranco Bruni

“Se dovessi, alla mia età,  scegliere tra Dante Alighieri e De André, nel tempo in cui viviamo, non avrei alcun dubbio: indicherei agli studenti di studiare in modo ordinato e corretto Fabrizio De André e alle scuole di organizzare delle Lecture su De André”.

In una serata dedicata a De André lo scrittore e vice Presidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani Pierfranco Bruni invita a leggere Fabrizio De André come poeta della tradizione recuperata accanto alle Lecture sulla Commedia.

domenica 10 novembre 2013

A 150 dalla nascita di D'Annunzio un saggio di Bruni e Neri

Dal D’Annunzio in trincea e fratello maggiore di Ungaretti al Vate sciamanico e Orientale nell’originale saggio di Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni: “D’Annunzio. Io ho quel che ho donato”


di Marilena Cavallo


Parto dalla seconda parte del saggio che Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni dedicano a Gabriele D’Annunzio per i 150 anni dalla nascita. Un libro compatto e articolato che passa in rassegna un D’Annunzio “particolare” e vitale in una chiave di lettura in cui l’estetica e il sublime  restano fondamentale.
La seconda parte del saggio dal titolo “Io ho quel che ho donato” (pubblicato dalla Casa editrice Nemapress – Roma – Alghero) è scritta da Neria De Giovanni, una critica letteraria che ha dedicato numerosi scritti alla letteratura italiana ed è una attenta specialista di Grazia Deledda, entra, con la sua consueta profondità, nella poesia di D’Annunzio scavando tra le parole e dando alla Parola il senso non solo estetico, ma anche storico.

venerdì 8 novembre 2013

Non ti consegno parole ma il viaggio nella notte che ha riflessi sul mare nella nostra danza araba…

di Pierfranco Bruni

Camminiamo lenti lungo la linea della brughiera.
La brughiera è come se avesse una linea che invade i confini di un orizzonti di ombre.
Ieri sera sono andato via molto triste.
Credimi. Da tanto non toccavo il giocare della tristezza nei miei occhi. Anche tu eri triste. Abbastanza. Ma nulla può toccarci. Nulla può invadere il campo nei nostri sentieri incantati. Sei magia nella mia vita.
Era sceso un velo di tristezza in entrambi. Eppure avevamo fatto l’amore soltanto da poco.

lunedì 4 novembre 2013

«Guerra e pace», capolavoro contro la vanità della gloria



«Voglio scoprire cos’è la felicità e che cosa valga invece la sofferenza. E voglio scoprire perché gli uomini vanno in guerra e che cosa provano davvero in fondo al cuore quando essi pregano Dio. E voglio scoprire cosa uomini e donne sentano quando dicono di amare e quanti peccati facciamo e quanta gente inganniamo e perché tutto finisce nella morte». L’essenza umana e poetica di «Guerra e pace»,la più grande opera della narrativa russa e una delle più alte della letteratura d’ogni epoca, pare raccogliersi in questi enigmi che Tolstoj affida alla gaia tenera appassionata Natasha Rostova, la creatura più delicata e forte del romanzo.
Accanto a lei centinaia di personaggi, prigionieri di eventi che sfuggono al controllo del singolo. Ma se la grande Storia trascende ogni individualità - mai prima di Napoleone la guerra aveva conosciuto dimensioni tanto vaste e sanguinose,

Il canto nelle piazze. Perché la poesia abita la piazza del mondo attraversando la musica

Una nuova edizione con traduzione in Francia del saggio dedicato alla poesia e alle piazze con Dvd

di Marilena Cavallo


Il canto nelle piazze
Stringe di silenzi le parole
E se le parole non dovessero bastare
C’è sempre un silenzio in più
Che permette al silenzio
Di non tacere”.

venerdì 1 novembre 2013

AFFERMAZIONE DELL’ARTISTA GRAZIA LODESERTO AL PREMIO SULMONA


   Grazia Lodeserto ritira il Premio Sulmona 
Alla Quarantesima edizione di arte contemporanea hanno partecipato 125 artisti internazionali. Premiato anche l’artista Roberto Ferri

