

Era fatta a ripiani, per la precisione sette, in analogia con i vizi capitali. Tra gli oggetti dati al fuoco figuravano, stoffe preziose, sculture e dipinti ritenuti osceni, dadi da gioco, profumi e belletti , strumenti musicali e libri di musica, oltre ad opere di Petrarca, di Dante e di altri autori ritenute immorali. Questo "bruciamento" contribuisce ad influenzare negativamente i giudizi relativi al frate, che poco dopo verrà arrestato per eresia e condannato a morte. La morte gli sarà inflitta il 23 maggio del 1498 in Piazza Signoria ed insieme a due suoi confratelli, saliranno sul rogo ed arsi vivi. In allegato due grandi dello spettacolo ricordano il Savonarola.
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