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giovedì 2 febbraio 2012

Il 4 febbraio i Lions di Grottaglie presentano "Nell'anima" di Giuseppa Colitta


Sabato 4 febbraio alle ore 18.00 presso l’Istituto Madre Teresa Quaranta di Grottaglie, in via Taranto 42, il Lions Club Grottaglie presenterà con musica e parole il libro “Nell’anima” scritto dalla professoressa Giuseppa Colitta, edito da SBC edizioni. L’autrice vive e insegna  italiano e latino a Grottaglie presso il liceo scientifico G. Moscati, è inoltre consulente familiare e collabora in un’associazione di volontariato nel tarantino.

“Nell’anima” è un viaggio verso la parte più profonda di noi stessi, che Laura, la protagonista, esplora in forma di epistole, scavando nell’intimo delle proprie emozioni, ansie e paure. Si può definire un “saggio sui rapporti interpersonali in cui si riporta in gran parte la diretta esperienza dell’autrice dalla quale i lettori potranno trarre utili confronti con analoghe situazioni”. È un’esortazione ad amar se stessi e gli altri, facendo de: “la vita è vita soltanto dove vi è amore” di Gandhi un precetto di vita.
La serata sarà introdotta da Tommaso Sibillio, presidente Lions Club Grottaglie, seguirà la professoressa Antonia Tagliente che relazionerà sul libro e dialogherà con l’autrice presente all’incontro con il pubblico. Arricchiranno la serata la voce calda di Rosa Caramia, che canterà De Andrè accompagnata dalla fisarmonica di Bruno Galeone e dalla chitarra di Ciro Barletta, mentre l’attore Alfredo Traversa curerà la lettura di alcuni brani del libro.


7 commenti:

  1. Carissima Pina,

    ho letto solo ora il tuo libro perché aspettavo il momento "giusto" per farlo. L'ho letto in un pomeriggio, perché il tuo travolgente flusso di coscienza non mi ha dato nessun appiglio per fermarmi a prendere fiato.
    Si intravede l'incessante lavoro interiore che ti ha portata a mettere a nudo la tua anima, riconoscendo e accettando quello che di te non ti piace, fino a giungere alla piena consapevolezza di te stessa.
    La conoscenza dell'io profondo, della sacralità della propria persona è fondamentale, come hai ben sottolineato, per andare verso l'altro, perché durante il percorso personale impariamo ad utilizzare gli strumenti che ci permettono di scandagliare l'animo degli altri.
    Dopo l'apertura e l'accettazione è inevitabile la condivisione, soprattutto emotiva, capace di creare al nostro interno un feedback che se positivo ci stimola a perseguire il nostro cammino.
    Ho apprezzato molto il tuo atteggiamento che non è quello supponente di colui a cui la verità è stata rivelata e si sente, quindi, superiore a tutto e a tutti. La tua umiltà è anche la tua forza e hai ben compreso che essere considerata una "brava persona" non vuole dire accettare incondizionatamente situazioni e persone che non sono utili alla propria crescita. E' necessario saper dire "no" per salvaguardare quell'equilibrio tra mondo interno e mondo esterno sempre così fragile e continuamente sottoposto agli attacchi dell'ansia, della paura, dell'invidia, dell'egoismo, della disistima e del malanimo propri e altrui.
    Come ben sai, il lavoro su se stessi è lungo e non ha mai fine, ma ogni volta che ci impegniamo aggiungiamo un tassello prezioso alla conoscenza e alla nostra autostima, la quale si manifesta nella capacità di percepirsi e di rapportarsi a se stessi in modo realistico, positivo, rilevando i punti forti e quelli deboli, amplificando ciò che è positivo e migliorando quello che invece non lo è. Una persona con una sana autostima non è infatti perfetta, ma al contrario di chi non si rispetta abbastanza sa come valorizzare le proprie abilità e capacità e come tenere sotto controllo i difetti e le parti del proprio carattere meno amate.
    La sana autostima è indipendente dal giudizio degli altri, è caratterizzata da una profonda conoscenza di se stessi, aiuta a mantenere i punti di forza e a migliorare quelli di debolezza, promuove obiettivi stimolanti ma non eccessivi, spinge la persona al confronto con se stessa e con gli altri.
    La trama della tua vita che emerge dall'intreccio dei fili delle parole e dei pensieri che nascono spontanei non è identica a nessun'altra, seppure simile a milioni di altre. Il tuo libro è una sineddoche: toccare l'acqua del torrente della tua esistenza equivale a tuffarsi nell'acqua del mare dell'intera umanità.
    Ida Frassineti Roma

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  2. Ho letto la tua "semi" biografica. la tua novella ha domandato la mia attenzione completamente...volendoti bene devo ammettere che sono parziale.

    il tuo "memoire" e' un mosaico di memorie, cronaca, filosofia, dignita', sacrifici, vita familiare e sempre, sempre passione--passione per la vita, per l'ingiustizia.