Alla Quarantesima edizione del “Premio Sulmona” (rassegna di arte contemporanea riservata quest’anno a 125 artisti internazionali), la nota artista tarantina Grazia Lodeserto ha conseguito uno dei prestigiosi premi attribuiti dalla autorevole giuria presieduta da Vittorio Sgarbi, riscuotendo particolari apprezzamenti per la sua opera tratta dal ciclo dantesco e riferita agli ultimi quattro canti dell’inferno, opera intitolata “Un tal’dificio in CIPAP”.

lunedì 28 ottobre 2013

Un mito su una croce di una tomba: l’antologia Spoon River


Duecentoquaranta voci. Duecentoquaranta voci provenienti da un piccolo cimitero di un villaggio immaginario attraversato dal fiume Spoon, nell’Illinois. Sotto le lapidi, sparse fra il verde della collina,” dormono, dormono, dormono” i morti dell’Antologia di Spoon River.E’ il 1914 quando Edgar Lee Masters scrive a poco a poco le sue poesie in forma di epitaffio, per raccontare le storie del suo villaggio. Dopo la prima pubblicazione sul giornale di St. Louis, il poeta, affamato di storie di vita, comincia a scrivere senza sosta sui menù dei ristoranti, sui giornali, sui rovesci delle buste. Così nacque l’Antologia di Spoon River, la raccolta di duecentoquaranta poesie, che chiunque in America sapesse leggere, almeno una volta, l’aveva letta. Edgar Lee Masters immagina un villaggio, una collina, ed un cimitero. Resuscita le anime e come un maestro d’orchestra dirige i morti, donando voce ad ognuno di essi per svelare la loro umile vita.

domenica 27 ottobre 2013

La morte del regista Luigi Magni. Ne parliamo con Pierfranco Bruni

Pierfranco Bruni: “Dal  regista allo sceneggiatore tra storia  e letteratura: una magistrale testimonianza”
 A cura di  Manuela Achab

 Molti film di Luigi Magni sono “pezzi” di storia, di letteratura, di ironia, di  leggere il mondo cattolico attraverso i fatti che diventano ironia. Luigi Magni è morto a 85 anni.  Restano le sue regie, le sue sceneggiature, le sue collaborazioni. Un regista che ha raccontato come se il tutto fosse in una cronaca che diventa storia e la storia è storia di fatti e di interpretazioni.
Lo scrittore Pierfranco Bruni, che per conto del Sindacato Libero Scrittori Italiani, si è occupato del rapporto tra letteratura e cinema ha risposto ad alcune nostre domande.

Raccontando Franco Califano di Pierfranco Bruni - Un libro completamente originale su Franco Califano scritto da Pierfranco Bruni


Gigi Marzullo: “Chi conosce Pierfranco Bruni, come me, sa che questo suo libro dedicato a Franco Califano è stato scritto con il cuore e con l’approccio critico di uno scrittore che misura le parole passo dopo passo”.

Presentazione  di Gigi Marzullo

Viaggiare tra le pagine che Pierfranco Bruni dedica a Franco Califano non è un raccontare la vita di Franco Califano. In questo libro non c’è una biografia tout court. Piuttosto si tratta di un intrecciare le emozioni, catturarle, dando un senso alle parole. Vorrei dire alla parola che è sempre un’espressione di un recitativo sia poetico, sia musicale, sia esistenziale.

La pietra dell’alchimia del poeta Antony Garçia morto recentemente

La sua poesia un omaggio alla pietra dell’alchimia di Tommaso D’Aquino. Il mistero e l’indefinibile amore nei suoi versi

di Pierfranco Bruni

Ho avuto modo di conoscere Antony Garçia, il poeta del sublime, il poeta che faceva danzare le parole sui cocci di vetri appuntiti, il poeta che negli orizzonti dell’Occidente era riuscito a vivere il canto di un mondo Arabo e Andaluso, i cui intrecci con i vari Mediterranei restano voci di fuoco, il poeta che si era affidato alla pazienza buddista per ascoltare le voci delle onde.

martedì 22 ottobre 2013

Non è mai troppo tardi


di Filomena Russo

Non è mai troppo tardi” era il titolo di un programma televisivo di molti anni fa. Lo conduceva il Maestro Manzi, con passione e competenza; era un programma pedagogico rivolto al grande pubblico contro l’ analfabetismo. In più, i programmi televisivi di quel tempo vertevano soprattutto sulle opere letterarie e, non era un caso che ci si imbattesse nelle opere di Dante, Boccaccio, Tasso, Ariosto, Verga, Pirandello, Shakespeare….. ed altri importanti autori della letteratura internazionale. Tutto ciò stimolava il pubblico televisivo ad approfondire la conoscenza di certi autori che, unitamente a quanto si studiava a scuola, dava la possibilità di crescere, appassionandosi all’apprendimento della letteratura e non solo.

