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lunedì 27 febbraio 2012

La Storia è anche una...canzone!

"Lili Marleen" è stata la canzone cantata dai soldati di  tutto il mondo durante la II guerra mondiale: praticamente ne fu l'inno non ufficiale. Una canzone tedesca, scritta da un giovane soldato amburghese con velleità poetiche,  musicata da un musicista compromesso con il nazismo, che però travalicò presto i confini della Germania e fu adottata da tutti i ragazzi che andavano a morire a centinaia di migliaia, pensando magari alla loro "Lili" lasciata chissà dove e al loro sogno di ritornare.
Nesuno avrebbe mai immaginato che quella semplice canzonetta avrebbe rappresentato un 'epoca ed avrebbe unito razze,etnie,uomini di fede e cultura diversa.Potenza di uno struggente respiro d'amore!



Strane storie hanno a volte, le canzoni. Strane e imprevedibili, come la vita di tutti noi.
Il testo originale proviene, come detto, da un poemetto scritto da un soldato tedesco, Hans Leip, intitolato "La canzone di una giovane sentinella", poco prima di recarsi al fronte nei Carpazi nel 1915. Il nome "Lili Marleen" proviene da quello della sua ragazza (figlia di un ortolano) combinato con quello di una giovane infermiera, Marleen, che sembra invece essere stata la ragazza di un commilitone.
 La canzone vendette all'inizio pochissimo, solo 700 copie, finché una radio militare tedesca non iniziò a trasmetterla, nel 1941, alle forze impegnate in Africa (l' "Afrika Korps" del maresciallo Rommel).
I comandi tedeschi si accorsero ben presto di cosa stava scoppiando loro tra le mani, con quella canzone che ricordava ai soldati un amore lasciato a casa invece dell'ardore guerriero. Una canzone "disfattista", insomma; i soldati la cantavano con le lacrime agli occhi mentre andavano a crepare per la grandezza del Reich. "Lili Marleen" fu quindi ovviamente proibita, il che contribuì non poco ad accrescerne la sua popolarità, che stava già diventando enorme.
Dopo l'occupazione tedesca della Jugoslavia, nel 1941, a Belgrado fu impiantata una stazione radiofonica per trasmettere notizie alle forze di aviazione e all'Afrika Korps. La stazione si chiamava "Soldatensender Belgrad" Il tenente Karl-Heinz Reintgen, direttore della SSB, aveva un amico nell'Afrika Korps cui la canzone, nonostante il suo divieto ufficiale, era piaciuta parecchio, e che chiese all'emittente di trasmetterla; e Reintgen, eludendo a suo rischio e pericolo il divieto (il che non era cosa da poco!), accettò e la fece trasmettere per la prima volta il 18 agosto 1941. Qui accadde il secondo miracolo, perché la canzone piacque nientemeno che al maresciallo Erwin Rommel in persona, che chiese a Reintgen di inserirla nel programma musicale fisso della stazione radiofonica, contro il parere di Goebbels e anche di Hitler stesso. La canzone divenne ben presto addirittura la sigla di chiusura delle trasmissioni dell'emittente, che terminavano alle 9 e 55 della sera. Da allora niente poté più arrestare il cammino della canzone. Fu captata ed ascoltata dalle forze Alleate, e Lili Marleen divenne la canzone più nota e preferita dei soldati di entrambi gli schieramenti, che la cantavano in tedesco o nella propria lingua. Una canzone, insomma, che riuscì a unire milioni di persone che stavano combattendosi accanitamente. Una canzone universale di fratellanza di soldati che condividevano lo stesso terribile destino di carne da macello,nella steppa russa come negli atolli giapponesi
o nel deserto africano.
 Il tema del soldato che pensa al suo amore è universale,appartiene all’uomo e al genere umano. Lale Andersen (la cantante tedesca  che divento’ notissima per la sua interpretazione) spiegò il suo successo planetario con queste significative parole: "Il vento può forse spiegare perché diventa una tempesta?"

Ascoltandola, nella sua struggente malinconia, ci fara’ volgere un pensiero a tutti quei ragazzi che, su tutti i fronti, dall’Atlantico al Pacifico,dall’Europa all’Asia,combatterono una sporca guerra, perche’ la guerra e’ sempre sporca, senza attenuanti…….. a tutti quei ragazzi che attaccavano, così come a quelli che si difendevano, a quelli che erano amici e a quelli che erano nemici, tutti uniti, malgrado le differenze ideologiche e culturali a volte incolmabili, dalla meravigliosa forza della gioventù e dell’amore della pace. Erano ragazzi di 18, 20,30,40,50 anni  imbevuti di propaganda, di paura e d'odio, mandati ad ammazzare e a farsi ammazzare, con una voglia matta, invece, di vivere e di amare:
                    

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