    La tua novella e' un' affresco letterario e psicologico che mi ha offerto "il lettore" una vivida, onesta narrativa di una famiglia "branded" da amore & sangue.

    per la gente che non e' cofortevole con la tua verita'. ricordali che l'arte & uno specchio che riflette la verita'-- per me, la tua novella e' una guerrilla letteraria.

    vai sulla mia facebook page & la' triverai le foto e l'arte di Banksy. La sua arte e visuale ma anche lui rivela la sua veriita'.
    Gabriella Calò Los Angeles

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  3. Cara Pina,
    vorrei poter partecipare con affetto dando anche un contributo di pensiero sul tuo libro. Ho avuto modo di rileggere alcune pagine. Ormai dopo la lettura di un testo non mi capita più di rifletterci su come accadeva secoli fa. Chiudevo il testo e scrivevo e il pensiero era dentro la scrittura con le sue pause, le sue spaziature, i suoi tocchi involontari di un mestiere che per anni mi ha portato a recensire testi. Non ho voluto usare il mestiere. per due motivi. Primo perchè la "confessione", credo, che sia sempre un esercizio letterario che implica un altro mestiere che è quello pavesiano, ovvero il mestiere di vita. Secondo perchè sono convinto che quando si scrive, anche, a volte, un saggio, ci sono pezzi diario. Il diario comunque non ha sempre una sua verità che pensiiamo che possa essere la nostra verità. Lo scrittore è un bugiardo per natura. E anche la verità può diventare un bugia letteraria ed esistenziale. Io provengo da una scuola di pensiero in cui il mistero è complice del tutto. Tu, mi spoglio dell'esserti amico e mi pongo come un critico che cerca i granelli della clessidra rotta per trovare spigoli di analisi. Non so dove si interrompe il rapporto tra finzione, la recità e la ricucitura con la realtà. Lo scrittore vive di questa provvissorietà. Ci sono parti dove il tuo scritto è splendido ed ha una sua valenza anche ontologica tra la conversazione dentro la propria anima e l'altro da sè. Ci sono parti che mi spingono ad una lettura più antro-sociologica. ovvero quando la scrittrice cede il passo alla docente. E' naturale che scrittrice e docente hanno la stessa articolazione di vita e di scrittura. Ma un conto è testimonianrsi scrittrice un altro è affidarsi alla fluidità dell'essere scrittore con la finzone e la maschera. Non è una lettura sconvolgente non in positivo. Anzi. La duplicità dello specchio non si contrappone alla maschera. E il tuo scrivere si serve della maschera ma anche dello specchio. Una complicità. (continua)
    Pierfranco Bruni

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  4. Ma dallo scavo zambraniamo l'anima come potenza metafisica si passa all'anima come descrizione di una rappresentatività. Quel preside al quale si scrivono alcune lettere iniziali (ovvero l'immaginario è dentro lo scrivere letterario) come la lettera al figlio o il "colloquio" con il padre vivoono un gioco ad incastro con le considerazioni, che non sono più lettere, con un ipotetico dirigente scolastico che vive la scuola e la vita nella sua "materialità". La materialità e il materialismo, per chi crede ancora al sacro e alla magia, non vivono in un sapere dell'anima. Dove sta il segreto? Nelle lettere o nelle considerazioni? Nell'applicazione della donna con il suo vissuto, i suoi dolori, la sua malattia, la sua ironia o nella considerazioni delle ultime pagine? Il punto centrale sta in un concetto chiave che è la consolazione della e nella scrittura. Io sono un lettore che non conosce la docente, (devo far finta da lettore - critico), la città nella quale vive, la scuola dove Laura insegna. Questo sta nel mestiere. Ma il coraggio di Laura ha un così tale trascinamento che mi spinge a conoscere cosa si nasconde dietro Laura, dietro il padre, dietro il capo, dentro il figlio, dentro il compagno. Ciò può esserci dato sola dall'anima. Se questa anima ha il suo sapere metafisico perchè la cronaca si consuma e i "delitti" dei mediocri restano miserie umane. Perchè la figura del dirigente raccolta tra le tue righe "mercifica" il concetto di anima sia intesa nella visione occidentale e soprattuto orientale. Ma lo scrittore è altro. Gli applausi dureranno nei secoli e i miseri non avranno applausi e neppure solitudini. Siamo aggrediti dai conformismi e il piatto di lenticche è sempre disponibile per il coformismo che uccide la creatività e la liberto. Sino a quando non si è consapevoli con l'anima di essere liberi si vive il e nel mercato. Coltivalo questo tuo scritto affrontando l'impatto con il coraggio di uno scrittore che deve tutto allo scrittore stesso e allo scrivere con l'anima, poco agli uomini (e Sciascia aveva ragione) e molto ai veri maestri. Lasciati indifferenti verso coloro che non hanno il coraggio della tua parola. Non esistono. O si è maestri con una lezione di vita interiore e che proviene dall'onirico combattimento tra la luce e il guerriero o si è distributori di acqua salata. Tu sei speciale. Che il dio del sole sia con te. Sempre. Ti voglio bene e ti stimo con affetto
    Pierfranco Bruni

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  5. Grazie Pina delle emozioni della serata per il tuo bellissimo libro, e grazie anche a Gli Ultimi per la bella interpretazione dei brani di De Andrè. Rosa hai una voce bellissima, Bruno e Ciro siete divini !!!! I brani e gli arpeggi su Hotel Supramonte e La Canzone di Marinella sono stati favolosi.
    Erica Schiavone - Pino Cipriani

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  6. Cara Pina, mi sono commossa tantissimo alla lettura così vera e così realmente nostra dei sentimenti descritti per la tua mamma. Anche la musica poi ha completato le emozioni forti con De Andè che percepisce più di ogni altro gli aspetti più' reconditi dell'Animo Umano. I musicisti in aggiunta sono stati favolosi, la chitarra bellissima. Grazie.
    Alessandra Ciardo (Taranto)

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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

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