Siamo tutti narcisisti…Viva Narciso!



Ho sempre trovato strano come "Belle" si potesse innamorare della "Bestia": insomma erano così diversi, così antitetici, eppure l’amore aveva superato l’inumanità della bestia e i suoi modi bruschi, attributi che gli erano stati imposti con un sortilegio da una strega che desiderava dare un importante insegnamento all’arrogante principe ma nel peggiore dei modi. In realtà lei non fece altro che portare alla luce ciò che il principe era in realtà, in altre parole un essere superbo, insolente e maleducato, manifestandolo anche nel suo aspetto esteriore. La vera bellezza si trova nel cuore” con queste parole la strega aveva cercato di convincere il principe a concederle un po’ di gentilezza, ospitandola per la notte, rifiutatale per le sue sembianze sgradevoli.

lunedì 21 ottobre 2013

Geppo Tedeschi, a 20 anni dalla morte, tra i suonatori ambulanti di fiere e feste

di Pierfranco Bruni 
La tensione armonica e il gesto libero nella poesia di Geppo Tedeschi, nato a Tresilico nel 1907 e morto nel 1993, (siamo a venti anni dalla morte), formano un circuito dove la parola si incontra col dettato poetico. il gesto è nella parola. La parola compie un gesto. Vi è, dunque, una armonia che si stende lungo un tracciato che ha sostanzialmente un peso dovuto sia al tipo di ricerca che all’individuazione di una identità culturale. E questa identità è una identità futurista.

Nel mio Oriente Non so se la luna è ad Oriente…

di Pierfranco Bruni

Mi parlavi ancora più piano. Eravamo tra le strade di Scutari. 
Il tuo sorriso mi scorreva tra gli sguardi. Eri bella. 
Con il foulard che ti copriva il capo e gli occhi erano due stelle nel tramonto.
      Ci siamo detti parole e ci siamo offerti silenzi.

      E poi: “Cancellare il tempo e vivere il presente come se fosse il sempre. Cancellare lo strazio della perdita e lacerare le lontananze per restare nell’immobilità. Non so a quale tempo io possa riferirmi. Certo, c’è sempre il tempo delle nostalgie. Ma, credimi, le nostalgie sono un tempo e restano dentro i vari tempi della vita e non bastano le parole a spiegarlo. Non bastano le parole a farci capire…”.

martedì 15 ottobre 2013

Serenità e grazia nella poesia cavalleresca



"Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto,
che furo al tempo che passaro i Mori
d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto"…


L’incipit del poema “Orlando Furioso”,non è solo versi, ma musica che attrae lo spirito,armonia che solletica l’animo, serenità che conquista il cuore,fantasia che trasporta il corpo.Ludovico Ariosto (1474-1533), definito da Vittorio Alfieri, in un celebre sonetto delle sue Rime, come l’”italo Omero”, è indubbiamente uno tra i più geniali e più fantasiosi poeti della letteratura italiana. Il suo poema cavalleresco, Orlando Furioso, è un’opera davvero mirabile, prodigiosa, che si snoda attraverso un coacervo innumerevole di episodi, personaggi, novelle ed eroi, in un vero e proprio groviglio inestricabile di duelli, apparizioni, amori, magie, battaglie, fughe, incantesimi, viaggi e pazzie che solo l’abilità geniale dell’Ariosto riusciva a districare,

mercoledì 9 ottobre 2013

Lettera dal passato di un “ talebano “ occidentale.



