Il termine Carnevale deriva dal latino “Carnem levare”, che significa “abolire, levare, togliere la carne” e nel tempo quaresimale,i cattolici devono astenersi dal cibo per quaranta giorni, per prepararsi al digiuno per la Pasqua.
Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto sia
del doman non c’è certezza.
Quest’è Bacco e Arianna
belli, e l’un dell’altro ardenti
perché ‘l tempo fugge e inganna
sempre insieme stan contenti………
E’ l’invito alla vita, a fruirla e goderla in tutti i suoi aspetti. Eccoci a Firenze nel 1490 e Lorenzo dei Medici compone le sue ‘ballate’ che si chiamano canti carnascialeschi. Solitamente queste ballate erano scherzi,lazzi dove la poesia aveva un aspetto secondario. Lorenzo, invece, nel "Trionfo di Bacco e Arianna" riesce a unire le due cose: crea versi sorprendenti che diventano quasi un inno
immortale alla vita. Proprio come quel "Trionfo", il carro mascherato dove ci sono uomini e donne travestiti, Bacco e Arianna, i satiretti, le ninfe, tutti giovani e belli.
Bacco, il simbolo della sfrenatezza,del godimento,della libidine,della virilita’,della sessualita’, figlio di Zeus e di Selene, dio del vino , dell’ebrezza,della goduria; Arianna , la bellissima figlia del re di Creta. Il carro passa tra la gente festante ed assieme a lui passa il Tempo (“sed fugit interea irreparabile tempus” ...Georgiche,Virgilio)e la Giovinezza. E di domani non c'è certezza. Lorenzo il Magnifico muore a 43 anni….aveva bellezza,potere,ricchezza,cultura!
E Orazio non aveva forse scritto: “Dum loquimur fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero”(“mentre noi parliamo sara’ fuggita l’eta’ invidiosa:goditi il giorno e fai il minimo affidamento sul domani”)?
I festeggiamenti del Carnevale hanno un’origine molto lontana,si perdono nella notte dei tempi, probabilmente nelle feste religiose pagane, in cui si faceva uso delle maschere per allontanare gli spiriti maligni (apotropaiche). E comunque l’ uomo ha usato mascherarsi fin dalla preistoria, per propiziarsi la caccia in quanto la maschera, rendendo l’uomo simile ad un animale, gli dava un potere simbolico e temporaneo sugli animali.Il fascino e il mistero della maschera!
(una digressione:sapete quale era il termine latino per indicare la maschera? “Persona”!).
Il Carnevale, secondo Nietzsche,nasce direttamente,come fenomeno culturale, dallo spirito “dionisiaco” greco che il filosofo tedesco contrappose all’”apollineo” come lato oscuro e amorfo nonche’ incontrollabile, dello spirito umano rispetto alla ragione rasserenatrice.
In Grecia il Carnevale veniva celebrato in vari tempi, tra l’inverno e la primavera, con riti in onore del dio del vino e della vita, Dioniso,latinizzato Bacco . A tal proposito non dimentichiamo le Baccanti, le ancelle del dio che nei cortei, ben presto divenuti riti fallici ed orgiastici, avanzavano al grido di “Evohé” ed in abiti semplicemente discinti.
Infatti in Atene si svolgevano le “Grandi dionisiache”, di tono particolarmente orgiastico e sessuale.
I Saturnali romani , feste sacre a Saturno, dove il “Re della festa”, estratto a sorte dal popolo, organizzava i giochi nelle piazze, furono gli antesignani latini del carnevale e figli della ritualita' ellenica . All’inizio essi duravano solo tre giorni, dal 17 al 20 dicembre, ma negli anni divennero sempre più importanti e da tre giorni si passò a sette, fino ad arrivare a quindici nell’epoca augustea e poi a comprendere tutto il periodo che va dal solstizio d’inverno a tutto il nostro carnevale. La principale caratteristica dei Saturnali romani era la “vacatio legum” ovvero la sospensione delle leggi e delle norme che regolavano i rapporti umani e sociali dell’epoca. Si sfogava quindi una gioia quasi vendicativa della plebe e degli schiavi. I patrizi era condiscendenti e si abbandonavano ad un periodo di frenetiche gesta e a lascività di qualsiasi tipo. Era un periodo d’esplosione di rabbia e frenesia incontrollata, che spesso degenerava in intemperanza e dissolutezza.
Cosa rimane oggi di questo fenomeno, certamente culturale e sociologico? Forse o certamente
solo il desiderio di divertirsi in allegria e possibilmente... nella confusione.
Mia zia, Marietta Spagnulo, la mattina delle Ceneri mi snocciolava questo antico proverbio grottagliese:”“Carniáli culli tógghj, ósci maccarrúni e ccré mancu fógghji” (Carnevale con i dolori, oggi maccheroni, e domani nemmeno un po’di verdura).
interessante bravo
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