Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i pellegrini, fin dal Medioevo intrapresero, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela, in Galizia, regione all'estremo angolo nord occidentale della penisola iberica, presso cui sarebbe la tomba di Giacomo il Maggiore,uno dei dodici apostoli di Gesù.
Alfonso II il Casto (789-842), re delle Asturie e della Galizia, ordinò la costruzione sul posto di un tempio e i monaci benedettini nell'893 vi fissarono la loro residenza. Iniziarono così i primi pellegrinaggi alla tomba dell'apostolo (Peregrinatio ad limina Sancti Jacobi), prima dalla Spagna, poi da tutta l'Europa. Ebbe così inizio uno dei fenomeni più importanti e complessi della cultura europea medievale e non solo. Santiago de Compostela diviene la meta del pellegrinaggio per eccellenza e un arcivescovo, Diego Gelmirez, redige il Liber Sancti Jacobi, una specie di vademecum/guida ad uso e consumo del pellegrino, con indicazioni sui luoghi su dove dormire, dove mangiare, dove e come equipaggiarsi etc. etc.
Per avere la “qualifica” pellegrino, l’uomo di fede doveva partecipare ad alcuni riti, come quello della consegna della bisaccia e del bastone: “Accipe hanc peram habitum peregrinationis tuae ut bene castigatus et emendatus pervenire merearis ad limina sancti Iacobi, quo pergere cupis, et peracto itinere tuo ad nos incolumis con gaudio revertaris, ipso praestante qui vivit et regnat Deus in omnia saecula saeculorum” ("Prendi questo bastone, a sostegno del viaggio e della fatica sulla via del tuo pellegrinaggio affinché ti aiuti a sconfiggere tutti coloro che vorranno farti del male e ti faccia giungere tranquillo alla porta di San Giacomo e, finito il viaggio, farai ritorno qui con grande felicità, con la mano protettrice di Dio che vive e regna per tutti i secoli dei secoli").
I pellegrini usavano spostarsi in gruppi numerosi, mai da soli: le strade erano molto pericolose, sia per le condizioni pessime di tenuta sia per i brutti incontri che si potevano fare.
Lungo il percorso sorsero punti di ristoro e di accoglienza per tutti coloro che vi transitavano (spesso delle vere e proprie cittadine attrezzate con tutto ciò che era necessario).
Una vera e propria rivoluzione culturale investì la società del tempo: milioni di persone ebbero modo di viaggiare, di conoscere luoghi e confrontarsi con realtà, persone e culture diverse: una sorta di “meltin’pot” medievale. Il numero dei pellegrini tocca punte altissime negli anni cosiddetti "iacobei" , quelli in cui il 25 luglio, festa annuale del santo, cade di domenica (anni considerati "giubilari" in forza di una bolla emessa dal Papa Alessandro III nel 1179. Non esiste un'età privilegiata per fare il cammino: il cammino è per tutti, tutti lo possono fare, purche´ lo vogliano. Il requisito principale è la volontà, “ad astra per aspera”.
Il termine ultimo del pellegrinaggio è Capo Finisterre,(“Finis terrae”, il confine della terra) un tempo considerato il termine delle terre conosciute, di fronte al fascino immenso dell’Oceano Atlantico, dove è tradizione, fin dall'antichità, bruciare gli abiti del pellegrino medesimo e immergersi nell'oceano per un bagno purificatore.
Il Camino de Santiago è stato dichiarato “Itinerario Culturale Europeo” dal Consiglio d’Europa nel 1987.
L’interno della cattedrale? Semplicemente spettacolare, affascinante, ricco, opulento: gli aggettivi difettano, non possono tener dietro alla sguardo incredulo ed attonito per lo stupore di fronte a tanta bellezza! Pianta a croce latina circondata da navate laterali, con una tribuna, una traversa e una absidiola. Attorno a quest’ultima ci sono delle piccole cappelle dedicate ai diversi santi. Per esempio nella cappella conosciuta come Relicario, si custodiscono i sepolcri di alcuni personaggi storici. Dall'absidiola si può accedere alla Porta Santa, al sepolcro di Santiago Apostolo e alla parte posteriore della statua di Santiago, dove di solito i visitanti abbracciavano e baciavano il santo (preciso che è stata innalzato un impedimento per cui questa operazione del bacio non si puo’ piu’ fare). Un'altro dei gioelli della cattedrale è il Portico della Gloria, opera esemplare del periodo romanico.
Entrando nella chiesa ti tuffi nel Medioevo, ritorni indietro nel tempo di quel meraviglioso periodo storico in cui la magia si sposa con la fede e l’uomo innalza cattedrali per vedere e toccare il suo Dio,in cui le stesse pietre sono una simbiosi di materia e spirito,in cui le vetrate istoriate assolvono alla funzione pedagogica del volgo,in cui gli archi acuti ed ogivali sembrano mani che vogliono congiungersi col Creatore, in cui i rapporti armonici della varie parti dell’architettura sono musica che celebra la grandezza del Signore. E’ un “libro di pietra” dove c'è la "summa" della socialità e spiritualità di una città, di una comunità, e di ogni persona che gli apparteneva. Entrando e guardando,ben comprendi che in questo luogo si è nati alla vita spirituale, quella vera, si è morti, ci si è fatti seppellire. Pensando a questo si rimane senza fiato!
Santiago de Compostela, nella "Cattolicissima Spagna": un'immersione nella sacralità dell’immagine, nel mistero della religione, nel fascino di una Croce, nell’attrazione della Santità, nel legame con la Spiritualità. Solo andandoci,si capisce perché milioni di pellegrini, nell'arco della Storia, hanno "consumato" i loro piedi in questo viaggio di Fede
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