“Cara Maria,
scommetto che Diogene, se fosse ancora vivo, girando col lanternino tra la massa, oggi, anziché un uomo cercherebbe « una donna ». E c'impiegherebbe un bel po', prima di trovarla. Non esagero di molto: siamo sinceri, in fatto di “mascolinizzazione” si sta eccedendo. Eppure, non sarebbe difficile impostare la cosa in questi termini: la donna è uguale all'uomo solo per la sua umanità, per la sua anima, per il suo destino, ma è diversa per il suo fisico, per i suoi sentimenti, per le sue attitudini, per le sue funzioni, per la sua missione. La donna non è inferiore all'uomo, ma soltanto diversa; e la sua opera non meno che quella dell'uomo è grande, necessaria e sublime. Ma è dìversa anche quella. L'uomo e la donna, insomma, non devono sforzarsi di diventare « uguali » ma di completarsi a vicenda. Perché ci si scalmana tanto, per rivendicare i diritti sugli uomini?.

martedì 8 ottobre 2013

L’amore conosce sempre la morte… Lettera ad Eleonora sull’oblio

di Pierfranco Bruni

Eleonora mia cara,

non pensavo di scriverti una nuova lettera. Una lettera, se così vogliamo chiamarla, intorno al disamore o, diciamo, forse dico, intorno al mistero di un amore che diventa disamore.
Una volta, sorridendo, mi dicesti che ogni amore conosce anche le stanze del disamore.
Tanto è intensa l’attrazione tanto si scivola nell’oblio.
Forse avresti voluto dire che ci si avvia verso le strade dell’indifferenza. Può essere. È così.

lunedì 7 ottobre 2013

Il popolo Armeno. Una etnia cristiana che si racconta

di Pierfranco Bruni 

La cultura armena dopo essere entrata nell’immaginario delle contaminazioni e dopo aver creato, in tempi recenti, un processo dialettico partendo da un testo di letteratura come quello di Antonia Arslam (“La masseria delle allodole”) costituisce non solo una chiave di lettura per approfondire l’articolata tematica del genocidio armeno del primissimo Novecento ma definisce un rapporto tra la storia Turca – Armena o la storia Armena nella storia Ottomana e l’Occidente. Non si può comprendere l’eredità armena, è stato il primo popolo e la prima civiltà – identità cristiana, non solo al di fuori della Turchia ma anche al di fuori di una interpretazione che debba sempre più coinvolgere nel confronto internazionale la Nazione Turca e la cultura armena su una visione che è quella etnica.

venerdì 4 ottobre 2013

La penombra della memoria e l’errore della mente


Si è cercato nel corso degli anni di sintetizzare il pensiero di Eraclito nel celebre aforisma: , πάντα ε ς ποταμός ovvero tutto scorre come un fiume. Perchè lo dico? Di certo non perchè credo di aver scoperto qualcosa di ignoto ai più, anzi. Lo dico perchè penso che oggi, in un certo senso, tutto scorra. Ma non nel senso inteso da Eraclito, il divenire, la continua trasformazione delle cose. Nel senso che tutto ci scorre addosso, in un unico senso: quello dell’indifferenza usata come scudo egoistico davanti al declino costante che attanaglia tutto.Non siamo più capaci di provare rabbia, indignazione, sdegno, davanti a cose che in nessuna persona sana e cosciente posso provocare cose diverse dalle su citate reazioni. E non succede solo una cosa di questo tipo, nè solo due, nè tre, nè dieci. Ne succedono a migliaia.

lunedì 30 settembre 2013

La democrazia dopo il’ 700 Jean –Jacques Rousseau (1712-1778)

di Filomena Russo

Jean- Jacques  Rousseau nasce  a Ginevra nel 1712 da una famiglia di protestanti francesi, che si erano rifugiati in Svizzera per sfuggire le persecuzioni. Sua madre morì dandolo alla luce. Suo padre, orologiaio, come istruzione gli faceva leggere dei romanzi. Per necessità entra nel seminario di Torino e cambia religione. Per molti anni conduce una vita errante. Diviene valletto, segretario di ambasciata a Venezia, precettore, musicista. Trascorre un lungo periodo presso Madame de Warens aux  Charmettes vicino Chambéry.  Si  stabilisce infine a Parigi come segretario di Madame Dupin. Accolto nei saloni filosofici, frequenta gli Enciclopedisti ( Diderot, D’Alambert, Voltaire).  
Nel 1750 partecipa ad un concorso de l’Académie de Dijion  e scrive :

sabato 28 settembre 2013

La morte dello scrittore Carlo Castellaneta: dal viaggio con il padre alle tracce d’anima Uno scrittore tra la parola e il cuore

"…Se tu per me ci sarai sempre io non ho bisogno di nessuno…".

 di Pierfranco Bruni

 È morto lo scrittore Carlo Castellaneta. Palmanova (Udine)  28 settembre.  Ne è passato di tempo da quel Viaggio col padre, nel quale memoria e pudore si intrecciavano in un ricercarsi tra gli affetti e il bisogno di comunicare. Un viaggio tra i filamenti del tempo che ritornava a tessere ragnatele e ancora nuovi ricordi grazie ad uno scenario in cui le immagini prendevano il sopravvento.Viaggio col padre è appunto il primo romanzo di Carlo Castellaneta. Risale al 1958. La sua pubblicazione la si deve ad Elio Vittorini.

lunedì 23 settembre 2013

Alberto Bevilacqua e Giovanni Boccaccio tra la Califfa e Fiammetta nell’eros di “Bosco d’amore”

Un raccontare un raccontarsi

di Pierfranco Bruni

Alberto Bevilacqua e Giovanni Boccaccio
Un legare l’eros alla vita e la vita ai giorni che si raccontano. Oltre la storia ma nella esistenza dei personaggi che tracciano esistenza. Raccontarsi è superare il silenzio restando nelle immagini o nell’immaginario.
Tra il viaggiare letterario di Bevilacqua e la presenza delle donne, che hanno arricchito la sensualità e la magia delle passioni di Boccaccio resistono elementi simbolici e mitici, che sono abbastanza “infiltrati” in quella intelaiatura letteraria, che ha strutturato la visione del “Decamerone”.

domenica 22 settembre 2013

Io tradizionalista e cristiano non mi “sorride” l'intervista di Papa Francesco

Resto ai piedi di Gesù e lungo le lettere di Paolo... Mio caro Tonino...

di Pierfranco Bruni

Siamo figli di un altro tempo. O questo tempo non ci appartiene, o noi siamo altro rispetto a ciò che ci cammina accanto. Quello che ci cammina dentro è nostro. È il destino nei nostri voli della memoria. Aquile che provengono da lontano. Noi siamo altro e non possiamo confrontarci con questa mediocrità, miseria, nulla. Tutto ciò che ci passa davanti lo abbiamo già vissuto e superato. Rubo, mio caro Tonino, una ennesima espressione ad uno dei miei maestri, Cesare Pavese. 
Attraversiamo una esistenza che non ha bisogno di maestri. Generazioni che usano il termine anche di “intellettuale” ma confondono il mistero con la ragione, la storia con la cronaca, la filosofia con la leggerezza del pensiero. 
Non ti scrivo una lettera. Ma cerco di non essere malinconico riflettendo sui dettagli che abbiamo raccolto nella nostra conversazione.

sabato 21 settembre 2013

…Non fermarti. Puoi essere di più. Non devi bastare mai. Non devi bastarti mai. L’amore non finisce…

di Pierfranco Bruni

Non ci fu il tempo per capire. Ma la domanda resta. Perché San Tommaso non volle credere? Perché non si affidò alla fede! Semplicemente alla fede? Questo nostro tempo stracciato dalle nostalgie e dalle ragioni viene, quotidianamente, sconfitto dai conflitti dell’anima. Siamo sempre più dubbiosi, e nel momento in cui il dubbio cede alla riflessione subentra l’incertezza.

domenica 15 settembre 2013

Io e Alberto Bevilacqua. Mio amico, mio fratello… è sempre questione di eternità… Il mio libro viaggiando con Alberto

di Pierfranco Bruni 

Anni di amicizia, di fratellanza, di armonia mi hanno legato ad Alberto Bevilacqua. Dall’incontro alla Libreria Croce a Roma, nel 1978, al Salotto di Via dei Villini (sul quale ho scritto il libro “Con cuore amico” 1990). Fu Francesco Grisi a creare questo straordinario legame. Non smetterò di concludere il mio libro su Alberto. Ora che non c’è più. O forse ora che c’è ancora di più tra il mistero e l’alchimia. Il mio libro ricomporrà pezzetti di storia umana e mosaici di letteratura.  Il poeta. L’uomo. La magia nel suo “avvertire”.

Il trionfo della realta' nel pittore”maledetto”.



Sarà capitato a tutti, ai tempi della lira, di vedere la banconota da centomila lire e scorgere sul fronte il volto di uomo dai capelli lunghi con barba e baffi. Questo signore è una delle personalità più importanti e discusse della storia dell'arte italiana e della cultura in generale: Michelangelo Merisi. Conosciuto dai più come Caravaggio è certamente il più stupefacente interprete della pittura italiana del 1600 .Erede della tradizione cinquecentesca, ma anche grande innovatore, ricercatore della verità, una verità non imposta dall'alto.

giovedì 12 settembre 2013

Quel 12 settembre del 1943. La liberazione di Mussolini con un fascismo finito tra i fascisti in attesa

È da anni che rileggo pagine inedite di Francesco Grisi. Pagine spiegazzate, appunti non finiti, “cartigli”, come avrebbe detto D’Annunzio, che avrebbero dovuto formare un nuovo libro. In fondo Francesco lavorava attraverso i diversi appunti che annotava durante le sue giornate. Ricordo che alla fine di ogni convegno aveva sempre le tasche de pantalone o della giacca ricche di foglietti. Su questi foglietti accenni di racconti, disegni, poesie. In più occasioni mi diceva: “Leggi, se ci sono cose che possono essere utili improvvisa. Se invece è tutto banale rendilo necessario”. La sua ironia toccava sempre punti strategici del suo pensiero.

martedì 10 settembre 2013

… Ma è proprio vero che San Francesco di Paola ha dialogato con San Giuseppe Moscati dopo aver incontrato San Paolo? Se la santità è bellezza il coraggio è verità…

di Pierfranco Bruni

Al mistero nulla è impossibile. C’è la regia di Dio. La sceneggiatura ha il tocco degli Angeli. Il cielo plumbeo ha riflessi che toccano l’alba, poi il giorno, il meriggio sino a lambire le stagioni che segnano i crepuscoli e i tramonti. Mio San Francesco di Paola, ti scrivo dalla mia notte.
Di notte dormo sempre di meno. Invecchiando i pensieri diventano grappoli di onde di mare salato. Quello della nostra Calabria. Bisogna essere roccia ma anche acqua. Tutta la mia vita è stata un passeggiare con te. A nessuno permetterò di togliermi la devozione che porto verso di te anche se resto un eretico. Lo sono stato e lo sono.

sabato 7 settembre 2013

Il fascino dei “Santini” nel XXI secolo.




In questo tempo dove sono vincenti la fretta, il consumismo, il frastuono, l’arroganza e, spesso, anche la volgarità, i “Santini”invitano all’attenzione, alla calma, alla memoria riflessiva, alla considerazione delle cose piccole e delicate. Sono immagini che parlano di amore, di devozione, di ringraziamento, di anniversari, di luoghi, di soggetti straordinari. Osservando con attenzione, in alcune di essi si può apprezzare la cura usata nella costruzione del ritratto, la pazienza e l’abilità anche manuale che rendono alcuni pezzi vere opere preziose, pregiate anche per la qualità dei materiali impiegati.Si cerca il santino,quello religioso e sacro, per riempire un vuoto. Abbiamo una voluttà dell’immagine, una “cupio imaginis”. Non c’è dubbio. L’immagine riempie un vuoto. Se si pensa, invece, che in alcune civiltà, come quella ebraica o islamica, il ricorso alle immagini, non solo quelle divine, ma anche di altro tipo, era ed è vietato, possiamo notare lo scarto...

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ATTENZIONE! Gli articoli che non trovate qui sono su ORAQUADRA.INFO

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Questo Blog ha subito una trasformazione, in questo spazio ci si occuperà solo di Spettacolo, Cultura, Sport e Tempo libero. Ho deciso di aprirlo agli operatori culturali e sportivi che con una mail di richiesta possono diventare collaboratori autonomi e quindi inserire liberamente prose, poesie, ma anche report di manifestazioni che riguardano il nostro territorio, oppure annunci di eventi o racconti dove la nostra gente è stata protagonista. Scrivete quindi a lillidamicis@libero.it, vi aspetto!!!

LIBERTÀ DI PENSIERO

"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
la follia e il mistero".
Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

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EINSTEIN DICEVA SPESSO

“Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare”.